Era davanti a me, bianca e pura, una luce abbagliante che mi attirava. Non avevo paura, sapevo che nel momento in cui l'avrei attraversata ci sarebbe stata solo pace ad aspettarmi ed era quello che volevo.Non volevo ricordare, non volevo sapere cosa mi lasciavo alle spalle, volevo solo andare avanti.
Protrassi una mano verso la luce, né sentì il calore sulla punta delle dita, poi di colpo qualcosa si avvolse intorno alla mia vita e mi tirò dall'altra parte, nell'oscurità, verso un luogo a cui non volevo fare ritorno, non da sola.
«Heil Levis... Il tuo viaggio non è ancora finito».
Quelle poche parole mi strapparono via da quel sogno e mi privarono della fine per sempre.
«Penny questi piatti al tavolo cinque».
La voce di Rose mi ridestò dalle pagine del mio libro. Sollevai lo sguardo ed incontrai la sua espressione impaziente mentre mi porgeva un vassoio. Mi diede a mala pena il tempo di poggiare il libro che me lo ritrovai fra le mani. La donna si allontanò e batté due volte il campanellino sul bancone, per sottolineare che dovessi muovermi. Mi alzai e portai al tavolo la loro ordinazione, sorrisi il più cordialmente possibile e ritornai al banco.
Ero arrivata a lavoro alle sei di mattina, ma anche dopo quattro ore la caffetteria era rimasta praticamente vuota, da quelle parti erano poche le persone che si sarebbero alzate per un caffe annacquato e una pasta precotta riscaldata al microonde anche di domenica.
«Se continui a leggere e fare il topo di biblioteca nessuno ti filerà mai mia cara» commentò lei masticando rumorosamente una gomma.
Ignorai le sue parole e, preso uno straccio umido, cominciai a pulire il bancone.
«Non ti offendere, ma è da quando sei arrivata che penso ci sia qualcosa di strano in te...» mi affiancò e mi osservò da capo a piedi «... Sei carina, ma non fai altro che indossare vestiti che non ti valorizzano affatto... E quei capelli... Avrebbero davvero bisogno di una sistemata».
«Grazie... Prenderò in considerazione i tuoi consigli».
Incrociò le braccia e non allontanò lo sguardo da me per un momento. Lo sentii puntato addosso mentre portavo un'ordinazione all'altro unico tavolo occupato e finivo si sistemare gli altri per poi spostarmi sul retro con l'intenzione di prendere dal magazzino la merce per riempire gli espositori. Quando ritornai lei ancora mi guardava.
«Stai troppo per i fatti tuoi e non ti ho mai visto da nessun'altra parte se non qui».
«Non socializzo facilmente e preferisco stare per conto mio».
Risposi nella speranza di placare quella sua curiosità, non mi piaceva quando le persone cominciavano a fare troppe domande. Le mie parole invece la incoraggiarono a parlare ancora.
«Se è solo questo il problema posso aiutarti io... Conosco tutti da queste parti e sono sicura che riuscirei a trovarti una buona compagnia... Anzi credo di avere già in mente qualcuno, nonostante il tuo aspetto trasandato sei in qualche modo riuscita ad attirare l'attenzione».
«Non c'è alcun motivo per cui ti debba preoccupare... Sono a posto così, te lo assicuro».
«Da sola? ...Fidati di me, nessuno sta bene da solo».
«Io si» sospirai, quasi esasperata da quella insistenza.
«Hai appena vent'anni non vorrai sprecare la tua vita così?!» esclamò quasi indignata dalla mia reazione.
Un pensiero mi sorvolò la mente, ma lo scacciai prima che potesse afferrarmi.
«Non vorrei essere drastica, ma se continui con questo atteggiamento morirai triste e sola».
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Immortale
FantasyUna donna la cui vita è destinata a ripetersi nel tempo. Un amore che non muta nei secoli. E incontri inaspettati che possono cambiare il destino.