Osservò la macchina allontanarsi e sorrise, aveva visto l'indecisione sul suo volto e ciò poteva voler dire che aveva qualche possibilità. Girò su se stesso con estrema eleganza e si diresse verso la sua moto, sfilò la chiave dalla tasca e apri il sedile recuperando il suo casco, poi montò in sella.
"Una corsa spericolata e a tutta velocità è proprio quello che ci vuole" pensò accendendo e dando gas.
La moto partì come un fulmine. Aveva ricevuto un messaggio da una vecchia conoscenza che lo aspettava fuori città e sapeva che non era uno a cui piaceva aspettare, quindi doveva fare in fretta prima che decidesse di andarsene, un'ottima ragione per provare le ultime modifiche fatte alla moto.
Vicino alla mano destra c'era un tasto azzurro che non aspettava altro di essere premuto e lui non se lo fece ripetere due volte, un secondo dopo le macchine intorno a lui diventarono solo fasci di luce, andava così veloce che non riuscivano a vederlo, quando passò davanti ad un autovelox quello non riuscii neanche a calcolarne la velocità e la foto che fece raffigurava solo una macchia nero-azzurra che si allontanava.
Non impiegò molto a trovare il posto, era l'unico bar lungo la strada, non aveva preso quella principale che lo aveva condotto in città la mattina precedente, ma una secondaria che attraversava le montagne, un ottimo modo per mettere alla prova i suoi riflessi combinati con la velocità. Come previsto non commise neanche un errore, una guida e un controllo praticamente perfetto e la moto scivolava così bene che gli sembrava quasi di volare. Si fermò con una sgommata che sollevò un polverone proprio difronte al bar, gli ci volle un secondo per individuare il suo contatto e una volta fatto scese, levandosi il casco e ravvivando la chioma dorata. Poi entrò.
Oltre a lui all'interno del locale c'erano un uomo dai baffi bianchi, una cameriera che gli aveva già messo gli occhi addosso e un paio di uomini che sorseggiavano una birra parlando fitto fitto fra di loro senza degnarlo neanche di uno sguardo.
Lui si sedette davanti all'uomo e sollevò una mano per far avvicinare la cameriera alla quale ordinò una tazza di caffè con uno dei suoi incantevoli sorrisi, la donna arrossi appena e si allontanò contenta.
«Niente di più forte?» chiese l'uomo con un marcato accento russo senza distogliere gli occhi dal suo giornale.
Nikolai sorrise.
«È ancora presto... Piuttosto, mi hai chiamato per un motivo spero?».
La sua voce era fredda e dura, senza più l'ombra di alcun sentimento amichevole.
«Nikolai Victor Koslov vi ho mai deluso?». Lui lo guardò di traverso.
«C'è stata quella volta in Birmania e quella in India e... Se non ricordo male anche una in Galles, ma per quella ti avevano pagato profumatamente per darmi le informazioni sbagliate per cui forse non conta. Devo continuare?».
«Va bene... Voi cacciatori avete troppo memoria».
Nikolai sorrise come prima sorseggiando il suo caffè che gli era appena stato portato.
«Un effetto collaterale...» disse poggiando nuovamente la tazza «... Ora parliamo di cose serie».
Il suo tono non ammetteva che indugiasse oltre.
Ogni fibra del suo corpo era in allarme, qualcosa lo aveva fatto scattare, ma non riusciva a capire cosa è nella sua mente ripercorse tutte le immagini che gli erano capitate sott'occhio, ogni minimo dettaglio da quando era entrato lì, mentre un'altra parte della sua mente ascoltava l'uomo che quasi sussurrava vicino a lui, ma non gli era difficile fare più cose contemporaneamente.
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Immortale
FantasiaUna donna la cui vita è destinata a ripetersi nel tempo. Un amore che non muta nei secoli. E incontri inaspettati che possono cambiare il destino.