Il tempo passava e ogni giorno riuscivo a stare sempre un po' meglio. All'inizio mi chiusi in camera per circa una settimana e non lasciai entrare nessuno. Mangiavo e bevevo il minimo indispensabile e mi facevo mettere i piatti fuori dalla porta. Mamma diventò depressa con me e Niall decise di rimanere una settimana in più. A volte mi sedevo e stavo ferma sulla sedia a guardare le notifiche del cellulare. Liam che mi chiedeva se avevo voglia di stare un po' da lui, Niall che per comunicare mi mandava messaggi e ovviamente Vicky, che non smetteva di scrivermi. Puntualmente ricevevo un suo messaggio ogni ora.
Mi rifiutai di andare a scuola e per una settimana mia madre acconsentì, ma poi un giorno, era una domenica, bussò violentemente alla porta e continuò a gridarmi di aprire, ma io non diedi alcun segno di vita, così arrivò pure Niall, che tentò di forzare la serratura senza però alcun risultato. Alla fine decisi di aprire loro, ma dalla porta non entrarono né mia madre né mio fratello, bensì Louis. Senza un vero motivo gli buttai le braccia al collo e lui mi strinse di rimando. Mia madre e Niall se ne andarono, lasciandoci soli.
«Dovresti uscire un po', é sereno oggi» mi disse sedendosi sul letto.
«Sto bene qua.»
Per qualche minuto nessuno dei due parlò. Sembrava quasi che Louis si stesse ripassando un copione mentalmente o che stesse cercando di formulare un discorso, così decisi di rompere il ghiaccio: «Da quanto sei qui?»
Solo dopo averlo chiesto mi resi conto della stupidità della domanda: era lì dal giorno in cui Harry sarebbe dovuto arrivare.
«Oh, scusa, cioè lo so da quanto sei qui.» Dopo aver detto quelle parole sentii qualcosa salirmi in gola e diventare un singhiozzo. All'inizio non mi resi conto di star piangendo, lo capii solo quando percepii le braccia di Louis stringermi a lui. Mi misi le mani sugli occhi per evitare che potesse guardarmi: ero già apparsa fin troppo debole e non volevo che Louis vedesse anche l'ultimo pezzo di Cat che si frantumava.
Poi Louis fece qualcosa che non mi sarei mai aspettata: come se avesse intuito cosa fosse, afferrò dal comodino l'album che avrei dovuto regalare ad Harry e iniziò a sfogliarlo. Con le lunghe e sottili dita sfiorava con tocco leggero le foto che faceva scorrere pagina per pagina. Quanto tempo avevo dedicato a quell'album, che però Harry non avrebbe mai visto.
«Lui ti ama.»
Quelle tre parole furono devastanti. Come poteva stare ancora dalla sua parte dopo quello che mi aveva fatto sapendo ciò che avevo passato con Cameron? Se con lui ero riuscita ad andare avanti ce l'avrei fatta anche con Harry. Dopotutto avevo altre persone che mi amavano e di certo lui non era tra quelli.
«Io non credo proprio» ribattei.
«Ha fatto un errore: a te non capita mai di sbagliare?»
«Ha baciato un'altra» dissi fredda. Era dura pronunciare quelle parole.
«Mentre era ubriaco.»
«Mi ha pur sempre tradita» mi fermai per puntargli un dito al petto «tu come ti saresti sentito se la tua ragazza ti avesse inviato un video di lei che bacia un altro dopo averti promesso amore eterno e averti composto una poesia?» la voce si era alzata pian piano fino a quando non si ruppe di nuovo all'ultima domanda.
«Io voglio solo che voi siate felici e, credimi, in questo momento nessuno dei due lo è.»
«Per te è facile Louis: l'unica cosa che sapete fare tu e Vicky é stare a letto a scopare. Forse dovreste crescere e imparare che le relazioni non sono solo sesso, ma anche amore e non credo che tu possa capirmi o avere il diritto di consolarmi visto che non proverai mai il dolore di un tradimento perché tu sei il primo che passa da un letto all'altro di una ragazza» mi sentii immediatamente meglio: mi ero finalmente sfogata. Ma non appena finii il discorso Louis si alzò dal letto e senza neanche salutarmi si diresse alla porta. Lo presi per una manica e lo trattenni per pochi secondi. Mi guardò negli occhi e con tono inespressivo disse: «Spero che tu possa essere felice un giorno, devo andare.»
Avrei voluto fermarlo, dirgli di rimanere, abbracciarlo, persino bloccargli l'uscita, ma non lo feci. Restai lì, impalata sulla porta, mentre lui scendeva le scale e io mi rendevo conto che avevo appena rovinato la nostra amicizia. Perché avevo detto quelle cose orribili? Eppure ciò che mi sembrava più crudele era che ciò che gli avevo urlato contro lo pensavo veramente.
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Nella seconda settimana rincominciai ad andare a scuola, obbligata da mia madre. Andai persino in biblioteca a studiare con Becky. Lei mi piaceva: non faceva domande troppo personali e a meno che io non decidessi di parlarle lei non faceva pressioni. Vicky invece iniziai a sentirla sempre meno. Da quando avevo litigato con Louis le nostre telefonate non duravano più come una volta. I miei voti a scuola però erano migliorati: ora prendevo quasi sempre A. Probabilmente sarà stato per la riduzione delle mie uscite settimanali. Andai avanti così: cominciai a riempire il tempo libero con lo studio, cercavo di tenermi occupata. Dopo un mese diventai una delle studentesse più brave, tanto che a maggio mi fu offerta una borsa di studio per la University of Georgia, la cosiddetta UGA. Tutti i miei familiari erano entusiasti, uno più felice dell'altro. Ma io no. Io non provavo niente. Realizzai che avrei passato la mia vita a studiare e a conseguire esami su esami. Avrei trovato un bravo ragazzo, qualcuno che probabilmente avrei sposato e con cui avrei avuto due figli. Avremmo fatto una cerimonia semplice, solo con i parenti più stretti. Non avremmo fatto sesso prima della luna di miele dalla quale sarei rimasta incinta del mio primo figlio, un maschio. Aspettati due anni avrei partorito una bambina che avremmo chiamato con una dei dieci nomi più usati d'America. Sarebbe stata una di quelle vite monotone, uno di quei matrimoni che dopo una decina d'anni falliscono, ma continuano ad andare avanti. Avrei avuto una di quelle famiglie che da fuori sembrano perfette, ma se vai ad indagare sono un completo disastro. Ma io non la volevo e non l'avrei mai voluta.
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Apro gli occhi e mi stiracchio leggermente. Oggi è il 2 Giugno. Oggi c'è il ballo di fine anno. Oggi sono quattro mesi dal compleanno di Harry. Oggi è una giornata di merda, come ogni giornata é da quattro mesi a questa parte.
Scusate se è da un po' che non aggiorno, ma sono un sacco incasinata con la scuola, per questo spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ci ho impiegato veramente tanto a scriverlo e sono abbastanza soddisfatta. Il prossimo capitolo dovrebbe essere l'ultimo. Dispiace anche a me dover concludere la storia, ma prima o poi sarebbe dovuta finire.
Lasciate una stellina✨
Buonanotte a tutte❤️
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Mr.Styles
FanfictionCathleen era convinta di avere una vita perfetta: era una ragazza popolare, aveva molti amici e anche un fidanzato perfetto. Ma anche lei sapeva che era tutto troppo bello per essere vero. C'é solo una persona che riuscirà a insinuarsi nella sua vi...