Era passato poco più di un mese da quando Hermione era andata da Draco al San Mungo e vi aveva trovato Narcissa Malfoy, e ormai Novembre con le sue insistenti nevicate era arrivato. Hermione non aveva più lasciato l'ospedale da allora, nonostante stesse infrangendo tutte le regole sugli orari di vista. Il primo giorno era stata cacciata in malo modo davanti a tutti, da un medimago che l'aveva minacciata di informare il ministero del suo comportamento. Furiosa Hermione era uscita dall'ospedale ma si era rifiutata di tornare a scuola, rimanendo davanti all'ingresso a fare avanti e indietro per quasi cinque ore. Quando ormai stava per cedere e dare ascolto a Dimitri, l'unico che le era rimasto affianco durante tutte quelle ore, era arrivato un gufo con un pacco per lei.
Allora Hermione non conosceva ancora quel gufo. Se ci fosse stata Evangeline avrebbe potuto chiedergli chi fosse il suo proprietario, ma comunque non fu necessario. Quando Hermione aprì il pacco trovò il mantello dell'invisibilità, con un pezzetto di pergamena appoggiato sopra:
"Sai come usarlo.
-Harry."
Hermione era rimasta sconvolta da quello che Harry le aveva appena suggerito di fare. Ma anche Dimitri fu d'accordo. «Va dal tuo uomo, Hermione.» le aveva detto. «Ha bisogno di te tanto quanto tu hai bisogno di lui.»
«E voi?» Hermione fu titubante all'inizio.
«Verremo tutti i giorni a trovarti, tranquilla. Dovrai pur mangiare in qualche modo no? E poi, sai che non possiamo allontanarci troppo dalla scuola. Dopo il combattimento Minerva è diventata più paranoica. È assolutamente convinta che attaccheranno la scuola.»
«Mi fa sempre strano quando la chiami per nome.» aveva risposto lei abbracciandolo. Sapeva quanto Draco non gli andasse a genio e aveva apprezzato molto che nonostante ciò, Dimitri l'avesse spinta a restare con lui. «Mi ricorda quanto in realtà sei più grande di me.»
Dimitri le aveva accarezzato il viso. «Se sceglierai di diventare immortale, l'età non sarà più un problema per noi.»
«Sai benissimo che adesso non posso farlo. Non con Draco così. Non posso abbandonarlo.»
Dimitri allora le si era avvicinato pericolosamente, sfiorandole le labbra con le sue. «Puoi abbandonare me però?»
Hermione ormai stava respirando la stessa aria del ragazzo, mista al suo respiro. Un odore familiare, caldo, che sapeva di casa.
«Ti prego Dim..»
Ma lei non era riuscita a finire la frase perché lui l'aveva baciata e tutto per un attimo le era scomparso dalla mente.
Il bacio si era fatto sempre più caldo e coinvolgente, tanto che Hermione aveva dovuto attingere a tutta la sua buona volontà per riuscire a sottrarsi. Nonostante ciò, mentre aveva provato ad allontanarsi, era ricaduta nella tentazione che quelle labbra morbide costituivano per lei, ricambiando un'altra decina di baci fugaci prima di staccarsi definitivamente e con il fiato corto.
«Non posso.» aveva sussurrato lei con un filo di voce.
Aveva visto troppa fragilità nei suoi occhi appena si era scostata da lui, e aveva temuto che qualsiasi cosa avesse detto avrebbe potuto distruggerlo. «Lo sai. Draco..»
«Già, Draco.» Dimitri aveva sorriso triste. «Dimmi Hermione, se non fossimo tornati ad Hogwarts, se non vi foste rivisti, se lui non fosse mai esistito, avresti mai potuto amarmi?»
Hermione aveva idea di cosa dire. «Tu mi ami?»
«Non hai risposto alla mia domanda.»
«Per Godric, Dimitri! Io ti amo! Ti amo davvero! E Draco non c'entra niente con questo! Solo che..»
«Ami di più lui.»
«È complicato.»
«Lo è sempre.»
«Non hai risposto alla mia domanda.»
«Sai già qual è la risposta Hermione. Ed ora va' da lui.»
«Ma...»
«Va' da lui.»
«Mi dispiace.»
«Lo so, ma va bene così. Davvero.»
Hermione aveva annuito e mettendosi il mantello dell'invisibilità era sparita dalla sua vista.
Da quel giorno, Dimitri, Isaac e Evangeline si erano alternati per venirle a portare qualcosa da mangiare e fare due chiacchiere. Ma Dimitri non aveva più toccato quell'argomento, comportandosi come se niente fosse mai successo.
Nessuno si era accorto della sua presenza costante al fianco di Draco, nemmeno i suoi amici che ogni due giorni venivano a vedere come stava. Solo Harry ogni tanto si fermava a "guardare nel vuoto" come gli dicevano gli altri, ma lui non si era mai espresso a riguardo.
Adesso, in quel piovoso diciassette novembre, Hermione si era assopita contro il letto, con il braccio di Draco stretto tra le sue braccia, rivivendo in sogno il bacio con Dimitri avuto un mese prima, quando, un forte attacco di tosse la fece sobbalzare.
Draco era piegato in due su se stesso con una mano portata alla bocca colpito da violenti spasmi.
Lì per lì Hermione non capì cosa stesse succedendo, poi vide Draco con la mano insanguinata e gli occhi grigi sgranati dalla paura e dal disorientamento.
«Draco!» esclamò con le lacrime che iniziavano a salirle agli occhi ma che non avrebbe lasciato scorrere. Era forte adesso. Aveva affrontato la paura di non vederlo svegliarsi mai più, ed era giunta a patti con questo. Ora era pronta ad affrontare tutto quello che sarebbe venuto dopo, dopotutto non era più sola a combattere.
Draco si guardò intorno spaesato, senza capire da dove provenisse quella voce, convinto di averla solo immaginata.
Hermione si ricordò di avere il mantello dell'invisibilità ancora addosso e con un gesto netto se lo sfilò, tornando ad essere visibile tutto d'un tratto.
Draco ancora scosso e sotto shock trasalì dalla paura, ma lei non gli diede il tempo di fare o dire alcunché che gli fu subito sopra, spingendo con forza la bocca contro la sua.
Era un bacio strano, diverso.
Il primo dopo troppi anni.
Draco sapeva di sangue e medicine babbane (che lei di nascosto gli aveva somministrato nella speranza di vederlo rinvenire) ma c'era ancora quel sapore di lui, quel sapore che nonostante il tempo non era cambiato.
Il bacio dapprima uno scontro di labbra, premute le une contro le altre come a voler trasmettere tutte quelle cose che loro non erano più riusciti a dirsi, le colpe di ognuno verso l'altro, le scuse per tutto ciò che avevano fatto o detto, i litigi, la rabbia, la stanchezza, la paura di essersi persi definitivamente, stava diventando sempre più disperato. Le loro bocche avevano incominciato a muoversi in sincronia come se non avessero fatto altro negli ultimi sette anni. E le loro mani frenetiche percorrevano ogni centimetro del corpo dell'altro, come se potesse sparire da un momento all'altro e dovessero imprimersi bene il ricordo di quel momento nella mente.
C'era tutto in quel bacio.
Tutto quello che non avrebbero mai potuto esprimere a parole. La loro infanzia, le liti adolescenziali, la guerra, la stanchezza, gli sguardi di sottecchi, i primi baci, l'amore, la paura, il perdersi, la lontananza, le difficoltà della vita, il ritrovarsi, le discussioni, la gelosia, il sacrifico, la paura della morte.
Tutto.
Anche un osservatore esterno avrebbe notato un qualcosa di disperato nei loro gesti, nel modo in cui le mani tiravano i capelli e passavano sotto le vesti. Anche uno stupido avrebbe capito che c'era amore in quello che stavano facendo.
Hermione che all'inizio era sopra di lui, adesso era schiacciata tra il materasso ai piedi del letto e il corpo di Draco che non accennava a volerla lasciare andare. Continuava a tenerle il volto stretto tra le mani, sporcandole di sangue le guance chiare, ma lei era troppo occupata a baciargli ogni millimetro della faccia per preoccuparsene o anche solo per accorgersene. Gli baciò la fronte, le sopracciglia, gli occhi, il naso, le guance, le labbra, il mento, il collo. Non voleva lasciarlo andare, non poteva. Aveva bisogno di lui ora più che mai.
Già. Erano proprio disperati.
Poi Draco si allontanò, colto da un violento capogiro che lo costrinse a ricadere sui cuscini. Hermione comprendeva benissimo, dopo un mese di coma non poteva certo pretendere che appena sveglio fosse come nuovo, ma nonostante ciò quando lui la lasciò andare si sentì per un attimo persa, come se le fosse stata appena tolta una parte fondamentale di se. Rimase seduta sul letto a guardarlo mentre chiudeva gli occhi e inspirava a pieni polmoni. Merlino, non era mai stato così bello: con i capelli chiari scompigliati, le labbra gonfie dai baci e ancora un po' sporche di sangue e il volto leggermente alzato. Il suo piccolo angelo peccatore.
Sicuramente lei era messa molto peggio, ma non le importava.
Stava solo aspettando che Draco le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa.
Dopo quella che parve un'eternità, Draco aprì finalmente i suoi bellissimi occhi grigi e un lieve ghigno gli si dipinse sul volto.
«E tu chi sei?» chiese piegando la testa da una parte, con la voce ancora roca di chi non parlava da troppo tempo.
Già, Hermione stava aspettando le lui le dicesse qualcosa, ma non si sarebbe mai aspettata che quel qualcosa potesse essere quello.
Il suo cuore perse un battito.*Angolo Autrice*
Salve peopleeee.
Sorpresina per scusarmi della lunga attesa per lo scorso capitolo. *shame on me*
Alloooooora so che questo è un capitolo decisamente corto, e infatti stavo continuando con il proseguimento della storia, ma poi mi sono resa conto che volevo lasciarvi con l'ansia e quindi l'ho diviso in due parti. Hehehehe.
Così vi toccherà aspettare il prossimo aggiornamento per sapere cosa è successo a Draco.
Come mai non ricorda niente? Riacquisterà la memoria? Come mai ha baciato Hermione se non si ricorda di lei? L'avrà forse scambiata per qualcun'altra? E poi, cos'è tutto quel sangue quando tossisce? Secondo voi si riprenderà del tutto?
Fatemi sapere nei commenti.
Alla prossima. ;)@Giulia_1997
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I Have Died Every Day Waiting For You
Fanfiction•Sequel di Together• Sono passati sette anni da quando Hermione se n'è andata. Sette anni di sofferenze per Draco che aspetta la sua amata. Sette anni da quando Dimitri ed Evangeline l'hanno portata via con loro per insegnarle come essere una Diani...