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Evangeline stava fissando Hermione con una strana intensità che lei fu quasi tentata di distogliere lo sguardo, ma prima che potesse farlo le indicò l'uscita con un cenno del capo.
La funzione si stava ancora svolgendo nella sala grande e ogni vittima veniva celebrata secondo le usanze della religione in cui credeva.
Hermione gettò un'ultima occhiata a Ginny che non si degnò di voltarsi a salutarla e sospirando uscì dalla sala al seguito della donna.
Evangeline era truccata veramente bene notò Hermione, cosa alquanto strana visto che avendo vissuto insieme per molto tempo sapeva perfettamente quanto Ev odiasse truccarsi e soprattutto quanto poco le servisse.
«Pensavo che non ci saremmo più riviste.» disse Hermione per rompere il ghiaccio, mentre passeggiavano l'una al fianco dell'altra verso l'uscita del castello.
«Lo speravo anch'io» rispose Evangeline, non esattamente come Hermione si sarebbe aspettata.
«Perché sei qui?»
I tacchi degli stivali che indossava Evangeline coprirono il suono del silenzio che precedette la risposta. «Draco partirà a momenti.»
«Lo so già, ma tu come fai a saperlo?»
«No che non lo sai Hermione. Questa volta è diverso, non è come le altre, non tornerà da te. I miei animali hanno visto i bagagli, è già tutto pronto, ha già fatto spedire le prime cose. Andrà via e non tornerà, lo perderai per sempre.»
Hermione si prese un attimo per rispondere, scostandosi una ciocca di capelli che le era finita davanti agli occhi. «Com'è che si dice? Se ami qualcuno devi lasciarlo andare.»
Ev la guardò con elegante disgusto. «Mai sentito.»
Tacque. «Immagino sia vero però. Dimitri sarebbe stato d'accordo.»
Hermione non notò l'uso del condizionale passato. «Evangeline, Draco è adulto, sa cos'è meglio per lui. Non posso decidere io al posto suo.»
Evangeline si fermò in mezzo al viale fuori da Hogwarts. «Granger, io non posso sapere cosa è meglio per lui. So cosa è meglio per te. E lui è ciò di cui hai bisogno, quindi alza il culo e vai a fermarlo.»
Hermione continuò a camminare ignorandola, fingendo di non aver sentito.
«Dimitri ti ha lasciato andare e a mio parere ha fatto un errore madornale, ma l'ha fatto per un motivo! Perché tu fossi felice! Non buttare via questa chance di essere felice!»
«Allora Dimitri sarà felice di sapere che tornerò a casa.» rispose Hermione sempre dandole le spalle. Non potè vedere la tristezza devastante farsi largo sul viso di Evangeline. Quel viso che aveva riempito di strati e strati di trucco per rendere presentabile, per nascondere quel dolore che adesso stava tornando in superficie con la forza dell'acqua che si insinua nelle crepe di una diga e la distrugge.
Hermione non sentendo la risposta si voltò e vide gli occhi rossi e gonfi di lacrime della ragazza.
Si sentì il cuore esplodere nel petto quando chiese: «cos'è successo?»

Harry stava aiutando Draco con le ultime cose, ricordandogli di prendere questo o quell'oggetto.
Quando ebbero finito e Draco chiuse il suo baule, Harry si lasciò cadere sul letto dell'amico.
«Sei sicuro di non voler passare a casa? Ci sono parecchie..»
«No, Potter. Te l'ho già detto. Non voglio portarmi niente che possa ricordarmi il passato. Fate quel che volete di quelle cose, non mi interessano.»
«Parli di noi come se fossimo già il passato, ma io sono qui Malfoy! Tu sei ancora qui! Puoi ancora cambiare idea!»
«No, Potter. Devo e voglio dimenticare. Porterò solo lo stretto necessario e mi rifarò una vita.»
Harry si passo una mano tra i capelli. «Non c'è nulla che io possa fare per farti cambiare idea?»
Draco tossì, ancora indisposto. E copiando l'amico si lasciò cadere sul letto accanto a lui.
«No, so cosa è meglio per me, Potty. Se vuoi che sia felice ti prego di appoggiare la mia decisione e di non fare nulla. Non posso avere anche te sulla coscienza.»
Harry voltò la testa verso di Draco. «Quello che è successo a Blaise, non è colpa tua.»
«Qualsiasi cosa dirai non mi farà cambiare idea.»
«Okay.» Harry si rimise in piedi, spolverandosi i vestiti. «Non c'è niente da aggiungere allora.»
Guardò l'orologio appeso al muro. Erano quasi le quattro di pomeriggio. «Ron, Ginny e Luna ci stanno aspettando in salotto.»
Draco annuì e con un gesto della bacchetta fece svanire il baule appena preparato, mandandolo nel luogo in cui sarebbe andato. «Andiamo.»
Scesero di sotto nel salottino della torre in cui avevano vissuto durante tutto il soggiorno ad Hogwarts. Luna stava raccogliendo tutti i piccoli soprammobili sparsi nella stanza e li stava infilando in una busta. La cicatrice ancora rossa in bella mostra sul braccio.
Ron ogni tanto ne prendeva uno dalla busta e lo rimetteva fuori, finché Luna non passava a riprenderlo e lui ripeteva il gesto da capo.
Ginny invece fissava il vuoto dalla poltrona.
Sul pavimento erano sparsi bauli e borsoni, segno che anche i ragazzi stavano facendo i bagagli per tornare a casa. Hogwarts non aveva più bisogno di loro.
Luna si illuminò quando li vide. «Ragazzi! Avete finito di fare i bagagli?»
Draco annuì mentre Harry con un gesto della mano rispose che li avrebbe finiti più tardi.
«Sarà strano non averti a casa Malfoy.» disse Ron, accennando un sorriso. «Le cose saranno diverse d'ora in poi.»
Rivolse un sorriso triste anche alla sorella, rannicchiata sulla poltrona con le braccia strette attorno alla pancia.
Luna tossicchiò attirando l'attenzione di tutti.
Il suo volto solitamente pallido si tinse di una lieve sfumatura rossastra. «A proposito di questo.. Neville questa mattina mi ha chiesto di andare a vivere con lui non  appena si riprenderà e potrà uscire dall'infermeria.»
Ron sgranò gli occhi. «Ma è magnifico Luna! Sono felicissimo per voi!»
Harry e Ginny annuirono.
«Meritate di essere felici.» commentò Ginny, guardando l'amica dolcemente.
A Luna brillarono gli occhi per l'emozione e si avvicinò a quella che era stata la sua coinquilina per molti anni.
«Sarai felice anche tu Ginny. So che adesso non sembra così, ma lo sarai. Tu e la tua bambina andrete avanti e vi rifarete una vita.»
Ginny trattenne le lacrime e annuì, stringendo forte l'amica. «Ti voglio bene Luna.»
«Anche io Ginevra.»
Draco nel frattempo si era avvicinato agli altri. «Beh ragazzi è ora che io vada.»
Ginny si alzò dalla poltrona e si avvicinò a Draco. Gli allacciò le braccia al collo e lo strinse forte. Lui ricambiò l'abbraccio.
«Non so se avere la tua bellissima doccia tutta per me rimedierà alla tua assenza.» gli sussurrò all'orecchio. «Mi mancherai stronzo, non sparire e fatti sentire, okay?»
Draco si sottrasse all'abbraccio e la guardò negli occhi. «Lo farò Rossa. Lo farò.»
Poi fu il turno di Ron. Si diedero due pacche amichevoli sulle spalle, ma i loro sguardi dicevano ben altro.
«Ti devo molto, Weasley. Grazie.» fece Draco. «Di tutto.»
Ron fece un ghigno. «Non ti starai rammollendo vero Malfoy?»
Draco si avvicinò a Ron come per sussurrargli un segreto. «Perché Weasley è il nostro re...»
Ron si pietrificò.
«Ogni due ne para tre.» concluse e si mise a ridere quando Ron riprese a respirare. «Fatti valere Lenticchia.»
Ron gli sorrise, era anche un po' emozionato, ma non l'avrebbe mai ammesso. Gli altri ridacchiarono.
In fine Draco si rivolse ad Harry. «Beh Potty, penso che noi due ci siamo detti tutto.»
«Stai in guardia Malfoy.» lo minacciò Harry, scherzosamente.
«Non avrai mica paura Potter?»
«Ti piacerebbe.»
Si misero a ridere. «Stammi bene amico.» disse Harry.
Draco lo abbracciò. «Anche tu.»
Poi aggiunse a bassa voce in modo che solo Harry potesse sentirlo: «Dalle tempo, ne ha bisogno. Ma sappi che tu sei l'unico che potrà mai sostituirlo.»
Harry si immobilizzò. «Di cosa cazzo stai parlando?»
«Di Ginny.» rispose. «Mi sono accorto di come hai iniziato a guardarla da un po' di tempo. La ami ancora. E non puoi fartene una colpa. Adesso sta soffrendo e probabilmente non si riprenderà mai completamente, ma ha bisogno di te. Tu sei l'unico che può aiutarla.»
Harry rimase senza parole.
«Non c'è bisogno di dire nulla amico.» Draco si allontanò e chiamò a se la sua scopa.
Harry guardò Ginny che se ne stava appoggiata contro la spalla di Ron.
Era bellissima.
Sorrise.
Non l'avrebbe lasciata sola. Mai.
«Beh allora è tutto ragazzi.» Draco si diresse verso la porta e la aprì.
«Ciao Malfoy.» lo salutarono in coro.
«Fai buon viaggio.»
«Fatti sentire.»
«Attento ai gorgospirzzi.»
Draco sorrise e chiuse la porta.

Hermione stava correndo a perdi fiato per tutta la scuola. Doveva raggiungere la Stanza delle necessità, dove era morto Blaise.
Potevano essere solo lì.
Era l'unica chance che le era rimasta. L'unica possibilità che aveva per fargli cambiare idea.
Ma doveva correre.
Se si fosse smaterializzata all'interno di Hogwarts, cosa che lei poteva fare essendo una dianica, le avrebbe risucchiato tutte le energie. Doveva conservarle per la smaterializzazione di ritorno.
Quando giunse al settimo piano, dopo numerose imprecazioni contro le scale, passò tre volte avanti e indietro e la porta apparve.
Era come nuova.
Nemmeno un segno del combattimento.
Nessun ricordo del corpo senza vita di Blaise.
Solo un tavolino con sopra una piccola scatolina di velluto nero.
Hermione tirò un sospiro di sollievo ed entrò per prendere il piccolo contenitore.
Aveva il fiatone e il cuore che batteva a mille.
Quando lo aprì, i due piccoli anelli nuziali scintillarono riflettendo la luce delle candele accese.
Se lo mise in tasca ed uscì.
Evangeline aveva ragione. Era l'ultima possibilità che aveva. E tentare non costava nulla.
Aveva anche blaterato qualcosa sul fatto che Dimitri la aveva lasciata andare per un motivo. Ma non era stata molto chiara.
Aveva promesso che se fosse riuscita a far rimanere Draco le avrebbe spiegato cosa intendeva.
Hermione aveva un brutto presentimento.
Nonostante ciò si smaterializzò.


ANGOLO AUTRICE

LO SO. SCUSATE IL RITARDO.
Sono una persona orribile che non aggiorna mai. Ma ultimamente non ho proprio ispirazione.
Spero comunque che questo capitolo vi piaccia. ❤️
Per il prossimo non vi farò aspettare due mesi, lo giuro.
Fatemi sapere che ne pensate nei commenti.🌟

- @giulia_1987

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 23, 2020 ⏰

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