Premessa: In questa storia Silente è morto da soli tre anni e Piton invece è ancora vivo. In quanto necessario per il procedimento della trama.
Buona lettura. :)Agosto era quasi giunto al termine. Era una questione di giorni e un nuovo anno ad Hogwarts sarebbe incominciato. Ormai erano otto anni che non succedeva nulla e la scuola era ritornata ad essere un posto sicuro come prima dell'arrivo del famoso Harry Potter. I professori e la preside erano in fremito, sapevano benissimo che quell'anno non sarebbe stato tranquillo come i precedenti. Dopo la morte di Silente, avvenuta circa tre anni prima, era stata la professoressa McGranitt a prendere il suo posto, mantenendo ugualmente la cattedra di trasfigurazione, mentre Piton aveva ottenuto il ruolo di professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Il mondo magico, a differenza di alcuni dei professori, era all'oscuro dei fatti che stavano accadendo. La McGranitt sapeva benissimo che non doveva preoccuparsene e che ci avrebbero pensato gli Auror, che, tra parentesi, con Potter e Weasley erano diventati ancora più forti. Quest'ultimi li aveva visti tre anni prima al funerale di Silente, cresciuti e divenuti finalmente uomini. Si era assicurata lei stessa di metterli al corrente di quella orribile perdita e non era riuscita a nascondere il suo dispiacere quando quel triste giorno si erano presentati solamente due del suo magico trio grifondoro.
«Stavo pensando, Severus, secondo te non sarebbe il caso di creare una barriera protettiva per la scuola?» disse l'anziana, per poi abbassare la voce e aggiungere: «Sai, dopo tutti questi attacchi, temo che Hogwarts potrebbe essere il prossimo bersaglio.»
Piton all'apparenza rimase impassibile, mentre con i suoi colleghi mangiavano il delizioso cibo di cui era imbandita la tavola. Qualche attimo dopo si voltò verso la nuova preside e con il medesimo tono rispose: «Non vedo cosa potrebbero volere da Hogwarts, soprattutto adesso che Potter se n'è andato. Ma se credete sia opportuno, provvederò a creare una pozione che rinforzerà la barriera.»
«Benissimo.» rispose la donna, pulendosi la bocca. Di li a poco sarebbe andata ad aiutare Piton con la pozione, ma prima avrebbe scritto ai ormai migliori Auror in circolazione: Harry Potter, Draco Malfoy, Blaise Zabini e Ron Weasley.«Sono tutti morti.» annunciò Harry, dopo aver fatto il giro di tutti i corpi sparsi sul terreno erboso. «Venticinque centauri morti, sicuramente uccisi ieri notte.»
Guardò i suoi amici e colleghi con la tristezza nei suoi bellissimi occhi verdi. Lui conosceva la maggior parte di quelle creature la cui vita, da come si poteva dedurre dalle ferite ritrovate sui cadaveri, era stata tolta brutalmente.
«Non sono stati uccisi con la magia, questo è evidente. Ma non possiamo nemmeno escludere il coinvolgimento di maghi o streghe.» rifletté Blaise ad alta voce, mentre, con Ron al suo fianco, ipotizzavano diversi motivi per cui un numero così alto di centauri si potesse essere riunito nel cuore della notte in un luogo così lontano dalle loro terre.
Draco se ne stava in disparte. La vista di tutte quelle creature morte, oltre a dargli la nausea, gli riportava in mente immagini che avrebbe voluto dimenticare con tutto il cuore. E per di più quel luogo gli faceva avvertire una strana sensazione. Si portò una mano al petto, come per stringere un qualcosa che non c'era più. Un medaglione.
Dopo sette anni ancora non aveva capito niente di tutta quella storia dell'anello e del medaglione. Di quella pietra apparentemente indistruttibile, che avrebbe dovuto legare lui e Hermione in un vincolo indissolubile di nemmeno lui sapeva cosa, alla quale invece era bastato solo un semplice incantesimo del cazzo, fatto da uno stronzo psicopatico con la sua sorella pazza, per andare in frantumi e distruggere per sempre tutto quello che c'era tra loro due.
Draco sospirò. Hermione gli mancava così dannatamente tanto. Non c'era giorno che non pensasse a lei, che non desiderasse di vederla comparire dalla porta della casa in cui adesso viveva con i loro amici.
Amici... che strana parola. Non aveva mai pensato a quei ragazzi come suoi amici. Eppure ormai erano moltissimi anni che vivevano insieme, che nonostante tutto c'erano sempre per lui come lui c'era per loro.
Se ai tempi di Hogwarts gli avessero detto che si sarebbe innamorato di Hermione Granger, la quale poi sarebbe scomparsa per sette anni, e che lui sarebbe finito ad abitare con San Potty, Lenticchia, la piattola, Lunatica e Blaise, tutti in un'unica piccola casa nel mondo magico, probabilmente gli avrebbe riso in faccia. E lo avrebbe anche schiantato. Si, lui adorava schiantare la gente.
Eppure, eccolo qui. Appoggiato al tronco di un albero, in veste di Auror, mentre con i suoi colleghi e, si, ammettiamolo, amici, cercavano di scoprire chi aveva ucciso quei centauri.
Forse non andava sempre d'amore e d'accordo con loro, forse ogni tanto Blaise, che per lui era sempre stato un fratello, lo doveva convincere a non ucciderli tutti nel sonno, ma ormai quei maledetti Grifondoro e quella pazzoide di una Corvonero, erano diventati la sua famiglia.
«Tutto okay, Malfoy?»
L'arrivo di Harry riportò il biondo alla realtà. «Tutto okay, Potter.» stranamente sorrise. «Diamoci da fare.»
STAI LEGGENDO
I Have Died Every Day Waiting For You
Fanfiction•Sequel di Together• Sono passati sette anni da quando Hermione se n'è andata. Sette anni di sofferenze per Draco che aspetta la sua amata. Sette anni da quando Dimitri ed Evangeline l'hanno portata via con loro per insegnarle come essere una Diani...