-19 Risvegli-

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Si svegliò leggermente intontita e confusa.

Era nella sua camera, una coperta poggiata sopra e i vestiti della sera prima ancora addosso, quando osservò la sveglia si rese conto che erano le dieci di sera, aveva dormito per un giorno intero.

"Perché Heil non mi ha svegliato?" pensò confusa mettendosi lentamente a sedere, inoltre non era neanche nella stanza, sapeva che non l'avrebbe lasciata sola dopo gli avvenimenti della sera prima. Qualcosa non tornava e una strana sensazione cominciava a farsi sentire. Si alzò e si diresse lentamente verso la sua camera, ma di lei non vi era traccia neanche li.

"Deve essere successo qualcosa" pensò muovendosi rapida verso il soggiorno.

Si fermò sorpresa quando intravide la figura di Nikolai seduto su uno degli sgabelli della penisola della cucina che sorseggiava da un bicchiere un liquido appena rosato, sul tavolo una bottiglia di Koslov quasi terminata e una di Bourbon. Quando la vide le sorrise e sollevò il bicchiere.

Per un attimo quel gesto le fece gelare il sangue come il pugnale Ages che aveva alla cintura, c'era sicuramente qualcosa che non andava, senza neanche pensarci si avvicinò a lui e gli prese il polso sollevando la camicia per poter vedere il suo orologio. I tre cerchi che rappresentavano anni, decenni e secoli a partire dal più piccolo erano formati da dieci cifre che andavano dallo zero al nove. Prese un respiro di sollievo quando si accorse che la piccola barra orizzontale dei millenni segnava 0. Spostò lo sguardo su di lui quando gli strattono via il braccio dalle mani e si mise in piedi spostandosi sul divano, nonostante tutto quello che doveva aver bevuto il suo corpo non vacillavo per nulla.

«Dove è Heil? ...Cosa è successo?».

«Sai qual è l'unico difetto di essere un Cacciatore? ...» finse di non aver sentito la sua domanda «... Non possiamo ubriacarci, è strano sai, gli Immortali possono e noi no, eppure la nostra immortalità in realtà e la loro...» rise «... Che cosa buffa».

Si sedette pesantemente sul divano, per poi prendere un altro sorso dal suo bicchiere. Aggy sapeva bene che non era ubriaco, eppure in quel momento gli sembrava davvero lo fosse.

«Nikolai rispondimi» ripeté con la voce che tremava appena.

«Il tuo fidanzato ha chiamato un centinaio di volte, forse dovresti richiamarlo o si preoccuperà, o peggio... Si precipiterà qui e la copertura di tua madre farà... Boom» mimò l'esplosione con le mani e poi ridacchiò, lei sospirò, qualsiasi cosa lui avesse in quel momento non riusciva a comprenderla.

Lo ignorò, era ancora arrabbiata con lui dopotutto e ora il suo comportamento cominciava ad innervosirla. Non appena riconobbe la voce di Nate all'altro capo del telefono si sentì subito meglio.

«Ciao Nate sono io».

Era a lavoro, riconobbe i rumori della cucina, così come la porta dell'ufficio che gli si chiudeva alle spalle.

«Abigail accidenti mi hai fatto preoccupare da morire!». La chiamava per intero solo quando era veramente arrabbiato.

«Mi dispiace tantissimo... Non sono stata bene...».

Ricordava a memoria il copione per queste situazioni eppure ogni bugia la ferì come un pugno nello stomaco, non le piaceva mentire, ma doveva mantenere il segreto di Heil a tutti i costi, sapeva che non era una cosa facile da capire, la volta in cui lo aveva conosciuto aveva visto che neanche Gabriel ne veniva messo al corrente.

«Dove sei adesso?» chiese lui con la voce più calma.

«Sono a casa...».

«Penny è con te? Non è venuta a lavorare neanche lei stasera e non sappiamo come contattarla».

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