Capitolo 13

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Al suonare della campanella mi diressi verso il cortile. Sopra alla staccionata c'era Alex in tutto il suo splendore che massaggiava con qualcuno.

«Ehi» lo salutai avvicinandomi. Alex alzò lo sguardo dal cellulare per poi borbottare un "ciao".

«Che succede?» chiesi sedendomi affianco a lui.

«Cattive notizie per quanto riguarda Sarah» disse passandomi una mano sulla faccia.

«Che succede?» chiesi interdetta.

«Drake mi ha detto che l'altro giorno è passato sulla scena del delitto insieme a sua sorella, Sierra. Proprio in quel momento è passato Mike Golasso insieme a Sophia» disse mordendosi l'unghia del pollice.

«Mike chi?» chiesi.

«Mike Golasso, è uno spacciatore e braccio destro del boss di Drake» spiegò.

«Che ci faceva Sophia con un tipo del genere?» chiesi interdetta.

«Beh, è questo che dobbiamo scoprire» disse sospirando.

«Perché stai così?» chiesi notando il suo viso nero.

«Se Mike Golasso ha ucciso Sarah, dietro ci sarà qualcosa di enorme» disse scendendo dalla staccionata.

«Che intendi dire?»

«Sarah potrebbe essere entrata in cose più grandi di lei» disse.

«In che senso?» chiesi

«traffici di droga, corse clandestine e soldi falsi» disse.

«Impossibile. Sarah non è quel tipo di persona» dissi scendendo anch'io dalla staccionata.

«Si che lo è»

«No che non lo era» urlai «tu non la conoscevi come me»

«sei tu che non la conoscevi affatto» urlò a sua volta.

«e te che ne sai?» chiesi arrabbiata.

«so più cose di Sarah io, che te, J» disse Alex.

«Che significa?» chiesi.

«Che Sarah non era la persona che pensavi di conoscere...» disse andandosene.

***
Finalmente la campanella dell'ultima ora suonò, ma non ci badai più di tanto. Ero intenta a pensare alle parole di Alex "Sarah non era la persona che pensavi di conoscere".
Ciò è impossibile, perché Sarah ed io eravamo migliore amiche. Lei mi raccontava tutto. Non indossava maschere con me. Allora perché Alex parla di lei come se la conoscesse di più. Voglio scoprire ciò che intendeva con quella frase anche se qualcosa mi dice di lasciar perdere, che mi farei solo male...
Alex era nel parcheggio appoggiata all'auto, mentre mi scrutava attentamente. Io invece non osavo alzare lo sguardo, ero troppo presa dai miei pensieri per guardare le sue iridi. Salii in macchina senza fiatare, ed Alex mi seguii, capendo al volo il fatto che non volessi parlare. Dopo 2 minuti dalla partenza mi decisi a parlare.

«Cosa intendevi dire?» gli chiedi.

«Sarah non era la persona che pensavi di conoscere» disse Alex stringendo il volante dell'auto.

«Che ne sai?» chiesi scrutandolo.

«Lo so e basta» disse duro.

«Quando lo potrò sapere anche io?» Chiesi stufa

«lo scoprirai a tempo debito» disse sospirando.
Decisi di abbandonare l'argomento, e di concentrarmi su un altra cosa. L'omicidio. Ci deve essere per forza un movente che ha spinto l'assassino ad uccidere Sarah, ma per scoprirlo dovrei scoprire in che genere di cose si è immischiata Sarah... Prima di scoprire il colpevole voglio concentrarmi su Sarah e sulle cose che mi ha tenute nascoste. Arrivati a casa di Alex mi decisi a scendere per prima ed entrare direttamente in cucina per mangiare. Una volta che finimmo di mangiare avvisai Alex che sarei andata in biblioteca per una ricerca anche se non era proprio quella la mia meta. Presi la metropolitana, vicino casa di Alex e scesi alla fermata di Truman Station. Percorsi il viale alberato fino a casa di Sarah. Bussai al campanello e attesi che mi venissero ad aprire. La signora Jefferson mi aprì sorridente, anche se i suoi occhi nascondevano un velo di oscurità.

«Ciao, Jane. Cara, vieni accomodati che fai lì impalata» disse la signora Jefferson facendomi spazio per entrare in casa.

«Buon Pomeriggio signora Jefferson» la salutai cordialmente.

«A cosa devo la tua visita?» chiese.

«Beh, non trovo il libro di fisica e l'ultima volta io e Sarah abbiamo studiato insieme nella sua camera, posso... Posso andare a vedere se per caso è rimasto lì?» chiesi deglutendo a fatica.

«Oh, sì certo cara. Vai pure» disse malinconica.

«Grazie signora Jefferson» la ringraziai prima di salire per le scale ed entrare nella camera di Sarah. Appena entrai un senso di vuoto mi pervase. Quella camera, ora così spoglia, ed oscura, prima era il luogo più solare del mondo, in cui abbiamo trascorso i momenti più divertenti delle nostre giornate. Cercai di mandare giù il fastidioso nodo alla gola, e mi decisi a cercare un qualcosa che Sarah tenesse nascosto. Passai più di 5 minuti a cercare nell'armadio e sulla scrivania, ma non sembrava esserci, finché un oggetto in particolare non attirò la mia attenzione. Il diario di Sarah. Senza pensarci su lo presi e lo nascosi nella borsa. Uscii dalla stanza e scesi le scale velocemente.

«non c'è il libro di fisica, devo averlo lasciato da qualche altra parte. Forse a casa di Gwendoline. Grazie mille lo stesso signora Jefferson» dissi uscendo dalla porta. Senza aspettare più di tanto mi sedetti su una panchina lì vicino ed aprii il diario.

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3/2/2016
Caro diario,
oggi è stata una giornata piuttosto di merda, anche se alla fine c'è sempre Jane che mi tira su il morale. Per quanto io e lei siamo amiche non potrei mai raccontarle il mio segreto. Ho paura. Ho paura che mi possa giudicare per ciò che ho fatto, oppure che la nostra amicizia finisca. Ho paura della sua reazione ecco perché da codarda la qual sono le tengo nascosto tutto. Lei non deve sapere..."

Cosa non dovrei sapere Sarah?

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6/2/2016
Caro diario,
Oggi Brian ha scoperto il mio segreto. Mi ha beccata sul fatto mentre lo facevo. Sia io che mio padre abbiamo cercato di farlo tacere e di farlo calmare.. Ma non sembra che ci siamo riusciti tanto bene. Brian si è arrabbiato ed ha deciso di non parlarmi.. Mi dispiace di aver deluso il mio fratellone. Mi dispiace ancor più che non mi parli e che faccia finta che io non esista... Mi dispiace di aver fatto ciò che ho fatto."

Cosa hai fatto Sarah?

"7/2/2016
Caro diario,
Ho deciso di smettere di fare ciò che ho fatto... Non voglio perdere anche Jane come ho perso Brian. Jane è la mia migliore amica non sopporterei di perderla. Quando l'ho detto a papà, si è arrabbiato e come una furia se n'è andato nel solito pub a bere quando è frustrato. Ho cercato di chiedere scusa a Brian, ma anche lui mi ha rifiutata ed è uscito. Ora esco anch'io vado a casa di un mio amico a studiare, spero di parlare con Brian quando ritorno. Sono davvero pentita"

Di cosa sei pentita Sarah?
Benissimo, adesso un altro segreto si è aggiunto alla lista.

***

Spazio autrice.
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-Robs

IL MISTERO DI SARAH JEFFERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora