12.

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"I know you're thinking I'm heartless
(So che pensi che io sia senza cuore)

I know you're thinking I'm cold
(So che pensi che io sia freddo)

I'm just protecting my innocence
(Sto solo proteggendo la mia innocenza)

I'm just protecting my soul
(Sto solo proteggendo la mia anima)

I'm never gonna let you close to me
(Non ti permetterò mai di avvicinarti a me)

Even though you mean the most to me
(Anche se per me significhi tanto)

'Cause every time I open up, it hurts
(Perché ogni volta che ti apro il mio cuore, soffro)

So I'm never gonna get too close to you
(Quindi non mi avvicinerò mai troppo a te)

Even when I mean the most to you
(Anche quando io significherò tanto per te)

In case you go and leave me in the dirt
(In caso tu dovessi andartene e lasciarmi nello schifo)

And every time you hurt me, the less that I cry
(E ogni volta che mi ferirai, meno piangerò)

And every time you leave me, the quicker these tears dry
(E ogni volta che te ne andrai, più velocemente le lacrime si asciugheranno)

And every time you walk out, the less I love you
(E ogni volta che te ne andrai, ti amerò di meno)

Baby, we don't stand a chance, it's sad but it's true
(Tesoro non abbiamo nessuna possibilità, è triste ma è vero)

I'm way too good at goodbyes 
(Sono troppo bravo a dire addio)

[...]

No way that you'll see me cry
(Non c'è possibilità che tu mi veda piangere)

I'm way too good at goodbyes
(Sono troppo bravo a dire addio)"

_Sam Smith - Too good at goodbyes

Dopo la discussione avuta con Isaac, per lo più composta da minacce, Hermione non aveva voglia di ritornarsene nella sua stanza, ne di chiudersi nuovamente in ricerche nella biblioteca.
Aveva smangiucchiato qualcosa nella sua stanza prima di uscire, quindi sebbene fosse l'ora di pranzo non aveva nemmeno voglia di andare a mangiare.
Decise allora di andare a fare una passeggiata nei pressi della capanna di Hagrid.
Non sapeva se sarebbe entrata, anzi era quasi sicura del contrario, anche se vedere il guardiacaccia le avrebbe fatto piacere, in un certo senso.
Mentre scendeva per una ripida discesa, inciampando a destra e a sinistra per via degli stivali che portava, la sua attenzione venne attirata da due figure in nero sedute sotto un albero poco più in basso.
Strizzò gli occhi, cercando di mettere a fuoco i loro volti, ma dovette avvicinarsi di qualche altro passo per rendersi conto che erano proprio Ginny e Ron, impegnati in una partita a scacchi dei maghi.
Che fare?
Hermione cercò con lo sguardo una possibile via di fuga ma non fece in tempo a dileguarsi che la rossa era scattata in piedi chiamandola per nome.
Ron non si voltò immediatamente, come se non credesse alle parole della sorella, ma dopo che Ginny l'ebbe richiamata per la seconda volta, e lei fu costretta ad avvicinarsi ai due, Ron sgranò gli occhi.
«Miseriaccia Hermione!» esclamò «Credevo che mi stesse prendendo in giro!» spiegò, riferendosi alla sorella.
«Ciao.» salutò Hermione, cercando di nascondere la malinconia che si celava dietro il suo tono annoiato.
Ginny che stava dondolando sul posto, incerta sul da farsi, affrontò la situazione di petto, come una brava grifondoro. «Mi dispiace tanto per quello che è successo Hermione. Non avremmo mai dovuto.. pensavamo che... insomma.. che fosse la cosa migliore! Ci siamo fidati dei professori, credevamo che imparare a usare i tuoi nuovi poteri fosse la cosa migliore per te e per tutti. Per la tua sicurezza prima di tutto! Ma..» fece un grande respiro, per riprendere fiato dopo tutta quella valanga di parole che aveva sputato fuori nel giro di pochi secondi, e le si inumidirono gli occhi. «Non ho più avuto l'occasione di chiederti perdono e Merlino sa solo quanto sia stata male al pensiero che forse non avrei mai potuto farlo! Sono stata una pessima amica, sotto tutti gli aspetti. Io che più di tutti avrei dovuto supportarti, sia nella relazione con Malfoy che nell'affrontare tutto quello che ti stava capitando, non l'ho fatto. E non me lo perdonerò mai. Per di più.. quando la McGranitt, dopo gli esami dell'ultimo anno, ci ha dato quelle lettere che ci avevi scritto. Mi sono sentita ancora peggio! Non meritavamo, nessuno di noi, meritava il tuo perdono. Non così presto almeno! Poi il tempo è passato e noi non sapevamo che fare. Non siamo venuti a cercarti, volevamo che fossi libera di fare quello che preferivi, sia restare lì che tornare da noi. Ma ancora una volta abbiamo sbagliato, perché non era quello che ti aspettavi da noi. E ti abbiamo deluso. Ancora. Quindi, so che sei arrabbiata, e ne hai tutto il diritto, ma devi sapere Hermione, che ci dispiace. Veramente tanto.»
Hermione rimase in silenzio, mentre quel fiume di parole le penetrava fin dentro le ossa. Avrebbe voluto dire tante cose: nel corso del tempo si era immaginata quelle conversazioni migliori di volte, sapeva cosa dire. Ma preferì non farlo. Preferì tenere dentro tutto il suo dolore, la sua rabbia, tutto quelle sensazioni che l'avevano consumata durante gli anni. Ron e Ginny, nello stesso modo di tutti gli altri, non erano pronti ancora per sostenere il peso della verità. Non erano pronti per venire a conoscenza dell'effetto che le loro azioni avevano avuto su di lei e quanto male le avevano fatto. E lei non era così cattiva da sputarglielo tutto in faccia.
Non quel giorno almeno.
«Sei incinta..» disse invece per cambiare discorso, guardando Ginny negli occhi.
Ma la sua non era una domanda.
La ragazza dai capelli rossi non poté fare a meno di sorridere pensando al bambino che avrebbe avuto con Blaise. «Come lo sai?»
«Lo sento.»
Con un dolce gesto della mano Hermione fece spuntare tanti piccoli fiorellini rosa sul prato, nonostante non fosse stagione per quel tipo di pianta, e ne colse una manciata. Li tenne qualche attimo tra le mani socchiuse, e, quando le riaprì, i fiori si erano uniti a formare un braccialetto di dimensioni piccolissime.
Lo porse a Ginny, che rigirandoselo tra le dita, la guardò con fare interrogativo.
«Per la bambina.»
«La bambina..? noi non... noi non sappiamo... è ancora presto.. come puoi?»
«Lo so e basta.»
Ginny sgranò gli occhi, venendo a patti con la verità.
Aspettava una bambina. Era incinta di una femminuccia!
La ragazza non potè fare a meno di gettarsi addosso ad Hermione, mentre Ron le guardava con fare paterno. Si rese però poi conto che quest'ultima si era irrigidita, e allora la lasciò andare, per appoggiarsi contro la spalla del fratello.
«Scusa. Troppo presto.» sospirò Ginny, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata.
Ron si grattò la nuca. «Perché non ustioni più le persone che ti toccano?» chiese all'improvviso.
Ginny scattò, cambiando totalmente atteggiamento. «Ronald! Non puoi chiedere alla gente perché non ustionano le persone che toccano!»
«Hermione non è "la gente", Ginny. È Hermione.»
Ron non sapeva quanto avesse fatto piacere alla ex grifondoro sentire quelle parole. Forse l'aveva nascosto troppo bene.
«Il vostro gentile gesto di mandarmi via ha avuto i suoi frutti. Ho imparato a controllarmi. Non brucio più le persone con il mio tocco.» disse Hermione, facendo spegnere i sorrisi che poco prima illuminavano i volti dei suoi amici.
A differenza di quello che si potrebbe immaginare, era stato difficile per lei rispondere in quel modo. Un colpo basso da parte sua, ma aveva bisogno di ricordare a tutti, anche a se stessa, che c'era un confine tra loro. Un confine che non poteva essere superato, non subito almeno.
Bipolare? Forse. Ma le cose non erano tornate magicamente a posto nel giro di venti minuti. «Quindi, credo di dovervi ringraziare.» aggiunse poi, con crudele ironia. Quello era l'unico modo per proteggere il suo cuore, non aveva altra scelta.
Strinse le labbra e si allontanò, ritornando verso il castello. Sarebbe riuscita a finire la sua passeggiata indisturbata?

I Have Died Every Day Waiting For YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora