Mi svegliai nel cuore della notte, la stanza era buia e silenziosa, i pensieri confusi e disordinati così come i ricordi. "Perché non ti lascia in pace..." aveva detto Aggy. Avrei voluto trovare una risposta a quella domanda e a tutte le altre che circondavano la mia misteriosa trasformazione e il mio passato, ma in tutti quegli anni l'unica cosa che ero riuscita a capire era una sola: ero io che non riuscivo e non volevo lasciarlo andare.
Nella mia vita lui era sempre stato una certezza, sapevo che sarebbe arrivato, cosa ciò avrebbe portato con se e come mi sarei sentita, non era un incognita, un salto nel vuoto come invece era tutto il resto.
Ma poi era arrivata Aggy e ora, quel bisogno incontrollabile di stare al suo fianco, di amarlo, era diverso da come lo ricordavo: un tempo non avrei esitato un istante, sarei rimasta al suo fianco il prima e il più allungo possibile, ora invece il dubbio mi lacerava.
E ad aggiungersi ai miei pensieri c'era quella sensazione profonda che mi contorceva lo stomaco e a cui non riuscivo a dare un nome.
"Cosa è cambiato? ...Cosa c'è di diverso stavolta?".
I ricordi del nostro primo incontro e di tutti quelli che lo avevano seguito erano lì e si accavallavano, si confondevano fra loro e non facevano che aumentare il caos che già sentivo dentro.
Presi un respiro profondo e mi alzai. Preparai una tisana e, dopo aver infilato un maglione, uscii nella veranda.
Il freddo pungente della notte allontanò dalla mente alcuni di quei pensieri e ad ogni sorso i restanti tacquero. C'ero solo io ora, il silenzio della casa alle mie spalle e i suoni sommessi della città difronte. Le luci illuminavano appena il cielo e nascondevano le stelle, ricordavo chiaramente come secoli prima quelle si mostrassero luminose. Conoscevo i loro nomi ancora prima di impararli, un ricordo del mio passato dimenticato, avevo condiviso ricordi, segreti e sogni guardandole, perché nella mia vita quelle erano state l'unica cosa a non scomparire.
Avevano visto il trascorre della mia vita, il dolore e le brutalità degli uomini, ma erano rimaste lì.
"Mi hai parlato delle stelle una volta, del loro coraggio..." udì quelle parole in un sussurro.
Mi voltai, ma ero sola. Fui colta da un capogiro improvviso, brividi mi scossero da capo a piedi e le gambe cedettero sotto il mio peso, mentre un dolore lancinante mi invase il torace. Divenne improvvisamente tutto buio.
Quando ripresi coscienza era ormai l'alba, avevo il corpo indolenzito e un dolore martellante alla testa.
Rientrai in casa ancora stordita e confusa da ciò che era appena accaduto. Cercavo di ricordare dove avessi sentito quelle parole, chi le avesse pronunciate, ma ogni tentativo era vano, nella mia mente risuonava un eco senza fine.
Feci una doccia nel tentativo di allontanare quel torpore dal corpo e fui felice di constatare che funzionasse. Perfino il dolore alla testa cominciò a migliorare, fino a scomparire del tutto.
Dopo essermi vestita mi spostai in cucina, avevo bisogno di tenere la mente impegnata e non c'era niente di meglio che preparare qualcosa per colazione.
«Pancake? ...A cosa devo l'onore?».
Aggy ancora assonnata comparve intorno alle nove e si sedette osservandomi circospetta.
«Avevo voglia di cucinare e ammetto un po' speravo che mi aiutassero a farmi perdonare».
«Heil... Riguardo a ieri...» cominciò lei, ma la interruppi.
«Va tutto bene... Ho capito, non c'è bisogno di...».
«Lo so, ma io voglio spiegarti... Non voglio che pensi che non voglia vederti felice...» la osservai confusa «...Il favore che ho chiesto ai ragazzi, le mie parole di ieri... Volevo solo impedire che soffrissi un'altra volta, vorrei tenerti lontana da lui perché so come finirà e ho paura».
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Immortale
FantasyUna donna la cui vita è destinata a ripetersi nel tempo. Un amore che non muta nei secoli. E incontri inaspettati che possono cambiare il destino.