Quando Hermione si svegliò, o meglio, quando incominciò a distinguere i suoni e i rumori del mondo circostante, incominciarono anche i dolori in ogni ogni parte del corpo.
Si sentiva come se un gigante l'avesse calpestata nemmeno due ore prima.
Ancora non aveva la forza di aprire gli occhi e controllare i danni subiti, soprattutto perché non ricordava quali danni.
Percepiva il materasso sotto di se e delle coperte sul corpo, che le rendevano difficile e scomodo anche il più minimo dei movimenti, quindi immaginò che nonostante tutto dovesse essere ancora viva.
L'ultima cosa di cui aveva un ricordo sfocato era Draco che si smaterializzava e riappariva davanti a lei.
Draco.
Adesso si che stava ricominciando a riacquistare la memoria! (Anche se le costava un estremo sforzo e atroci fitte alla testa.)
Draco che le salvava la vita.
Draco che si accasciava tra le sue braccia.
Draco morto.
Hermione scattò a sedere urlando il suo nome, ma, quel gesto troppo avventato, le fece così male che perse nuovamente i sensi, ricadendo sul cuscino prima che qualcuno potesse accorgersi del suo risveglio.
Quando apri gli occhi più tardi, una forte luce la investì e dovette attendere qualche minuto prima di riuscire a distinguere le prime forme.
Appena riconobbe le familiari mura dell'infermeria della scuola si rilassò un tantino. A quanto pareva non era stata rapita da nessuno dei mangiamorte con cui si erano scontrati... quanto tempo fa? Poche ore? Un giorno? Non ne aveva la più pallida idea.
Dopo un po' però sentì i passi di qualcuno che si stava avvicinando e, senza saperne bene il motivo, Hermione fece finta di essere ancora addormentata.
«Come sta?» chiese la voce familiare di una donna. Hermione fece mente locale: con tutti gli impegni che stava avendo in quel periodo poteva essere davvero la...?
«Meglio, Minerva. Come ti ho già detto dieci minuti fa, si riprenderà. Ha solamente usato troppa magia durante lo scontro, è normale!» disse l'infermiera della scuola, con il tono pacato di chi stava spiegando una cosa per la milionesima volta ad un bambino.
«Non è normale dormire per una settimana però!» ribatté piccata la strega che, nonostante l'età, godeva ancora di un caratterino da grifondoro e odiava essere trattata con condiscendenza.
Aveva dormito per una settimana?
«Mia cara amica, vi assicuro che lo è quando una persona prosciuga fino all'ultima goccia di magia che ha in corpo per fare una magia, soprattutto se essa è corporea e non eseguita attraverso l'uso della bacchetta. Sappiamo bene che la nostra Hermione è una strega speciale, una Dianica, e perciò può eseguire queste magie che, sebbene più forti delle nostre, consumano molta più energia.» Hermione percepì un sorriso da parte di Madama Chips mentre finiva il suo discorso, ma sinceramente non ci trovava niente per cui valesse davvero la pena di farlo. Draco era morto, no? Come poteva sorridere? «Poi non siete stata proprio voi a descrivermi la forza di quell'incantesimo? Ci deve essere voluta ogni fibra del suo essere per costruire quella cupola di fuoco per proteggere i suoi amici e per poi farla esplodere uccidendo tutti i presenti.»
Ah, quindi la donna che aveva visto prima di perdere i sensi era la McGranitt?
Hermione avrebbe voluto chiedere cosa diavolo ci faceva lì quel giorno e chi l'aveva chiamata,?ma rimase in silenzio. Dopotutto era stata lei, non la professoressa, ad uccidere tutti i mangiamorte. Quindi non era la professoressa a salvarli ma... no. Lei non aveva salvato proprio nessuno. È stato Draco il vero eroe.
E adesso non c'era più.
«Sarà..» La McGranitt si sedette su una sedia affianco al letto della giovane. «Ma non posso non preoccuparmi per lei.. era una delle mie alunne migliori e... oh per la barba di Merlino, è solo una ragazza e le ho rovinato la vita.»
«Non dite così professoressa! Avete fatto molto per lei.»
«Non so se sia stata una scelta saggia in fin dei conti. Si, l'ho mandata con gli Acrux per insegnarle a controllare i suoi poteri, ma forse separarla dai suoi amici era la cosa peggiore che potessi mai fare. E per cinque ho anche tenuto loro nascosta la lettera che lei mi aveva scritto, chiedendomi di far credere loro che fosse morta.
Forse non avrei dovuto interferire, forse avrei dovuto lasciare che lei rompesse i legami senza mettermi in mezzo, ma non potevo lasciarle distruggere la loro amicizia! Non quando sapevo che la colpa era tutta mia per averla allontanata. E non avrei dovuto nemmeno chiamarli qui, con la speranza di farli riappacificare! Guarda dove li ho condotti! Per Godric!»
Hermione era sconvolta. Non si aspettava quel doppio gioco da parte di quella donna che aveva sempre ammirato e stimato.
Se solo si fosse fatta gli affari suoi.
Se solo non avesse... Draco sarebbe ancora vivo.
«Non è colpa vostra, avete fatto quello che credevate fosse giusto per i vostri ragazzi.»
Hermione si accorse che la McGranitt si era alzata in piedi grazie allo strusciare della sedia. «Beh, non è stato abbastanza.»
«No, quello che ho fatto io non è stato abbastanza. Avrei voluto poter aiutare quel povero ragazzo, ma era al di sopra delle mie capacità.»
«Niente avrebbe potuto aiutarlo.»
Hermione si sentì invadere da un'ondata di nausea, e dovette aspettare di sentire le due donne allontanarsi, prima di rimettere anche l'anima in un secchio incantato affianco al letto.
Dopo ben altre tre scariche, si lasciò ricadere sul cuscino, madida di sudore.
Niente avrebbe potuto aiutarlo.
Niente avrebbe potuto aiutarlo.
Niente avrebbe potuto aiutarlo.
Le parole della preside le rimbombavano nella testa come una cantilena assordante.
Draco.
Un'altra ondata di nausea la fece tremare dalla testa ai piedi, ma lei non si mosse di un centimetro, troppo distrutta anche solo per azzardarsi.
Lo sapeva. Sapeva che era morto. L'aveva visto con i suoi occhi.
Ma sentirlo dire era tutta un'altra cosa e non riusciva ad accettarlo.
Draco si era sacrificato per salvarle la vita.
Sapeva di non meritarlo.
Sapeva di non meritarlo.
Ed ecco la prova.
Gli aveva detto di starle lontano.
Gliel'aveva detto.
Ma lui no, lui ha continuato ad insisterete e..
«Sei viva.» disse una voce, distogliendola dai suoi terribili pensieri.
Dimitri.
«Cominciavamo a credere che non ti saresti più svegliata.» aggiunse Isaac, spuntando da dietro la spalla del fratello, con i capelli di chi non li pettina da settimane.
«Eppure eccoti qui.» concluse Evangeline, giungendo dalla direzione opposta ai due fratelli, con il tono di chi avrebbe voluto tanto aggiungere la parola "sfortunatamente" alla frase. Eppure si avvicinò al suo letto e con fare stranamente dolce le chiese come stava.
Hermione non fece in tempo a rispondere (non che avesse intenzione di farlo comunque) che Madama Chips apparve quasi dal nulla, rivolgendosi ai ragazzi. «Siete di nuovo qui voi tre?»
Evidentemente ancora non aveva notato che Hermione fosse sveglia.
«Di nuovo?» sussurrò Hermione e quelle parole, dette con un filo di voce dopo un lungo silenzio le fecero male come se qualcuno le stesse grattugiando la gola con un pela carote.
«Oh signorina Granger! Vedo che si è svegliata! È un piacere riaverla tra noi!» Madama Chips si illuminò. «E si, non c'è stato giorno che questi tre non siano venuti a vedere come sta, mia cara! Il difficile è stato mandarli via!»
Hermione non riuscì a metabolizzare subito quanto appena udito. Si, non aveva più quel rapporto da prigioniera con loro, ma non si aspettava che venissero a trovarla così spesso. Non tutti almeno.
È una cosa che si sarebbe aspettata di più dai suoi amici, da...
«Draco?» chiese all'improvviso, non riuscendo a rassegnarsi all'idea che non fosse più tra i vivi.
Il sorriso di Madama Chips si spense come se avessero premuto un interruttore.
Gli occhi di Hermione iniziarono a velarsi di lacrime, ma sapeva che non avrebbe mai pianto davanti a loro.
Dimitri le si avvicinò. «Forse è meglio parlarne in un altro momento.»
Hermione scosse il capo, irremovibile. «Dimmelo Dimitri. Posso sopportarlo.»
«Dovresti riposare.» la interruppe Evangeline con una faccia scocciata della quale ormai Hermione stava incominciando a dubitarne l'autenticità.
«È vivo.» disse un'altra voce più lontana.
Hermione non capì il significato di quelle parole, troppo sconvolta nell'osservare la figura dell'amico che si avvicinava verso il suo letto.
Erano poche le volte in cui aveva visto Harry ridotto in quelle condizioni e in ogni caso quasi sempre c'entrava Voldemort.
Era davvero uno straccio.
Aveva delle occhiaie così scure da far dibitare che avesse mai dormito in vita sua, il viso scavato di uno che non mangiava da giorni e dei capelli di cui Tarzan sarebbe stato orgoglioso.
«Come hai detto?» chiese lei, non potendo fare a meno di notare i suoi vestiti stropicciati, e molto probabilmente anche sporchi.
«Draco è ancora vivo, Hermione.»
Hermione scattò a sedere immediatamente con gli occhi sgranati, mentre le lacrime che ancora non era riuscita a versare per la sua morte le fuoriuscivano incontrollate dagli occhi. Ma non ci fece troppo caso. Il sollievo si era impadronito di lei come un'ondata di aria fresca. «Dov'è? Sta bene? Devo vederlo subito!»
Avrebbe voluto alzarsi, e infatti era quello che stava cercando di fare, ma Isaac e Dimitri l'afferrarono uno per ogni braccio e la spinsero di nuovo sul letto, con delle facce che non si addicevano proprio a una notizia come quella.
Perché non erano felici? Era vivo, no?
Okay, forse non andavano d'amore e d'accordo e forse avevano cercato di uccidersi a vicenda un paio di volte, ma ormai era acqua passata. Avrebbero dovuto essere, se non proprio felici, almeno non con queste facce da funerale.
Li guardò in cagnesco, scollandoseli di dosso. «Lasciatemi stare voi due! Devo vederlo!»
E guardò Harry in cerca di aiuto, ma avrebbe voluto non farlo. Gli occhi verdi del ragazzo erano lucidi e non promettevano nulla di buono.
Ripensò mentalmente alle parole che il bambino sopravvissuto le aveva detto.
Draco è ancora vivo.
Ancora?
Che cosa significava ancora?
«Harry? Cosa è successo?»
«È ricoverato al San Mungo, signorina Granger.» rispose per lui la professoressa McGranitt, la quale era stata avvisata da Madama Chips del suo risveglio. «Reparto Lesiondi da Incantesimo. Non si sa bene cosa l'abbia colpito e, a differenza vostra, non si è ancora svegliato.»
Hermione non si dilungò a fissare la donna, troppo impegnata a preoccuparsi per Draco per ricordarsi di essere arrabbiata con lei per tutte le cose che aveva scoperto qualche ora prima.
Però ancora non capiva cosa ci fosse di strano: non era una novità per un mago, e soprattutto per un auror, essere ricoverato al San Mungo.
Harry trattenne a stento un singhiozzo. «Forse.. forse lo sposteranno al reparto Janus Thickey.»
All'inizio Hermione non comprese il significato di quelle parole ma subito dopo si portò una mano alla bocca. «No..»
Un destino peggiore della morte, ricordò.
Alice e Frank Paciock, ricoverati in quell'ala dell'ospedale riservata ai maghi o streghe che hanno subito un danno permanente non curabile.
«Mi dispiace tanto Hermione...»
«No! No! Non può essere vero! Non ci credo! No! Non è possibile! Lui... lui..» Hermione aveva incoronato a parlare a vanvera.
Forse poteva sopportare la sua morte, o forse no, ma di certo quello che le era stato appena detto era mille volte peggio della morte.
Vivo, rovinato a vita, per proteggere lei.
Per colpa sua.
«Vi imploro! Vi scongiuro.» guardò tutti i presenti uno per uno.
Erano sette anni che non supplicava.
«Per favore, lasciatemelo vedere.»
La professoressa iniziò a scuotere la testa sconsolata facendo per dare a malincuore una risposta negativa.
Non fece in tempo a parlare che Dimitri le prese la mano e con voce ferma disse: «Va bene, potrai vederlo.»
E sfidò chiunque a contraddirlo.*Angolo Autrice*
Ta daaaaaaaa.
Okay lo so, sono una persona orribile. Vi ho fatto aspettare un mese per questo capitolo che non è nemmeno un gran che, ma non avevo molta ispirazione e le cose mi piace farle per bene quindi non ero mai soddisfatta.
Non c'è bisogno di dirlo, mi merito Azkaban.
Comunque, visto che ancora non mi hanno imprigionata, sono felice di annunciarvi (come molte di voi già immaginavano) che Draco vivo.
Messo molto molto molto molto (ho già detto molto?) molto male, ma vivo. Heheheh.
Ahimè però, non gioite troppo! La morte non è la cosa peggiore che possa capitare ad un uomo, giusto?
E poi... *risata malefica* potrei benissimo ucciderlo nei prossimi capitoli. Chissà.
Starete a vedere.
Ah, e perdonate eventuali errori. Non ho riletto quello che ho scritto per non farvi aspettare oltre. Lo farò stasera o domani.
Scusate ancora l'attesa e ci vediamo al prossimo capitolo. Bacini.@giulia_1987
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I Have Died Every Day Waiting For You
Fanfiction•Sequel di Together• Sono passati sette anni da quando Hermione se n'è andata. Sette anni di sofferenze per Draco che aspetta la sua amata. Sette anni da quando Dimitri ed Evangeline l'hanno portata via con loro per insegnarle come essere una Diani...