Capitolo 3

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CAPITOLO 3

Mi trovavo nel lato sinistro di Bakes Street, mentre guardavo da un lato all'altro. Cercavo dei testimoni, ma nessuno pareva aver visto Sarah. Finalmente vidi un gelataio, chissà se lui forse stando qui tutto il giorno abbia visto Sarah passare.
«Mi scusi, per caso ieri verso le 19 ha visto passare questa ragazza?» chiesi al venditore mostrandogli la foto.
«oh, sì certo. È passata ieri insieme ad un ragazzo di circa 23 anni.» disse annuendo.
«Com'era fatto questo ragazzo?» chiesi.
«Alto circa 1.80, occhi castani e capelli castani» disse.
«Okay grazie mille e scusi del disturbo, arrivederci» salutai andandomene.
Chiamai Alexander a telefono.
«Alexander aspettami al Risto' Cafè ho una notizia da darti.» dissi avanzando dall'altra parte della strada. Camminavo a passo svelto, pensando a ciò che mi aveva rivelato il venditore anziano. Arrivai al bar leggermente ansimante mentre entravo dalla porta vecchia di legno. Il locale era molto rustico e poco affollato. Alexander mi aspettava ad un tavolo in fondo alla stanza.
«Tu non puoi credere cosa ho scoperto» dissi sedendomi sulla sedia di fronte a lui.
«E tu non puoi capire chi ho incontrato»disse lui.
«Allora inizia tu»
«Stavo chiedendo ad un venditore di Sarah e all'improvviso è spuntata dal nulla Sophia. Mi ha chiesto cosa stessi facendo, ho inventato una cazzata, ma lei cosa stava facendo qui?» chiese retoricamente.
«Dovremmo aggiungerla alla lista dei sospettati?» chiesi.
«Mh, non lo so, infondo lei odiava Sarah» disse incerto.
«Chissà per colpa di chi» dissi guardandolo.
«Ehi non guardare me!» esclamò.
«chi è stato a fidanzarsi con Sophia e poi lasciarla per mettersi con Sarah il giorno dopo?!» chiesi.
«Io...» sussurrò flebilmente.
«Quindi suppongo che sia per mezza tua» dissi puntandogli un dito contro.
«Ehi anche tu non sei una santa. Sophia odia anche te perché secondo lei le hai rubato Sarah» disse.
«Rubato Sarah?» chiesi alzando un sopracciglio.
«Si, Sophia e Sarah erano grandi amiche una volta, poi tu ti sei aggiunta al duo e ognuna se n'è andata per la sua strada» spiegò.
«Io.. Non lo sapevo» sussurrai.
«Oh, non te la prendere. Sarah non ti ha detto un mucchio di cose. Tipo che è venuta a letto con me» disse con nonchalance.
«Cosa? Ti sei portato a letto la mia migliore amica?» dissi alzando di in ottava la voce.
«Hai sentito.» disse atono.
«Perché?» chiesi.
«È una storia che non ho voglia di raccontare» disse ancora.
«Okay» sussurrai interdetta
«Lei era ubriaca, ed anche io e poi sai come vanno le cose..» disse guardando fuori dalla piccola finestrella situata in alto.
«Alexander» lo richiamai.
«Non ti giudico per ciò che hai fatto, ma per ciò che sei, e so che non sei una persona che fa certe cose, quindi sicuramente sarà stato l'alcol a farti fare simile stupidaggini.» dissi accarezzandogli la mano
«Grazie»disse «Tu che hai scoperto?» chiese
«Sarah dopo che è uscita da casa tua è stata vista in compagnia di un ragazzo. Ha detto il venditore che dava l'aspetto di un ragazzo di 23 anni, abbastanza alto, con gli occhi e i capelli marroni» dissi velocemente.
«Sarebbe meglio continuare le ricerche, stavolta insieme. Non separiamoci ok?» chiese
«Va bene andiamo» dissi alzandomi e avviandomi insieme a lui verso l'uscita.
L'intero pomeriggio lo passammo a chiedere informazioni ai venditori. Nessuno sembrava aver visto niente a parte due o tre venditori che avevano solo confermato ciò che mi aveva detto il venditore anziano.
«Uff... Ma qui sono tutti cecati?» si lamentò per la decima volta Alexander.
«Dai Alexander non fare così. Su muoviti ti porto a mangiare una pizza da Nando's» dissi trascinandolo per un braccio verso il locale.
«Grazie» disse camminando.

**
«Dio! Questa pizza è straordinaria» disse Alexander con la bocca piena di pizza.
«Idiota ingoia prima di parlare. Lo sai che è mal educazione!» sbraitai contro di lui.
«E dai! Pure ora che stiamo nei nostri momenti "migliori" devi rompere» borbottò lui.
«Ehi! Io non sono una guastafeste!» esclamai.
«Nooo» disse lui allungando la O
«Citami un solo episodio in cui sono stata una guastafeste» dissi portandomi le braccia incrociate sotto al seno.
«Allora:
Quando avevamo 5 anni e stavamo alla festa di Amanda Robinson, tutti si stavano divertendo e tu hai rovinato la festa a tutti ricordando che il giorno dopo sarebbe stato lunedì.
Quando avevamo 11 anni e stavamo al parco giochi ci hai fatto un melodramma su quanto siano pericolose le montagne russe che è durato ben 2 ore.
Quando avevamo 15 anni Jenn, io e Nathan volevamo provare a bere un Cosmopolitan e tu hai fatto una soffiata a mia madre per fermarci in tempo. E poi..» disse, ma lo fermai in tempo.
«okay okay, basta ho capito, sono una guastafeste» dissi arrendendomi.
«Beh, non del tutto. La maggior parte delle volte lo fai per il bene degli altri. Alla festa di Amanda Robinson ci hai ricordato che il giorno successivo sarebbe stato lunedì, solo perché avevamo il compito di inglese e nessuno aveva studiato e volevi ricordarcelo. Quando ad 11 anni ti lamentavi di quanto fossero pericolose, avevi ragione perché ci potremmo far male se un gancio non è messo bene. E quando a 15 anni ci hai salvato dalla prima sbronza, avevi ragione perché eravamo troppi giovani e non ci rendevamo conto di cosa comportava iniziare a bere» disse
«Grazie Alex»dissi arrossendo.
«Uh, miracolo. Jane Roosevelt mi ha chiamato Alex» disse attirando l'attenzione di parecchie persone, che erano sedute ai tavoli.
«Zitto idiota» lo rimproverai in malo modo.
«Sai il diminutivo Alex detto da te non mi piace» disse.
«Perché?» chiesi confusa.
«Mi piace di più quando eravamo piccoli e mi chiamavi Dede» disse mentre i suoi occhi luccicavano.
«Dede» ripetei. Ci guardammo per vari secondi per poi scoppiare a ridere.
Guardai distrattamente il telefono che segnava le 20:30
«Oddio Alexander è tardissimo devo scappare»
«Ti accompagno» si offrì.

Mi accompagnò fino a casa in religioso silenzio.
«Ci vediamo domani, Alexander»
«Ci vediamo domani,Jane»

***
Spazio autrice
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IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora