Stavo passeggiando per il viale alberato che portava a casa di Sarah. Il mio corpo mi aveva portata inconsciamente qui, per chissà quale motivo. Nonostante gli avvertimenti di Alexander, non riuscivo a tenere a freno la mia curiosità e volevo scoprire il motivo che aveva indotta la signora Jefferson a chiedere la chiusura delle indagini. Rimasi a fissare la casa a due piani immobile. Scrutai tutta la staccionata colorata in un color crema, che si intonava ai colori della casa. Le finestre erano aperte e si potevano intravedere gli interni della casa. Al secondo piano, dalla finestra della camera del fratello di Sarah, si vedeva Brian che stava scrivendo su dei fogli, e nella camera affianco, ovvero quella di Sarah, le persiane erano abbassate e non entrava neanche uno spiraglio di luce. La porta della casa si aprì di colpo, rivelando la figura della signora Jefferson che trascinava un sacco d'immondizia piuttosto pesante fuori dalla casa, e dal giardino e lo metteva insieme al mucchio di Sacchi fuori casa sua. Appena ella rientrò dentro mi avventai con discrezione sul sacco della spazzatura aprendolo. Dentro c'erano vestiti, oggetti intimi, foto e libri di Sarah. Tutto ciò che le apparteneva era dentro ad un sacco dell'immondizia. Decisi di prendere il sacco e di portarlo con me a casa di Alex per dimostrargli i miei sospetti. Presi la busta e appallottolandola la portai con me nella metropolitana, e fino a casa di Alex. Bussai alla porta, e mi aprì Alex senza maglietta accompagnato da una ragazza dai capelli rossi.
«Scusami, non sapevo fossi impegnato. Avrei dovuto avvisare» dissi in imbarazzo.
«Jane che ci fai qui?» chiese sconcertato.
«Ero venuta per... Sai che c'è non importa, io vado continuate in pace qualsiasi cosa stavate facendo prima» dissi girandomi ed andandomene. In sottofondo sentivo la sua voce che mi chiamava, ma non mi interessava, ero troppo imbarazzata per parlare. Tornai con la metropolitana a casa ed una volta in camera misi le maglie di Sarah ed i suoi oggetti in una scatola.
***
«Quindi ad Alexander piacciono le rosse?» chiese Gwendoline.
«Gwen non sto parlando di chi piace ad Alex» dissi passandomi il gloss sul labbro inferiore.
«Beh potresti sempre tingerti i capelli da marrone freddo a rosso caldo» disse Gwen facendomi ridere.
«Credimi Gwen cambiare per Alex è l'ultima cosa che farei?» dissi ridacchiando.
«Mhmh»
«Comunque parliamo di cose serie» dissi chiedendo la borsa.
«Quali cose serie?»chiese alzando un sopracciglio.
«La festa di Ernest Bly» dissi sorridendo.
«Non vorrai mica trascinarmi li» disse Gwen.
«Dai Gwen ci divertiremo» dissi mostrandole il labbruccio.
«Se ci vengo, devi convincere Ernest ad uscire con me» disse ridendo.
«Se sabato vieni uscirai con Ernest» dissi sicura.
«Grazie» squittì «Ora vado devo andare a lezione, Mrs. Care mi mette una nota se arrivò in ritardo» disse Gwendoline.
«Ciao Gwen, ci vediamo» dissi . Gwendoline uscì dal bagno e rimasi da sola, chiusi la borsa ed aprii la porta per uscire. Un braccio mi afferrò e mi sbatte contro il muro facendomi mugolare dal dolore. Blake mi teneva ferma al mura con la sua mano enorme sulla mia bocca.
«Che cazzo fai?» dissi arrabbiata, levando la sua mano dalla mia bocca.
«Volevo sorprenderti» disse ridacchiando «E volevo anche dire che dovresti avvisare la tua amica che Ernest non uscirà mai con lei» disse serio.
«Innanzitutto non credo che questo sia il modo migliore per sorprendere qualcuno, e poi mi stavi spiando?» chiesi
«No, affatto»disse non del tutto certo.
«Blake» dissi con tono severo
«Jane» disse Blake imitando il mio tono.
«Uff, sei insopportabile» dissi levandomi dalla sua presa.
«E tu sei una rompi coglioni» disse Blake.
«Io non sono affatto una rompi coglioni» dissi seria.
«Certo che lo sei, e sei anche molto polemica, nevrotica, scortese, manesca e poco femminile» disse.
«Anche tu sei un montato, curioso, poco fine e con la puzza sotto il naso, ma io non te lo dico mica» dissi seria.
«È quello che hai appena fatto» disse scoppiando a ridere.
«Vai a cagare Blake» dissi staccandomi dalla sua presa.
«Ci vediamo J» disse continuando a ridacchiare e facendo sputare un sorriso anche a me. Scossi la testa tentando di levare quel sorriso e camminai fino a casa mia.
«Dov'eri finita?» chiese Hanna.
«Da quando t'interessa cosa faccio?» chiesi retorica.
«Era solo per chiedere» disse tornando in camera sua. Levai la giacca e buttai a terra la cartella, mi diressi verso la cucina per sgranocchiare qualcosa. Sentii il telefonino vibrare per via di un messaggio così lo accesi.
Un messaggio da numero sconosciuto.
"Dobbiamo parlare della tua visita a casa mia l'altro giorno.
-B"
***
Angolo Autrice:
Se vi è piaciuto il capitolo mettete ⭐️ e commentate.
-Robs
STAI LEGGENDO
IL MISTERO DI SARAH JEFFERSON
Misteri / ThrillerTrama: Jane Roosevelt è una diciannovenne che abita a Rolling Hills. La sua migliore amica Sarah Jefferson scompare misteriosamente e viene trovata morta subito dopo. Jane arrabbiata perché la polizia non riesce a trovare l'assassino decide di inda...