17.

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Facili all'ira sopra la terra
siamo noi di stirpe umana.
- Omero


Il giorno seguente Hermione, munita di mantello pesante, sciarpa, cappello e guanti, se ne stava appoggiata contro il portone di ingresso del castello ad aspettare l'arrivo degli altri ragazzi per andare al San Mungo.
La notizia della lotta tra i mangiamorte e lei, Harry e Draco si era sparsa a macchia d'olio per tutta Hogwarts. Non c'era studente che non  lo sapesse e si dicevano così tante cose che Hermione nonostante tutto non riuscì a trattenere un sorriso. Anche ai suoi tempi succedevano le stesse cose.
Osservò un gruppetto di ragazzi di Grifondoro dell'ultimo anno che chiacchieravano animatamente della vicenda, dirigendosi verso chissà quale ala del castello per chissà quale lezione.
Il più alto assicurava agli altri che a un certo punto della battaglia lei si fosse trasformata in una fenice e che avesse portato in groppa i due maghi fino ad Hogwarts.
Hermione ridacchiò e non poté fare a meno di avvicinarsi per vedere le loro facce sconvolte nel ritrovarsela difronte.
«Per la barba di Merlino! Tu, voglio dire, lei...» balbettò quello che fino a qualche minuto prima si stava pavoneggiando con gli altri. «Credevo che lei stesse ancora in infermeria, cioè come.. come sta?»
Hermione ghignò compiaciuta. «Molto bene, grazie. Sai, trasformarsi in una fenice è molto stancante, ma ora sto meglio.»
Gli occhi del ragazzo si sgranarono e arrossì fino alla punta dei capelli. Hermione era ironica e lui lo sapeva, ma gli altri avevano iniziato a darsi di gomito e a sussurrare sfacciatamente come se lei non stesse proprio lì di fronte.
«Mi raccomando però! Non ditelo in giro!» disse piegandosi verso di loro come farebbe qualcuno che sta pianificando un colpo di stato e deve accertarsi che nessuno lo venga a sapere.
Come se poi non lo venisse a sapere l'intera scuola nel giro di una mezz'ora.
Hermione scoccò un bacio sulla guancia al ragazzo, lasciandogli il segno del rossetto che si era messa quella mattina, e prima di andarsene gli fece l'occhiolino, facendolo rimanere immobile come una statua e la mano appoggiata sulla guancia dove lei aveva posato le labbra.
Adesso la scuola avrebbe avuto qualcos'altro di cui parlare che non fosse l'attacco, e magari con un po' di fortuna le voci riguardanti Draco sarebbero smesse.
Quando ritornò dove stava prima, Hermione trovò già tutti lì ad aspettarla.
Dimitri le venne incontro, prendendola sottobraccio e avvicinandosi all'orecchio per sussurrarle: «Quanto ti diverti a traumatizzare i bambini?»
Hermione ridacchiò, ritornando per un attimo a quando erano semplicemente lei, Dimitri, Isaac e Evangeline. Nel villaggio. Insieme. Prima che arrivasse quella stramaledetta chiamata di aiuto dalla McGranitt, che poi aveva scoperto essere solo un macchinazione adottata dalla donna per farla ricongiungere con i suoi amici.
Se solo non li avesse chiamati.
Se solo non fossero andati.
Forse adesso non starebbe qui a preoccuparsi per Draco, a sentire la mancanza sia per l'Hermione che era un tempo che per quella che era diventata stando con gli Acrux.
Stava cambiando di nuovo e non sapeva più chi fosse la vera Hermione.
Dimitri attirò la sua attenzione, stringendole forte il braccio. «Se solo lo volessi, le cose potrebbero tornare come prima Hermione. Noi potremmo tornare come prima.»
Hermione si bloccò immediatamente, sciogliendosi dalla sua presa. «Quante cazzo di volte ti ho detto di non leggermi nel pensiero?!»
«Lo so è che ultimamente sei....»
«No! Taci!» lo interruppe con un gesto della mano, allontanandosi a grandi falcate.
Harry, Ron, Ginny e Blaise, e perfino Luna erano acquattati in un angolo costantemente separati da Isaac e Evangeline che invece stavano dal lato opposto del portone.
La sua famiglia, pensò.
Poi scacciò quel pensiero. Lei aveva già una famiglia. Se stessa. E i suoi genitori, ma quella era un'altra cosa. Non si ricordavano di lei e lei certamente non avrebbe fatto in modo che le cose potessero in alcun modo cambiare. Per loro era meglio così.
«Andiamo?» disse Harry, visibilmente irritato. Non aveva gradito ciò che Dimitri aveva detto il giorno prima. Concedendole di andare a vedere Draco, nonostante nessuno fosse d'accordo.
In effetti anche lei era rimasta sorpresa da quel gesto, ma non ci aveva dato peso più di tanto.
Che Dimitri stesse cercando di diventare gentile? Le venne da ridere al solo pensiero.
Eppure..
«Si, il tizio ha ragione. Si sta facendo tardi.» concordò Isaac che o non aveva imparato i nomi dei ragazzi oppure non aveva intenzione di concedere loro il privilegio di essere ricordati.
Harry sospirò, ma non disse niente.
Si misero in cammino per uscire dai confini di Hogwarts con un silenzio tombale ad accompagnarli.
Dopo un po' Evangeline si fermò, esasperata. «Non capisco perché dobbiamo andare a piedi! Non potete semplicemente smaterializzarci o come cavolo fate voi?»
«Non ci si può smaterializzare a Hogwarts.» spiegò Luna sorridente, ma Ev la guardò disgustata e scandalizzata allo stesso tempo. Forse perché aveva un cappello a forma di cono gelato gigante con quello che, si sospettava, fosse vero gelato visto che continuava a gocciolare a ogni passo nonostante le temperature basse di ottobre e tutti avevano dovuto tenersi a debita distanza.
«Noi però l'abbiamo fatto!» commentò la ragazza dai capelli nero corvino, cercando conferma nello sguardo del fratello.
Dimitri annuì. «Ma noi siamo diversi da loro, molte leggi non valgono per noi.»
Hermione era incredula. «Davvero? Anche io posso farlo?» lo interrogò, scordando momentaneamente di essere arrabbiata con lui.
«Ovviamente. Pensavo lo sapessi.» rispose Dimitri, per poi aggiungere in tono docile «Quel giorno... nella sala grande... ci siamo smaterializzati.»
Hermione si rabbuiò, ricordando il giorno in cui l'avevano strappata ai suoi amici, ma dovette concedergli che non era stato così tremendo vivere con loro come si sarebbe aspettata.
«Perché non prendiamo delle scope allora?» continuò imperterrita Evangeline.
«Non a tutti piace volare.» spiegò Luna, sbriciando dietro di lei per alludere con un'occhiatina innocente a Isaac.
«E tu che ne sai?»
«Sei pieno di Nargilli.»
Isaac rimase un po' interdetto e stava per chiedere cosa fossero i Nargilli quando Hermione gli posò una mano sul braccio, scuotendo il capo come per dirgli di lasciar perdere l'argomento. Sospirò.
«Tanto siamo quasi arrivati.» annunciò Harry, evitando un enorme sasso che nemmeno un secondo dopo mandò Ron a gambe all'aria.
Blaise e Ginny si sganasciarono dalle risate, e Hermione non riuscì a trattenere un sorriso, che però si spense subito dopo.
Aveva ripensato a una cosa che prima doveva esserle sfuggita.
Aiutò Ron a rialzarsi anche se le sue maniere rimasero sempre fredde e distaccate. Appena lui si rimise in piedi e riacquistò equilibro e Hermione poté sincerarsi che non sarebbe ricaduto nell'immediato futuro, lo agguantò per il mantello e lo trascinò in disparte.
«Non siete venuti.» disse gelida.
Ron però aveva frainteso le sue parole. «Hermione quante volte dobbiamo dirti che ci dispiace? Noi non sapevamo... credevamo che saresti tornata... voglio dire dopo due anni..» spiegò scocciato.
Hermione lo zittì. «Non sto parlando di quello! Ormai me ne sono fatta una ragione.»
Ron continuò a non capire.
«Sto parlando dell'infermeria! Sono stata ricoverata una settimana e Madama Chips ha detto che gli unici a venirmi a trovare sono stato gli Acrux.» spiegò cercando di mantenere un tono di voce, ma se Ron fosse stato più attento avrebbe potuto trovare anche una nota di delusione. «Perché voi no?»
Il ragazzo diventò rosso come i suoi capelli, mentre riprese a camminare con la testa bassa per ricongiungersi al gruppo.
Hermione lo affiancò nuovamente. «Ron..»
«Non volevamo vederti.» esplose tutto d'un tratto.
Hermione rimase sorpresa tanto da quella risposta tanto dallo scoprire che le aveva fatto male sentirla. «Perchè?»
Ron alzò le braccia al cielo. «Perché Hermione? Mi stai davvero chiedendo il perché
Hermione, che aveva incominciato ad irritarsi, gli si parò davanti con le mani sui fianchi. «Si, è quello che sto facendo.»
Ron per la prima volta le parse davvero arrabbiato. «È quasi morto, Hermione! Possibile che tu non te ne renda conto?! QUI NON GIRA TUTTO INTORNO A TE!»
Hermione rimase senza parole, ma lui continuò imperterrito.
«Stavamo bene! Avevamo una bella vita! Magari non era perfetta, ma eravamo felici! Certo, ci mancavi tu, la nostra amica, la nostra Hermione, ma da quando sei tornata hai rovinato tutto! Non vedi cosa gli hai fatto? Cosa ci hai fatto? Si è sacrificato per te! Per salvare la tua cazzo di vita e non se lo meritava di finire così! Così come tu non ti meritavi di essere salvata. Non dopo quello che hai fatto.
«Si è vero, non andavamo sempre d'accordo e all'inizio di tutto a stento lo sopportavamo ma ormai era, ed è tuttora, uno di noi! Uno di famiglia! E tu ce l'hai strappato via!»
Hermione era sconcertata da tanta cattiveria e rabbia e con tono triste e ferito rispose: «Ron, ma cosa stai dicendo?»
«Ora lo capisci vero? Lo capisci adesso quanto fa male quando qualcuno a cui vuoi bene ti tratta di merda e ti abbandona? Ma ovviamente tu sei libera di trattarci come dei zerbini su cui pulirti i piedi quando ti pare e piace senza che noi diciamo nulla e se noi ci azzardiamo a ricambiare la moneta, siamo i cattivi? È così che funziona nella tua cazzo di testa vero?
«Una cosa però devo abbonartela: l'ho spinto io a cercare di riconquistarti. Non credevo fossi cambiata così tanto, che fossi diventata un'altra persona. Speravo ancora di veder ritornare la mia migliore amica, la ragazza di cui sono stato innamorato per metà della mia vita. Pensavo, o meglio mi ero convinto, che fosse una cosa passeggera, che saresti tornata ad essere la solita di prima e che ci sarebbe voluto solo un po' di tempo. E, ripeto, ero convinto che Draco sarebbe riuscito a cambiare le cose. Invece ci ha rimesso la vita. E mi sento così fottutamente responsabile. E stato l'unico che non ha mai smesso di combattere per te, e l'hai rovinato. Così come hai rovinato la nostra famiglia.
Ai tempi di Hogwarts pensavo non ti meritasse,  e magari sarà stato anche vero, un ex mamgiamorte innamorato di Hermione Granger, che follia! Ma adesso non sei più quella ragazza, e lui non è più quel ragazzo e posso assicurarti che non lo meriteresti neanche se ti sacrificassi per lui all'infinito. Quindi, fatti un favore e facci un favore, vattene via. Non tornare più. Lasciaci vivere le nostre vite, perché non siamo più la tua famiglia. Sta con i tuoi nuovi amici. Non puoi contare più su di noi. Lui lo supererà in un modo o nell'altro, come ha già fatto una volta, e magari, se si rimetterà e se siamo fortunati, riuscirà a vivere una bella e felice vita anche senza di te. Almeno questo glielo devi giusto?»
«Io lo amo.» sussurrò Hermione così piano che nemmeno lei riuscì a capire se l'aveva detto davvero o l'aveva semplicemente pensato.
«Davvero, Hermione? Perché a me non sembra proprio. E in ogni caso è stato proprio un bel modo per dimostrarlo.»
E senza aggiungere altro, Ron, ancora paonazzo, si allontanò da lei, raggiungendo gli altri ormai pronti per smaterializzarsi.
Hermione era rimasta devastata da quelle parole, e nonostante tutti gli sguardi fossero puntati su di lei, si accasciò contro un albero in preda alle lacrime.


Harry lontano osservava l'amica piangente e Ron che si avvicinava verso di lui.
«Che cosa le hai detto?» gli chiese Harry sottovoce.
«La verità.» rispose Ron, secco.
Poi asciugandosi di nascosto una lacrima sfuggita al suo controllo, che solo Harry riuscì a notare, aggiunse ad alta voce per gli altri: «Andiamo ragazzi, non abbiamo più niente da fare qui.»
E si smaterializzò.
Gli altri, seppur un po' titubanti, uno dopo l'altro lo seguirono. Harry rimase per ultimo, osservando a malincuore la nuova famiglia di Hermione che le correva incontro preoccupata.
Almeno qualcuno che le voleva bene ancora c'era. E con questo pensiero, anche Harry si smaterializzò, lasciando che la ragione vincesse sul cuore.

*Angolo Autrice*
SU DITELO CHE MI AMATE.
Okay forse un po' mi odiate per quello che ho scritto nel capitolo, ma andiamo, l'ho pubblicato solo due giorni dopo quello precedente! Mi merito un applauso.
È che mi sentivo un po' in colpa per avervi fatto aspettare un mese per il 16, e poi mi è tornata di botto l'ispirazione e praticamente questo weekend non ho fatto altro che scrivere.
Secondo voi cosa succederà? Voglio sapere cosa ne pensate giù nei commenti.
Cercherò di sbrigarmi anche per la pubblicazione del 18, ma non ci sperate troppo. Non voglio che abbiate aspettative che non posso soddisfare. Sono sempre stata lenta ad aggiornare e questa è solo un'eccezione, non la norma. Ci tengo a precisare xD.
Un bacio a tutte.

@Giulia_1987

I Have Died Every Day Waiting For YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora