"In inglese 'io' è l'unico pronome che si scrive sempre maiuscolo. Non 'tu', non 'noi', sempre e solo 'io'. Qualcosa vorrà pur dire."
-CitAgosto 2007.
Quei capelli lunghi e ricci, quel sorriso buono e smagliante, quegli occhi pieni di amore e di fede. Era incredibile che non ci fosse più nessuna di queste cose.
Hermione sospirò davanti allo specchio che rifletteva la sua nuova immagine; una ragazza alta, dai capelli lisci e scuri, sorriso perfetto e perfido, e gli occhi.. Oh, gli occhi non li riconosceva più nemmeno lei, c'era qualcosa di nuovo nel suo sguardo, forse era quella scintilla di pazzia incontrollata, quella voglia di combattere, uccidere. Quella che non le faceva provare nulla all'infuori che per se stessa.
E la ragazza rise, rise amaramente, perché quella che era un tempo non esisteva più e non ne sentiva minimamente la mancanza.
Il suo nome era l'unica cosa che restava di quella persona, a suo parere troppo debole e buona, l'unica cosa che le accomunava ancora.
Qualcuno l'abbraccio alle spalle, lasciandole un dolce bacio sul collo.
«Bonjour mon amour. Sei pronta?»
Quell'accento francese inconfondibile, non poteva essere altri che il suo Dimitri. Già...l'aveva odiato così tanto, ed ora lo amava. Come era strano il mondo, prima odi una persona e poi la tua vita dipende dalla sua felicità. Beh, per alcuni era così. Ma non per lei. La sua felicità non dipendeva da nessuno, nessuno.
«Oui, mon chere.» rispose Hermione. «Non mi hai forse vista?» ridacchiò indicando se stessa in biancheria intima.
Dimitri rise e si lasciò cadere sul letto della giovane, dopotutto ci aveva passato un sacco di notti sul quel morbido materasso.
La stanza era semplice, le pareti erano di una tonalità rosa antico, un colore che Hermione aveva avuto modo di criticare in molte occasioni, un letto a baldacchino del medesimo colore spiccava in tutta la sua grandezza sulla parete destra, un armadio enorme era accostato affianco alla finestra che dava su un'enorme vallata e difronte al letto, c'era un enorme specchio con una cornice d'oro.
Dal mobilio si poteva capire che era una camera vecchia, passata da generazione in generazione, per niente concordante con i gusti della ragazza che ora vi abitava.
«Okay.. Sono pronta.» Hermione fece una piroetta per farsi ammirare in tutto il suo splendore dall'uomo che aveva difronte.
Aveva uno strano abbigliamento, non come ai tempi di Hogwarts in cui si vestiva o con la divisa o con semplici abiti babbani, quella mattina indossava dei pantaloni lucidi neri aderenti con sopra una semplice maglietta del medesimo colore e, per chiudere il tutto, aveva degli stivali alti fino alle ginocchia e un giacchetto di pelle di drago abbastanza corto.
I capelli ormai lisci le ricadevano leggiadri sulle spalle, mentre lei si chinava a raccogliere da terra un fermacapelli con il quale si fece una perfetta coda.
«Bhe, non c'è che dire sei meravigliosa.» Si complimentò Dimitri, il suo sguardo che non perdeva nessuno dei movimenti della mora
si soffermò per un po' sul suo lato B.
«Lo so» La ragazza sorrise e si avvicinò al letto dove sedeva ancora il suo interlocutore. «Dopotutto sono la tua ragazza, no?»
«Una ragazza super sexy... Si, sei il tipo che piace a me.» Gli occhi rossi di Dimitri saettarono un nanosecondo su quel piccolo scrigno che la giovane si ostinava a tenere sigillato sopra il suo comodino. In sette anni non l'aveva mai vista aprirlo, sinceramente dubitava anche che lei l'avesse mai fatto, però ogni volta che gli si avvicinava o provava ad instaurarne una conversazione, Hermione andava in bestia.
Non che avesse paura di lei, sia chiaro, ma da quando l'avevano portata lì la prima volta, erano cambiate molte cose; era diventata più forte, indipendente, insensibile, e sarebbe riuscita a procurarti ferite interne molto gravi solo con l'uso di tre dita della mano.
Questo Dimitri lo sapeva per esperienza: un giorno, Dio lo maledica amaramente, aveva provato ad aprirlo, non l'avesse mai fatto!
Hermione, che non era in casa, comparse in un battito di ciglia e solo con il potere della mente era riuscita a bloccargli il flusso sanguigno, qualche secondo in più e gli sarebbero esplose le vene; sia ringraziata la presenza di Evangeline che era riuscita a farla smettere, altrimenti sarebbe morto su quel pavimento. Certo, sarebbe anche tornato in vita poco dopo, ma sarebbe stata una cosa dolorosa.
Gliel'aveva insegnato lui quel trucco, ma non immaginava che lo potesse mai usare contro di lui.
Spietata.
Da quella 'turbolenta' giornata di 3 anni addietro, Dimitri fece un giuramento: Non avrebbe mai più toccato quel cofanetto.
«Eh bien, possiamo andare» un ghigno comparve sul volto di Hermione «Non è carino far aspettare i centauri.»
«Oh, chérie... Siamo già in ritardo di un'ora.»
Dimitri ghignò a sua volta, nascondendo alla perfezione un brutto presentimento riguardante un ragazzino, ormai adulto, con una cicatrice a forma di saetta e due lenti rotonde.
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I Have Died Every Day Waiting For You
Fanfiction•Sequel di Together• Sono passati sette anni da quando Hermione se n'è andata. Sette anni di sofferenze per Draco che aspetta la sua amata. Sette anni da quando Dimitri ed Evangeline l'hanno portata via con loro per insegnarle come essere una Diani...