«Dovremmo ucciderli tutti.» ringhiò tra i denti Dimitri, mentre passeggiava frenetico davanti agli altri.
«Calmati fratello.» lo ammonì Isaac pacato, dal tronco di un albero poco lontano.
Il vento si fece più forte e le nuvole incominciarono a scurirsi fino a quando entrambi iniziarono ad avventarsi contro il giovane lupo. Isaac non gradiva l'acqua e Dimitri lo sapeva benissimo, inoltre quella non era semplice acqua, ma un mini tornado creato appositamente per lui.
Evangeline, ancora seduta accanto a Hermione, si vide costretta ad intervenire per non far morire affogato Isaac, quindi senza neanche sprecarsi a muovere un arto, un ramo dell'albero sul quale Isaac era appoggiato poco prima incominciò ad allungarsi a dismisura fino a legarsi attorno al corpo del ragazzo per portarlo in salvo. Dopo averlo sollevato di qualche metro da terra e spostato in una parte asciutta, l'albero non si fece problemi a farlo atterrare in malo modo, lasciandolo improvvisamente.
Isaac cadde di faccia sul terreno duro, bagnato fradicio e dolorante, sputacchiando acqua e tossendo rumorosamente.
Ma nessuno gli prestò più attenzione.
«Dovremmo ucciderli.» riprese Dimitri, ricominciando la passeggiatina irritante.
«Sai che non è fattibile, Dimitri.» rispose Evangeline e, interrompendo la risposta del fratello sul nascere, continuò. «E prima che tu mi dia fuoco, non lo sto dicendo perché non mi piacerebbe vederli tutti tre metri sotto terra, ma stronzi o meno sono la sua famiglia – rivolse uno sguardo veloce a Hermione – non possiamo semplicemente ucciderli.»
Dimitri diventò rosso. «Siamo noi la sua famiglia.»
Evangeline sorrise sconsolata. «Davvero, fratello?»
Hermione rispose al posto suo. «Si.» e li guardò uno per uno, «Voi siete qui e questo significa tanto per me.»
Dimitri si avvicinò ad Hermione, prendendole le mani tra le sue. «Noi andremo in quell'ospedale.»
A Hermione brillarono gli occhi. «Sul serio?»
Evangeline si alzò in piedi, scrollandosi di dosso l'erba e la terra che le erano riamaste sul vestito. «Sul serio.»
Afferrarono Isaac, ancora offeso per come era stato trattato, e si smaterializzarono difronte al San Mungo, o meglio, d'avanti all'entrata nascosta del San Mungo.
Sussurrarono al manichino, che li fece entrare in una enorme sala d'attesa. Dimitri, Evangeline e Isaac si guardarono intorno incuriositi, mentre Hermione che era già stata lì anni prima andò dritta a mettersi in coda.
Dopo aver aspettato che le cinque persone che aveva davanti, con i più strani problemi che avesse mai visto, si togliessero di mezzo finalmente arrivò il suo turno.
L'assistente dietro al vetro era evidentemente irritata e li guardò subito male. «Si?»
«Draco Malfoy.» disse Hermione, che già aveva voglia di prenderla a schiaffi.
«Come dice?» ripetè annoiata. Evidentemente non aveva ascoltato una parola, troppo impegnata a guardarsi le unghie, perché di solito la gente reagiva in modo strano quando sentiva il suo cognome.
Hermione imitò il suo tono. «Se non le dispiace, dovrei vedere Draco Malfoy.»
Infatti la strega, o quella che si presupponeva lo fosse, sussultò a sentirlo nominare ma nonostante ciò cercò di darsi un contegno.
«Ehm.» tossicchiò, riprendendo un tono di voce normale. «Certo, il signor Malfoy.»
Estrasse un foglio da un mucchietto che aveva di fronte e lo lesse velocemente. «Certo.» ripetè. «Lei è?»
Una che sta per schiantarti, avrebbe voluto rispondere Hermione ma si costrinse ad essere civile. «Hermione Granger.»
La donna si fece d'un tratto pallida e iniziò a guardarsi intorno come a voler cercare una via di fuga da Hermione.
«Allora?» la incitò Hermione.
«Mi dispiace signora ma qui c'è scritto che lei non può assolutamente passare.»
Hermione stinse gli occhi, fingendo di non aver capito bene. «Come scusi?»
L'altra finalmente la guardò negli occhi. «Mi dispiace, non posso lasciarle vedere il signor Malfoy. Mi è stato espressamente specificato di non farlo.»
«E chi glielo avrebbe detto?»
«Sono informazioni riservate io..»
Hermione fece un sorriso talmente finto da far paura e far raggelare la donna sul posto. «Allora, forse non ci siamo capite bene.» scandì Hermione lentamente, «Ed evidentemente lei non sa chi sono io.»
Allungò una mano verso di lei e ne spuntò una piccola fiamma che scomparve subito, dando giusto il tempo alla donna di capire la minaccia. «Quindi...» Hermione continuò a sorridere amabile. «Le conviene lasciarmi passare se non vuole vedere cosa sono in grado di fare con uno schiocco di dita.»
Stranamente però la donna non sembrò intimorita, ma facendosi coraggio le rispose: «Credo che debba andarsene o altrimenti sarò costretta a chiamare...»
«Forse non ci siamo capite...»
Dimitri apparve dietro di Hermione con una velocità impressionante, appoggiandole le mani sulle spalle per scansarla un po'. «Certo che non vi siete capite, belle signore. Sono certo che la nostra Eva sarà felicissima di lasciarci passare, dopotutto la medimaga a cui è affidato il reparto dove dobbiamo andare non credo voglia sapere della storia tra suo marito e questa gentile signora. Dico bene Eva?»
Eva troppo sotto shock anche solo per parlare, si limitò ad annuire veloce per farli passare, dedicandosi immediatamente al secondo paziente.
Dimitri le aveva letto nel pensiero e lo aveva usato contro di lei.
Incredibile come la gente in situazioni di pericolo incominci a pensare a tutte le cose sbagliate o delle quali si pente che ha fatto durante tutto il corso della vita.
Hermione accennò un sorriso di gratitudine a Dimitri che le strinse la mano con forza. Si ricongiunsero a Evangeline e Isaac e, insieme, si diressero verso il quarto piano. Sperando che Draco fosse ancora lì.
Dopo aver salito una moltitudine di scale che sembrarono loro infinite, finalmente arrivarono nel reparto, in un corridoio con tante porte attraverso le quali si sentivano strani versi e rumori. Hermione andò dritta verso la terza sulla destra, dove aveva visto scomparire una chioma bionda. Ma quando spalancò la porta, si trovò ad arrossire sotto lo sguardo di una donna arrabbiata per l'intromissione, che di certo non era Luna. Chiuse la porta senza dire niente e si appoggiò al muro rivivendo la figura di merda che aveva appena fatto.
«È quella accanto.» disse Dimitri. «Riesco a sentire i loro pensieri fin da qui.»
Hermione annuì. «Io entro, voi aspettatemi qui.»
Dimitri fece per protestare ma Isaac la invitò ad andare con un gesto della mano. Loro l'avrebbero aspettata lì.
Hermione decise di lasciar perdere l'entrata di scena, dopotutto era così felice di sapere che Draco non era ancora stato trasferito al reparto degli "irrecuperabili", come lo aveva soprannominato lei poco fa.
Aprì la porta, e si ritrovò in una stanza enorme e molto luminosa. Sulla sinistra c'erano divanetti e poltroncine a formare una specie di sala d'attesa, lì erano seduti tutti i suoi amici. Ma se loro erano là, con chi era Draco?
Hermione cercò di non farsi vedere mentre, silenziosamente sgattaiolava verso la parte sinistra della stanza, dove, dietro un muro formato da tante tende bianche, si trovavano i pazienti. Ovviamente si ritrovò gli occhi vigili e attenti di Harry che anni di carriera di Auror avevano addestrato alla perfezione. Lei sostenne il suo sguardo e lui senza farsi vedere dagli altri le indicò con un cenno del capo quasi impercettibile l'ultima tenda in fondo. Hermione non si sprecò a ringraziarlo. Dopo tutto quello che era successo poco prima nessuno di loro si meritava niente da lei.
Raggiunse la tenda, questa volta senza farsi notare da altri, ed entrò cercando di fare il più piano possibile, come se il minimo rumore avrebbe potuto disturbare Draco.
Quando ebbe richiuso la tenda e si voltò, quasi non si accorse che la sedia vicino al letto era occupata da qualcun altro.
Lui era così bello. Il viso rilassato lo faceva assomigliare ad un angelo addormentato. Non sembrava stesse soffrendo.
Ma c'era qualcuno seduto accanto a lui.
Hermione spostò con fatica l'attenzione da Draco alla donna che stava al suo fianco. Nemmeno lei sembrava essersi accorta che Hermione fosse entrata. Aveva i capelli biondi e neri intrecciati in un elegante chignon non troppo stretto. Sedeva composta e con la schiena ben diritta, segno di un'educazione molto rigida e teneva stretta la mano di Draco tra le sue. Quando si alzò all'improvviso, Hermione sobbalzò. Che cosa le avrebbe detto? Come avrebbe giustificato la sua presenza in quel contesto così privato? L'avrebbe cacciata?
Ma non accadde niente di tutto ciò.
La donna la guardò dritto negli occhi, senza alcuna esitazione o imbarazzo. «Non digli che sono venuta.»
Poi senza aggiungere altro, uscì. Ed Hermione rimase lì, sconvolta dalla vista di Narcissa Malfoy in lacrime.«Cosa pensi succederà ora?» chiese piano Ginny, in modo che solo Blaise potesse sentirla.
«Cosa intenti?»
«Con Hermione.»
Blaise sospirò stringendola a se con maggiore forza. Erano seduti su dei divanetti in attesa che gli lasciassero vedere Draco. A quanto diceva la medimaga c'era già una qualcuno in visita e non voleva essere disturbato.
Blaise aveva dei sospetti su chi potesse essere la persona in questione, ma non osò esprimersi quando gli altri iniziarono a fare congetture su chi potesse essere il misterioso visitatore. Blaise sapeva bene che Narcissa Malfoy amava la sua privacy e non sarebbe stato certo lui a intaccargliela.
«Onestamente? Penso che tuo fratello abbia esagerato a dirle quelle cose e che abbiate sbagliato anche voi a non andare a trovarla quando stava male e ad arrabbiarvi senza nessun motivo valido.»
Ginny si allontanò di scatto, togliendosi il braccio del moro dalle spalle con un gesto secco. «Senza un motivo valido? Draco potrebbe..»
«Tesoro, io ti amo e farei di tutto per te. Anche lasciarmi prendere per il culo, ma questo non significa che sia stupido o che non capisca quello che sta succedendo. Quindi, per favore, adesso non prendermi per il culo perché sappiamo tutti che quello che è successo a Draco non è stata colpa di Hermione.»
Ginny non rispose, limitandosi ad alzare gli occhi al cielo.
Blaise le afferrò il mento. «Ripeti insieme a me: Non è stata colpa di Hermione. Non l'ha obbligato lei a fare quello che ha fatto. È stata una sua scelta e per quanto noi possiamo non condividerla, non possiamo incolpare lei per una decisione di Draco! Apri gli occhi, Ginny! Tu non avresti fatto lo stesso per me? Io non avrei fatto lo stesso per te? La risposta è sì! E come ci saremmo sentiti se oltre ad aver perso l'amore della nostra vita, i nostri amici ci incolpassero delle sue azioni?»
«Io...»
«La risposta è di merda, Ginny.» suggerì Harry senza voltarsi verso i due, troppo preso a fissare qualcosa in lontananza.
«Oh ma fammi il piacere Potter! Come se tu fossi innocente.» fece Blaise stizzito.
«No. Hai ragione. Forse è stato lo shock della battaglia, forse la rabbia per le condizioni di Draco. Non so cosa mi sia passato per la mente. Ma adesso, dopo averla vista così. Me ne sono pentito nello stesso istante in cui ce ne siamo andati.»
Blaise incominciò a ridere e Ron si intromise nella conversazione. «Ma cosa diavolo ci trovi di tanto divertente?»
«Oh Merlino! Ma non vi sentite? Quando mai voi, voi del golden trio, vi sareste messi contro Hermione in difesa di Malfoy?! Ma per favore! Non si può sentire! Lui era il mio migliore amico! Il mio! Non il vostro! Voi non avete il diritto di fare tutto questo, di comportarvi come se foste stati feriti personalmente! Parliamoci chiaro ragazzi: non siete mai andati d'amore e d'accordo con Draco, ma non sto dicendo che non gli volevate bene, ovviamente dopo tutti questi anni di convivenza è normale affezionarsi gli uni agli altri. Ma se non ho detto niente io, se non me la sono presa io con Hermione, che diritto avevate voi? Cazzo era mio fratello e forse non lo rivedrò mai più! Quindi smettetela di atteggiarvi da quelli che hanno perso un membro essenziale della loro famiglia, perché voi siete qui insieme mentre molti di noi non hanno questa fortuna.»
Il discorso di Blaise li aveva lasciati tutti senza parole. Tutti tranne Luna che poco più in là stava cercando di sfilarsi un vaso incantato dalla testa. Ma se avesse sentito, sarebbe rimasta stupita anche lei.
Ginny provò a confortarlo con un gesto della mano, ma lui la scacciò via. «Non credere di essere esclusa da quello che ho detto. Il vostro comportamento mi ha disgustato. Veramente.»
Si alzò dal divano e Ginny con lui. «So che vuoi stare solo ora, lo capisco. Ma Blaise, tu hai una famiglia, okay? Hai me, hai nostra figlia, e anche Harry e Ron e Luna...e..»
Il lieve sorriso che Blaise aveva accennato al suono della parola figlia svanì di colpo. «Se stavi per aggiungere la frase "e non hai bisogno di lui" è meglio che me ne vada prima che dica qualcosa che non vuoi sentire.»
Ginny rossa per l'imbarazzo non fece niente per fermarlo. Ormai lo conosceva suo marito. Doveva lasciargli sfogare la rabbia, poi avrebbero potuto pelare. Ma nonostante ciò, non poteva negare che avesse ragione.
Avevano sbagliato tutto con Hermione.
A partire da quando l'avevano tradita sette anni prima.*Angolo Autrice*
Chiedo venia.
Scusate il ritardo.
L'inizio della scuola mi ha destabilizzato.
Comunque voglio sapere cosa ve ne pare del capitolo, chi pensate abbia ragione, se secondo voi Draco starà meglio e che cosa comporterà l'arrivo di Narcissa nelle vite dei ragazzi.
Sperando che il capitolo vi piaccia, vi auguro una buona notte. ^.^
Perdonate eventuali errori di battitura, l'ho finito praticamente ora. (23:50)Un abbraccio.
@giulia_1987
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I Have Died Every Day Waiting For You
Fanfiction•Sequel di Together• Sono passati sette anni da quando Hermione se n'è andata. Sette anni di sofferenze per Draco che aspetta la sua amata. Sette anni da quando Dimitri ed Evangeline l'hanno portata via con loro per insegnarle come essere una Diani...