Capitolo 19

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«Jane!» sentii esclamare da Isabelle appena entrai in casa.

«Che c'è?» chiesi annoiata buttando la borsa a terra.

«Ti va di andare al centro commerciale per fare un po di Shopping tra sorelle» disse entusiasta.

«Isabelle, sei seria?» chiesi alzando un sopracciglio.

«Oh, andiamo!» esclamò incrociando le braccia sotto il seno.

«Se dico di sì mi farai andare a mangiare un bel panino in cucina?» chiesi.

«Si» squittì.

«Okay verrò con te ora fammi andare a mangiare»dissi andando verso la cucina.
Aprii il frigo ed iniziai a mettere nel panino del formaggio, il prosciutto, crauti e maionese.
Stavo addentando l'ultimo morso del mio delizioso panino, quando Isabelle entrò in cucina e prendendomi per un polso mi trascinò fuori dalla cucina.

«Ehi! Ma che ti prende?» chiesi.

«Mi prende che sei troppo lenta e se continuavi a mangiare il panino di quel passo saremmo andati a Natale!» sbottò lanciandomi il cappotto e aprendo la porta di casa.

**

«J, ti piace questo vestito?» mi chiese Isabelle per la centesima volta da quando stavamo da Forever 21.

«Si Isabelle sei grandiosa» dissi scocciata.

«Uff! Al posto di stare su questa poltrona a mettere il broncio vai a prendere un frappuccino da Starbucks» ordinò Isabelle afferrando un altro vestitino ed entrando nel camerino. Scossi la testa stremata e mi alzai per andare da Starbucks.
Dopo una lunga fila durata 10 minuti finalmente riuscii a raggiungere la casa ed a ordinare due frappucini alla fragola. Stavo uscendo dal negozio quando mi scontrai con un ragazzo e per poco non feci cadere i frappuccini.

«Scusami ero distratto» si giustificò lui..

«No scusami tu... Ehi! Aspetta io ti conosco sei il ragazzo dell'altro giorno» esclamai guardando Hidden.

«Ehi Jane, certo che dobbiamo smetterla di incontrarci così» disse ridacchiando leggermente.

«Sono d'accordo» dissi ridacchiando insieme a lui.

«Ti va di mangiare una ciambella insieme?» chiese gentilmente.

«Ehm.. Non so, mia sorella mi sta aspettando da Forever 21» dissi imbarazzata.

«Anche un mio amico si è fermato al negozio dell'adidas. Che ne dici di mangiare una ciambella e poi andare da loro?» chiese sorridendo.

«Va bene» accettai andando insieme a Hidden ad un tavolo.

**

«Allora Jane parlami un po' di te» disse Hidden addentando la sua ciambella.

«Non ho niente di interessante da dire, te piuttosto ti vedo molto misterioso» dissi bevendo un sorso del frappuccino.

«Beh ho 18 anni, 19 il 20 marzo. Sono originario di Brooklyn, ma i miei genitori si sono trasferiti qui quando avevo 5 anni per questioni di lavoro. Frequento la  St. Francis High School. Gioco a calcio da quando avevo 7 anni e l'anno scorso sono entrato nella squadra di calcio della scuola» terminò di fretta.

«Fantastico!» esclamai addentando la ciambella.

«Insomma Jane é questo il modo di abbandonare tua sorella, in un negozio» sbottò Isabelle dirigendosi verso il nostro tavolo.

«Scusami Isabelle» dissi mortificata.

«Almeno mi hai preso il frappuccino?» chiese sedendosi affianco a me. Le passai il frappuccino.

«Tu chi sei?» chiese Isabelle guardando Hidden.

«Oh, Ehm, lui è un mio amico Hidden» dissi imbarazzata.

«Piacere Isabelle» si presentò mia sorella porgendo la mano ad Hidden

«Piacere Hidden» disse ricambiando la stretta.

Passammo l'intero pomeriggio a chiacchierare con Hidden e poi si aggiunse anche un suo amico Lucas.
La sera tornammo a casa esauste, ma contente di aver finalmente passato, dopo tanto tempo, un pomeriggio da "Sorelle".

***

«J» mi chiamò Alex appena entrai nella sala mensa.

«Ehi! Dimmi» dissi mantenendo un tono rigido.

«Devo parlarti, di Sarah» disse serio e senza aspettare una mia risposta mi prese per mano e mi portò fuori dalla sala mensa.

«Cosa c'è?» chiesi fermandomi e facendolo voltare.

«Stavo pensando, che visto che Sarah nel suo diario parla di un errore che il padre e Brad sapevano dovremmo parlare con loro forse scopriamo qualcosa» disse guardandomi.

«E se non ne volessero parlare?!» chiesi.

«Beh, vuol dire che quel segreto è molto più grande di quel che pensavamo» disse Alex preoccupato.

«Cazzo, sembra di essere nel programma delitti di famiglia» dissi sbuffando ed appoggiandomi al muro.

«E noi siamo i detective!» esclamò fingendo di avere fra le mani una  lente di ingrandimento.

«Idiota» dissi ridacchiando.

«Allora oggi pomeriggio alle 17:00 fuori a casa Jefferson, okay?» chiese Alex.

«Okay speriamo vada tutto bene» dissi andandomene da lì.

***
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IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora