21.

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«Signor Malfoy, come si sente?» domandò una medimaga dai capelli rossi con una voce troppo squillante per i gusti di Draco.
Assonnato, si girò su un fianco per guardare fuori dalla finestra, attraverso lo spiraglio della tenda bianca. Era ancora buio.
«Che ore sono?» mugugnò lui, coprendosi gli occhi con un braccio quando la donna con un acutissimo Lumus fece illuminare la stanza.
«Le tre del mattino, dolcezza.»
Draco cercò di non mostrarsi troppo disgustato dal quel soprannome, mentre vista la situazione si tirò su a sedere. «Perché diavolo mi ha svegliato allora?»
«Vedo che è sempre di buon umore appena sveglio.» disse lei, sghignazzando come se la sua fosse una delle battute più divertenti del secolo. Draco dovette trattenersi dal dirle quanto fosse stato di buon umore qualche ora prima quando aveva quasi fatto sesso con Hermione su quel lettino.
Si limitò a un grugnito.
«Sono qui perché è l'ora dell'intruglio puzzolente.» 
Gli fece un sorriso a trentadue denti e gli diede le spalle iniziando a smanettare su un ripiano pieno di pozioni colorate, mentre lo informava di quando fosse amante degli animali e che il suo colore di capelli gli ricordasse il gattino che le era appena morto.
Draco che ne aveva già abbastanza non si fece troppi problemi a dirle: «Non me ne frega un cazzo, quindi ti prego, taci.»
Lei si girò con un espressione offesa che sarebbe dovuta sembrare sexy, ma che ebbe il solo l'effetto di nausearlo. «Perché è così cattivo con me?»
«Perché sei una troia.» rispose una voce troppo femminile per essere quella di Draco.
I due si voltarono verso quella che sembrava la provenienza del suono, per poi rendersi conto che non c'era nessuno.
«Quaggiù.» disse la voce.
La donna dai capelli rossi, ora dello stesso colore della sua faccia, scostò la tenda bianca con tutta fretta per affrontare chiunque avesse osato insultarla e seduta sulla finestra, con un gufo appollaiato sulla spalla c'era Evangeline.
La medimaga stava già per dire qualcosa di sicuramente molto cattivo per bilanciare l'indulto ricevuto prima ma Draco la precedette.
«Che ci fai qui, Acrux?»
Evangeline non rispose, a differenza dell'altra che scattò sull'attenti come se l'avessero schiaffeggiata. «La conosci?»
Evangeline alzò gli occhi al cielo. «Si, sono la sua fidanzata.»
Scese dal davanzale e le si mise difronte.
Anche da lontano si poteva percepire la differenza tra le due, ma vedendole così vicine non c'era nulla che la rossa o qualsiasi altra donna sulla faccia della terra avrebbero potuto fare per essere almeno paragonabili a Evangeline.
Draco non ci aveva mai fatto caso, ma adesso era davvero troppo evidente.
Evangeline la sovrastava di almeno una decina di centimetri e non aveva nemmeno i tacchi. I suoi capelli erano talmente lunghi che nonostante fossero legati in un'elegantissima coda di cavallo, le arrivavano fin sotto il sedere, neri e splendenti senza nemmeno una doppia punta. Poi la sua pelle, così pallida e chiara in contrasto con gli occhi che non avrebbero potuto essere più neri, e le labbra rosse e carnose erano qualcosa di indescrivibile.
Solo Hermione era riuscita ad offuscare la sua bellezza con la propria. Draco scacciò il pensiero mentre si godeva la scena delle due donne che continuavano a guardarsi in cagnesco. Ma la medimaga iniziava a rendersi conto che non avrebbe potuto vincere lo scontro. Nessuno vinceva contro Ev.
«Sparisci rospo.» sibilò Evangeline con uno sguardo che diceva: "Prova a sfidarmi e ti faccio nera."
L'altra gonfiò il petto come un tacchino e se ne uscì a tutta velocità.
Evangeline sorrise e si sedette sulla sedia accanto al letto e vi ci appoggiò i piedi sopra.
«La mia fidanzata eh? Non posso negare che tu sia stata brava.» cominciò Draco, mentre le spingeva giù i piedi fino a farla tornare in una posizione composta. «Ma continuo a non capire cosa ci fai tu qui.»
«Dovevo tenere alla larga quella puttanella. Ci stava provando con te, non te ne sei accorto?»
«Certo che me ne sono accorto, ma è una cosa che succede talmente spesso che non gli do più tanto peso.»
«Te l'hanno mai detto che sei egocentrico?»
«Così tante volte che non riesco più a contarle.» le fece l'occhiolino.
Poi continuò: «Dimmi perché sei qui Evangeline.»
«Hermione.»
Draco sospirò spazientito. Non voleva sentire parlare di lei. «Se devi dirmi quanto sia triste e addolorata in questo momento, ti avverto che non mi interessa. »
Bugia.
«Veramente tutto il contrario.» Evangeline si guardò le unghie smaltate di rosso e poi gli rivolse un sorrisetto compiaciuto. «Però hai detto che non ti interessa.»
Lui digrignò i denti. «Continua.»
«Hermione è arrabbiata. Molto arrabbiata. E non conosco persona più pericolosa di lei quando si trova in quello stato.»
«Hermione pericolosa? Non prendermi per il culo.»
«Chi pensi ti abbia salvato da morte certa eh? Harry era fuori gioco, tu ti eri appena sacrificato da vero eroe per proteggerla e lei credendo che fossi morto ha carbonizzato tutti.»
Draco era sbalordito. Si era svegliato da nemmeno ventiquattr'ore e nessuno ancora gli aveva detto niente. «Lei ha fatto cosa
«E non solo. Nemmeno cinque minuti per colpa tua ha dato alle fiamme mezza foresta. I pochi centauri sopravvissuti al sacrifico, sono infuriati.»
«Stai scherzando?»
Evangeline sbuffò, alzandosi in piedi e incrociando le braccia al petto. «Lo so per certo. Il gufo ha visto tutto e me l'ha riferito. Hermione è sconvolta, non l'ho mai vista fare niente del genere. E adesso vuole tornare a casa con noi, quindi prima che tu faccia un'altra cazzata lasciandola andare, ti conviene sistemare le cose.»
Draco, superato il primo momento di confusione nel sentire che Evangeline parlava con gli animali, si riscosse e con un sopracciglio alzato chiese: «Cosa ti fa pensare che sia colpa mia?»
«Stai facendo le domande sbagliate, Malfoy. Non ci sono dubbi sul fatto che sia colpa tua. Voglio dire, ha passato qui l'ultimo mese, senza allontanarsi da te nemmeno un'attimo e boom, all'improvviso, torna ad Hogwarts per distruggere tutta la vegetazione. Non so perché l'hai ferita di nuovo, ma non ti biasimo, davvero. A volte è una stronza insopportabile e io sono la prima a dirlo. Però anche se non abbiamo un rapporto tutto rose e fiori e la maggior parte delle volte ci minacciamo e cerchiamo di ucciderci a vicenda, ci tengo a lei e non mi piace che la si tratti di merda. Perciò saltando la parte in cui ti scusi e dici di essere un cretino, ti consiglio di sbrigarti ad andare da lei.»
«Senti, apprezzo la bellissima storia sul vostro rapporto travagliato, ma non mi interessa. Sono stanco degli alti e bassi di Hermione. Ne ho fin sopra i capelli. So già che non mi ama e non ho intenzione di sprecare altro tempo con lei.»
«Oh Merlino! Non gira tutto intorno a te, sai? E poi lo so per certo! Lei ti ama.»
«Andare a letto con i tuoi fratelli, bel modo per dimostrare il suo amore.»
«A loro però importa di lei e a quanto pare non posso dire lo stesso di te.»
Draco la guardò malissimo, ma ciò non durò troppo perché venne colto da un forte attacco di tosse.
Evangeline gli porse un bicchiere d'acqua fresca e dopo che Draco ebbe bevuto e si fu ripreso un po', lo posò sul comodino.
«Ascolta attentamente Malfoy, perché lo ripeterò una volta sola. Non mi importa se stai morendo o cosa. Non sono qui per discutere con te su chi si sia comportato peggio tra voi due, o su chi ami di più l'altro. E non sono nemmeno qui per difendere a spada tratta Hermione. Sono qui per offrirti un'ultima possibilità. Poi sta a te scegliere se accettare o no. Questa potrebbe essere la tua ultima chance per tornare con lei, perché ti assicuro che se non la coglierai, non si ripresenterà. Devi scegliere se mettere da parte tutto il rancore e la rabbia in nome della vostra relazione oppure farla finita una volta per tutte.
Quindi la domanda giusta è se la ami abbastanza da passare sopra a tutto questo. Allora Malfoy?»
«Portami da lei.»
Evangeline si illuminò come una bambina alla quale era stata appena concessa una caramella.
Senza aspettare oltre gli afferrò il braccio e insieme si smaterializzarono, ricomparendo ad Hogwarts, nella torre che condivideva con i suoi amici.
Draco trattenne a fatica un conato di vomito e dovette appoggiarsi a Evangeline per non cadere.
«Seriamente Malfoy? Ti senti male per una smaterializzazione?»
Draco per tutta risposta le alzò il dito medio.
Evangeline stava per ribattere quando un urletto attirò la loro attenzione.
«Malfoy!»
Ginny, avvolta in una pesante coperta e con i capelli legati alla meno peggio, li stava osservano da cima alle scale, per poi precipitarsi verso di loro.
«Rossa?»
Lei non gli diede nemmeno il tempo di finire la frase che gli gettò le braccia al collo, stritolandolo in un fortissimo abbraccio.
Draco inizialmente si irrigidì, non aspettandosi quel gesto tanto intimo, ma dopo si sciolse un po' riuscendo almeno a cingere la ragazza a sua volta.
«Se avete finito con queste scenette patetiche...»
«Taci puttana.» le ringhiò contro Ginny, per poi tornare a rivolgersi a Draco. «Per Godric, ci sei mancato così tanto.»
Draco corrugò la fronte. «Davvero?»
Ginny fece un sorriso talmente amorevole che lo fece quasi sentire a casa. «Certo che si, coglione!»
Si, un giorno sarebbe stata davvero una splendida madre.
«Ragazzi!! MALFOY È QUI!!» strillò poi, con tutta la voce che aveva nei polmoni, distruggendogli il timpano.
Blaise fu il primo ad arrivare, in camicia da notte e con delle pantofole di peluche a forma di unicorno che Draco una volta aveva visto in una vetrina di un negozio a Londra.
Si capiva che si era alzato di botto perché nemmeno lo notò, andando dritto dalla moglie e posandole una mano sulla pancia. «Ti ho sentita urlare, stai bene?»
Ginny lo tranquillizzò immediatamente, invitandolo poi a voltarsi verso di lui.
Blaise sgranò gli occhi, mentre esattamente come aveva fatto sua moglie prima di lui, gli si lanciò addosso. Solo che Ginny non pesava quanto un colosso muscoloso di un metro e ottanta.
Perciò inevitabilmente caddero all'indietro uno sopra all'altro.
«Ho sempre sospettato fossi gay.» disse Ron, entrando nel salotto al fianco di Harry.
Quando Draco riuscì a scollarsi di dosso il moro, potè finalmente salutare anche gli altri due che inaspettatamente sembravano davvero commossi nel vederlo lì.
«Luna?» chiese stupidamente, visto che conosceva già la risposta. Ma voleva assicurarsi che stessero tutti bene.
«Da Neville come al solito.» rispose Harry, per poi cambiare subito discorso. «Ma lei perché è qui?»
«Che bello, finalmente qualcuno mi ha notata. Pensavo di essere diventata invisibile.» fece Evangeline, battendo un piede a terra spazientita. «Biondo vuoi andare a cambiarti o pensi di riconquistare Hermione in pigiama?»
Draco annuì, non riuscendo a reprimere un sorriso.
«Ho sentito bene?» fece Ron, schizzando sull'attenti. «Vuoi davvero...?Dopo tutto quello che....? Voglio dire.. è colpa sua se...»
«Io la amo.» rispose secco. «Penso che questo basti a giustificare tutto, o sbaglio?»
I ragazzi rimasero in silenzio e Draco capì che doveva esserci qualcosa sotto.
«Sbaglio?» ripetè, sperando in un "no" unanime.
Blaise fu il primo a parlare. «Noi.. noi abbiamo tagliato i rapporti con Hermione.»
«Voi cosa?»
«Dopo tutto quello che ti è successo abbiamo ritenuto che fosse meglio, per tutti noi.»
Draco si stava irritando. «Voi sapete che quello che mi è successo non è stata colpa sua? Vero?»
Di nuovo ci fu il silenzio a rispondere alla sua domanda.
«Perché deve essere sempre tutto così complicato?» sibilò nervoso, mentre incazzato si dirigeva verso la sua camera per cambiarsi i vestiti e darsi una rinfrescata, lasciandoli lì ammutoliti.
Quando ebbe finito e si specchiò un'ultima volta per controllare che la barba che si era fatto al volo con un colpo di bacchetta fosse venuta bene, fu colto da un altro attacco di tosse. Sporcò di sangue il lavandino e dovette sciacquarsi nuovamente la bocca. Sospirò.
Non sapeva cosa significassero quei sintomi, ma sicuramente non erano niente di buono.
Draco trasalì mentre Evangeline entrava nel suo bagno. «Malfoy?»
«Si?»
«Stai bene?»
«Benissimo. Andiamo?»
Draco annuì e le porse il braccio.
Si materializzarono proprio di fronte ad Hermione Dimitri ed Isaac, appena fuori le porte d'ingresso della scuola.
«Porca...» Hermione si portò una mano al cuore per lo spavento. «Tu
«Non mi scuserò.» disse lui ancor prima che lei potesse iniziare a guardarlo male.
«Come prego?»
Evangeline intanto si era avvicinata ai suoi fratelli e sussurrandogli qualcosa nelle orecchie li aveva convinti ad allontanarsi di qualche passo, almeno per dargli una parvenza di intimità.
«Prima ti ho mentito: sono ancora incazzato per quello che hai fatto. E probabilmente lo sarò ancora per molto tempo ancora. Ma una cosa è certa, non voglio perderti per poi rendermi conto un giorno di aver fatto lo sbaglio più grande di tutta la mia vita. Non voglio stare seduto tra cinquant'anni su una poltrona a pensare come sarebbe stata la nostra vita se avessi messo da parte tutte quelle sensazioni contrastanti che mi stanno devastando in questo momento. Con molte probabilità sarei ancora arrabbiato, e tutto quello che abbiamo passato non sarebbe servito a niente. Quindi ti sto chiedendo di rimanere con me, di riprovare un'ultima volta a darci una possibilità. Perché non siamo perfetti e ci sono tante, troppe cose che non vanno in noi, e forse possiamo riuscire a passarci sopra se lo facciamo insieme.»
Hermione incrociò le braccia al petto, dondolandosi sul posto per combattere il freddo e l'agitazione, in attesa che Draco aggiungesse qualcosa al suo discorso. Ma non lo fece. Era lì, davanti a lei con una camicia e un paio di pantaloni a tremare dal freddo e ad attendere una risposta.
Hermione prese la bacchetta e fece apparire un mantello, che gli allungò con fare diffidente. «Tieni.»
«Grazie.»
«Mi hai ferita, Draco. Di nuovo. Mi hai cacciata via dopo che avevo finalmente abbassato le difese con te. Il ti ho baciato, ti ho mostrato i miei sentimenti e nemmeno un minuto dopo mi hai mandata via senza una spiegazione!»
«Credevo l'avessi fatto per pietà!»
«Pietà?! Io non ti ho baciato per pietà! Tu non mi fai pietà, tu mi fai incazzare
«Cosa pretendi?! Ho dormito per un cazzo di mese e nonostante ciò a me sembra che sia passato un giorno! Mi sembra ieri che eravamo a casa dei tuoi genitori e che le cose tra noi non andavano bene. Scusa se sono un po' spaesato eh!»
Il tono di voce di Hermione si fece più basso. «Mi ferirai ancora vero?»
«E tu lo farai con me.»
«Io non.. non lo so.».»
«Possiamo andarci piano, fare le cose poco alla volta, ma se dovessi dire di no, non penso ci sarà un'altra volta.»
Draco si avvicinò e la strinse a se come non faceva da troppi anni. Hermione nascose il capo nell'incavo del suo collo. «Ho fatto una cosa orribile.» mugugnò.
«Lo so, tranquilla. Possiamo rimediare.»
«Ron e gli altri...»
«So anche questo.. andrà tutto bene.»
Le baciò il capo come avrebbe fatto un padre affettuoso. «Resta con me Hermione.»
Lei si allontanò per guardarlo negli occhi. «Ho bisogno di tempo per riflettere. Devo tornare a casa, staccare la spina e stare lontana da te per un po'.»
«Casa? Questa è casa tua! Io sono casa tua!»
«Sai che non è così, non più.»
Draco fece un passo indietro.
«Aspetta, sto dicendo solo che è passato molto tempo e che le cose non possono tornare ad essere come prima in uno schiocco di dita. Ho bisogno di tornare nella casa nella quale ho vissuto negli ultimi anni, con le persone che sono state con me. Ma tornerò.»
Draco scostò lo sguardo da lei, mentre impotente sentiva gli occhi pizzicare e inumidirsi. «Non tornerai più.»
«Te lo prometto.»
«Sai che me ne faccio delle tue promesse?!»
Hermione sospirò, vedendolo così agitato. «Non sarà per molto tempo. Non te ne accorgerai neanche!»
«Come puoi anche solo pensare una cosa del genere?Siamo stati lontani già fin troppo tempo!» fece Draco, ferito, per poi guardare verso Isaac e Dimitri.
«Ah, ora capisco.» disse.
Hermione inarcò un sopracciglio. «Capisci cosa?»
«Ti sei innamorata di uno di loro, vero?»
«No! Non è affatto vero! Io..»
«Allora perché vuoi andare con loro?!»
«Perché sono la mia fottutissima famiglia! E li amo! Ma se non riesci ad accettarlo evidentemente non mi ami abbastanza!»
«Non c'entra un cazzo il mio amore con questo! Sono dei mostri!»
«Perché noi no?!»
Draco tacque. «Hai vinto. Vai. Ma questa volta non ti aspetterò in eterno. Hai dieci giorni per decidere con chi vuoi stare, al termine dei quali se non sarai tornata lo prenderò come un invito a vivere la mia vita senza di te.»
Hermione non disse niente per un po', poi annuì e fece cenno agli altri di avvicinarsi. Gli sussurrò qualcosa che Draco non potè sentire e poi uno alla volta si smaterializzarono, per ultimo Dimitri che prima di sparire le baciò una mano.
Rimasti soli, Hermione tornò a voltarsi verso di lui. «Ciao Draco.» lo salutò.
«Ciao Granger.» rispose lui, e gli parve di vedere un lieve sorriso sulle labbra della ragazza prima che sparisse alla sua vista.

I Have Died Every Day Waiting For YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora