Capitolo 14

42 9 0
                                    

Tornai a casa di Alex, con il volto pallido e pensieroso. Bussai al campanello, con nonchalance mentre fuori la temperatura si abbassava. Alex venne ad aprire la porta con solo dei pantaloni addosso, mentre continuava a sbadigliare. Non appena si rese conto della mia presenza nascose la sua figura dietro alla porta mentre mi diceva cordialmente di entrare. Entrai apatica nella casa e mi sedetti sul divano mentre il mio sguardo era fisso su un punto indefinito.

«J, che succede?» chiese entrando in salotto finalmente con indosso una maglia.

«Niente, Alex..» sussurrai passandomi le mani sulla faccia esasperata.

«J, dimmi ciò che ti tormenta» disse inginocchiandosi affianco a me.
Senza parlare entrassi dalla borsa il diario di Sarah, e gli mostrai le 3 pagine che avevo letto. Alex si sedette affianco a me e iniziò a leggere, a volte sospirando rumorosamente.

«È per questo che stai male?» chiese, annuì soltanto.

«Perché lei ti ha nascosto un segreto?» chiese ancora.

«no, Alex. Perché lei era la mia migliore amica e credeva che io l'aereo giudicata per un suo segreto. Credevo che lei mi conoscesse meglio di chiunque e sapesse che non l'avrei mai giudicata. Neanche se fosse stata un assassina, una prostituta, una ladra i chissà che cosa. Io non l'avrei mai giudicata e non posso credere che lei pensava questo di me. Della sua migliore amica» dissi scoppiando in lacrime.

«Shh» disse Alex accarezzandomi dolcemente la testa.

«Come è possibile?» chiesi appoggiandomi al suo petto muscoloso.

«Tutti quanti hanno un momento di incertezza. A volte abbiamo paura di confessare i nostri segreti perché abbiamo paura di essere giudicati. Non importa chi tu sia, ma la paura di essere giudicati c'è sempre. Sarah ha avuto solo paura. So che sei delusa perché era la tua migliore amica e ti aspettavi che ti dicesse tutto, ma non te la devi prendere, lei ti ha voluta bene e si capisce anche quando scrive sul suo diario e parla di te» disse accarezzandomi i capelli.

«Grazie Alex» dissi alzando la testa e dandogli un bacio sulla guancia.

«Di niente, ora andiamo a dormire domani sarà un'altra giornata»disse alzandosi dal divano.

***
Gli studenti del Collins Institute, passavano correndo per i corridoi, mentre i e Gwendoline li osservavano attentamente.

«Ehi ragazze» ci salutò MaryRose sistemandosi la montatura degli occhiali.

«Ehi Mar» salutò Gwen dandole una pacca sulla spalle.

«Ehi Mary» dissi con un sorriso amorevole.

«Che lezione avete ora?» chiese MaryRose

«Io ho la Gilinski, voi?» disse Gwen.

«Io ho la strega» disse MaryRose con una smorfia.

«Anch'io» dissi sbuffando.

«Beh, buona fortuna» ci salutò Gwen andandosene.

«Su forza andiamo. Quella si incazza se arriviamo in ritardo» disse MaryRose ed insieme ci incamminammo verso l'aula di geografia.
Entrammo nell'aula in silenzio e ci sedemmo vicine. Aprii il libro ed iniziai a ripetere, ma qualcosa mi distrasse. La sedia affianco a me si mosse facendo abbastanza rumore, ed Alex si accomodò su di essa.

«Pss» sussurrò Alex

«Che c'è?» chiesi.

«Ti va di andare da Burger King dopo?» chiese Alex.

«Mh, Certo» dissi sorridendo. Proprio in quell'instante entrò la strega, che come ogni volta parlava come un sergente con il ciclo.

Finita l'ora di geografia io ed Alex uscimmo fuori dalla scuola ed insieme ci incamminammo verso la sua auto, ma una persona era lì ad aspettarci.

Isabelle.
Mia sorella.

«Che ci fai tu qua?» chiesi irritata.

«Ho bisogno di parlare con te» disse.

«Ed io no, quindi puoi anche andartene» dissi fredda.

«Ti prego, Jane facciamo pace» supplicò Isabelle.

«J, è sempre tua sorella. Vacci a prendere un frullato, parlate e poi vedi se farci pace o no» sussurrò Alex vicino al mio orecchio.

«E va bene» sbottai esasperata.

«Grandioso» squittì Isabelle.

«Ci vediamo J» disse Alex lasciandomi un bacio sulla guancia ed andandosene a casa con la sua auto.

«Ti va di andare da Nando's?» chiese Isabelle avvicinandosi.

«Mh, va bene» mugolai.
Camminammo in silenzio, entrambe imbarazzate per la situazione che si era creata finché Isabelle non si decise a parlare.

«Mi dispiace, per ciò che è successo tempo fa. Ora sono maturata ed ho capito che stavo per compiere una cazzata quel giorno. Vorrei far pace con te, con la mia sorellina. Sono rimasta chiusa in un collegio per 6 anni, senza vedere né te, ne la mamma, né il papà e senza neanche sapere dell'esistenza di Hanna. Potresti perdonarmi?» chiese con sguardo supplichevole.

«Prima o poi dovrò per forza perdonarti. Quindi.. Si» dissi. Isabelle mi saltò addosso soffocandomi in un abbraccio.

«Ora basta smancerie ed andiamo a mangiare» dissi staccandomi dall'abbraccio e prendendo a braccetto la mia sorellona.

**
Dopo aver mangiato invitai Isabelle a casa di Alex, supplicando la di non raccontare a mamma e papà che dormivo a casa di Alex invece che a casa di Gwendoline. Entrammo dalla porta e subito si udirono delle risate provenienti dal salotto.

«Ciao Alex» lo salutai entrando in salotto.
«Oh ciao anche a te Joshua, che ci fai qua?» chiesi al ragazzo.

«Serata tra ragazzi» disse soltanto.

«Ragazzi vi presento Isabelle mia sorella. Isabelle, lui è Alex e lui è il suo amico Joshua» dissi presentandoli.

«Ciao» disse Joshua alzandosi dal divano e facendo il baciamano a mia sorella.

«Ci sarà da divertirsi con questi due» sussurrò Alex, che nel frattempo era venuto vicino a me, all'orecchio.
***
Spazio autrice
Se vi è piaciuto il capitolo mettete una ⭐️. Grazie.

-Robs

IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora