-7. «Rimango» -

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Davanti all'entrata dell'appartamento incontrammo Samuel, per un attimo ebbi l'impressione che fosse intento in una conversazione, ma non aveva un telefono ed era da solo sulle scale dell'ingresso.

Lo salutammo e a nessuna delle due sfuggì la sua espressione pensierosa.

«Aspetti qualcuno?» chiese lei affiancandolo.

«No... Ero in casa e ho notato un tipo seduto qua fuori... Credo cercasse qualcuno, aveva un foto con se».

«Una foto?» domandai curiosa.

«Si... Sembrava d'epoca, era in bianco e nero e molto rovinata... Mi ha indicato una ragazza e mi ha chiesto se l'avessi mai vista...» spostò lo sguardo su di me e mi osservò con attenzione «...In effetti, ora che ti guardo meglio un po' le somigli, ma era datata 1835, quindi non vedo come sia possibile».

Un brivido freddo mi corse lungo la schiena, da una parte cercavo di convincermi fosse solo un caso, ma dall'altra sapevo che le coincidenza, nel mio mondo, erano solo il primo segno di pericolo.

«Che aspetto aveva? ...Il ragazzo?».

«Oh... Se devo essere sincero non ci ho prestato attenzione...» la sua espressione si fece confusa e spaesata «...Anche se è strano perché sono rimasto per un po' ad osservarlo dalla finestra prima di scendere».

«Pazienza... Non importa».

Presi Aggy e ci avviammo verso l'ingresso. Lei teneva lo sguardo preoccupato su di me, ma allo stesso tempo era confusa e non sapeva cosa fare o dire se non seguirmi.

«Se dovesse tornare cosa vuoi che gli dica?».

Mi fermai sul primo scalino.

«La verità... Che non l'hai mai vista, ad oggi quella ragazza dovrebbe avere almeno un'ottantina di anni giusto?».

«Non per forza vuol dire qualcosa» affermò Aggy nel tentativo di tranquillizzarmi.

Da quando eravamo entrate in casa non mi ero fermata un attimo, così come i miei pensieri che correvano come cavalli impazziti da una parte all'altra.

«Ma allo stesso tempo non può essere una coincidenza... Quante probabilità ci sono che qualcuno venga a cercarmi proprio qui e che, per caso, non lasci alcuna memoria di se, se non una foto che potrebbe ritrarmi».

«Potrebbe...» sottolineò.

Spostai lo sguardo su di lei e vidi che come me era arrivata all'unica possibile soluzione, eppure non la reputava abbastanza per giustificare la mia intenzione di sparire in quell'esatto istante.

«Aggy... Sai anche tu che è troppo...»

«Pericoloso? ...Non lo è e poi sei appena arrivata ed io non sono più una bambina posso difendermi se necessario...».

«Non si arriverà a tanto» la mia espressione decisa non ammetteva ribattiti.

Si alzò e mi prese le mani fra le sue.

«Rimani... Almeno fino a che non sei sicura del pericolo».

«E se fosse tardi? ...Sai bene anche tu che questo tipo di minaccia è destinato ad aumentare e allora sì che non avrei alternative». Mi sedetti ed inspirai profondamente passandomi una mano sul viso.

"è rischioso... Per te, quanto per lei... Non ha senso aspettare, lo sai benissimo cosa dovresti fare".

Lei si inginocchiò davanti a me, sollevai lo sguardo per incontrare il suo: mi guardava con quei grandi occhi verdi, pieni di speranza e aspettativa. Non le importava del pericolo o delle conseguenze voleva solo che facessi una scelta che hai suoi occhi forse risultava semplice: voleva che restassi al suo fianco.

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