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Sono in cucina con indosso solo la parte sopra del pigiama mentre rovisto nella dispensa per cercare qualcosa quando sento la porta di casa aprirsi.

All'inizio non ci faccio caso perché penso che potrebbe essere Louis, ma poi mi rendo conto che ieri sera abbiamo chiuso la porta a chiave e che Louis non ha le chiavi della casa di Harry.

Apro velocemente il cassetto delle posate e prendo in mano un cucchiaio di legno. Sono pronta a colpire chiunque cerchi di derubare o far male ad Harry. Lo amo e lo difenderò sempre.

Sento delle voci sussurrare: devono essere in due. Mi tengo pronta per sferrare un attacco perciò tengo il braccio teso con il cucchiaio in aria con fare guardingo.

Stanno arrivando.

«Tu devi essere Cathleen!»

Una donna dai capelli neri sulla quarantina entra in cucina con un sorriso stampato sul volto. D'istinto nascondo il cucchiaio dietro la schiena e sorrido.

«Io sono Anne, piacere, la madre di Harry e lui è Robin, il mio compagno.»

Tendo la mano e mi presento. Cosa avranno potuto pensare di me? Sicuramente mi sarò già inimicata i miei suoceri...

Restiamo in quella posizione per qualche istante di completo imbarazzo: non poteva capitarmi cosa peggiore. Per di più mi viene in mente solo ora che non ho i pantaloncini del pigiama, così cerco di coprirmi leggermente le mutande con la maglia, ma Anne sembra notare il mio gesto e mi dice: «Tranquilla sono abituata a vedere gente mezza nuda in casa: Harry gira sempre in mutande.»

Mi si accende una visione in testa e ripenso a lui in boxer, con il suo bel fisico e quei tatuaggi che amo tanto su di lui. Sento di essere arrossita.

«Beh sicuramente tu lo saprai meglio di me, no?» mi dice Anne avvicinandosi e passandomi una mano sulla spalla.

Non rispondo, ma faccio una specie di verso a metà tra un "eh già" e un qualcosa che non so descrivere neanche io.

Robin sparisce al piano di sopra dicendo di andare in bagno, invece Anne resta in cucina con me e vede il cucchiaio che ho in mano.

«Cosa pensavi di fare con quel cucchiaio?»

Non lo so, forse picchiare chiunque avrebbe tentato di entrare in questa casa e fare del male a Harry avrei dovuto rispondere, ma mi sono attenuta ad un semplice: «Volevo cucinare qualcosa per colazione.»

«Assolutamente no: tu sei nostra ospite. Mettiti comoda che ti preparo dei pancakes.»

Faccio come mi dice e mi siedo al tavolo della cucina. Iniziamo a parlare e pian piano l'imbarazzo che si era creato all'inizio scompare. Mi chiede di Atlanta, della mia famiglia, della scuola e anche della festa a sorpresa. Mentre le spiego il mio stupore nello scoprire la festa, omettendo il bacio, arriva in cucina Harry che indossa solamente i pantaloni di una tuta. A differenza mia é bellissimo pure di mattina, con i capelli spettinati e gli occhi mezzi chiusi dal sonno: si dev'essere riaddormentato.

«Che ci fai qua mamma?»

«Dovevo pur tornare a casa prima o poi.»

Guardo Harry in modo interrogativo e capendo la mia perplessità risponde: «Avevo chiesto a mia mamma e a Robin di andare a dormire da qualche altra parte per una notte.»

«Ci ha praticamente cacciati di casa,» aggiunge Robin: ero così concentrata ad osservare le labbra di Harry muoversi che non mi sono accorta che era ritornato Robin.

Non sapevo che Harry avesse un patrigno, ma non sembra un problema per lui. I due si scambiano sorrisi e pacche affettuose come fossero vecchi amici. Sono felice per lui: l'unica cosa che mi interessa ora che lo conosco é la sua felicità.

Robin va in salotto a leggere il giornale e Anne ci appoggia sul tavolo i pancakes, del cioccolato e un cartone di succo all'arancia, poi si appoggia al ripiano della cucina e mi dice: «Quindi cosa è successo poi? Siete tornati da Manchester e...?»

«Harry mi ha fatto entrare in casa e ho trovato i miei amici! É stato grandioso!»

«Non ti dimentichi qualcosa?» mi dice sorridendo Harry.

«No, non dimentico niente,» rispondo dandogli un calcetto sotto al tavolo, per fargli capire di stare zitto.

Fortunatamente fa come spero e sta zitto: non voglio che Anne sappia quello che faccio con suo figlio.

«Che programmi avete per oggi ragazzi?»

Iniziamo a mangiare e nel frattempo Harry risponde a sua madre: «Io me ne starei anche a letto tutto il giorno, ma qualcuno non è d'accordo,» dice guardandomi.

Senza badare a lui rispondo ad Anne: «Pensavamo di andare a fare un po' di shopping.»

«Shopping?» ripete terrorizzato Harry.

«Louis mi ha detto che i suoi buoni li posso usare solo qui.»

«Quello è un ragazzo morto,» dice fra sè.

«Potreste andare a Manchester, ci sono molti negozi lì.»

Guardo Harry come per chiedergli il permesso e cerco di fare gli occhi dolci.

All'inizio la sua faccia è un po' disgustata dal pensiero dello shopping, ma poi cede e mi dice va bene.

Si sporge per darmi un bacio ma io mi ritraggo.

«Tranquilli... Io... Sto andando da Robin!» ci annuncia Anne uscendo dalla cucina.

A quel punto mi sporgo io verso Harry e mi immergo nella morbidezza delle sue labbra.





Nuovo capitolo!

É un capitolo un po' di passaggio ma spero vi piaccia comunque, anche se non succede niente di esaltante.

Non credo che in questo periodo riuscirò a pubblicare una volta al giorno: la scuola mi sta uccidendo...😷😷

Se vi è piaciuto lasciate una stellina:)

All the love x

Mr.StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora