Adam

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Adam avrebbe tanto voluto avere un estintore per spegnere le tremende fiammate che lanciava Eris trasformata in drago. La dea era a dir poco inferocita, sputava fiamme e alito bollente in ogni angolo, avanzando lentamente, le unghie che dilaniavano il terreno e la coda irta di spine che fendeva l'aria.

- Oh, dei, sta calma- si disse Michaela, trafficando con le catene- ehm, senti...-

- Amanita-

- Amanita, devi avere un attimo di pazienza-

La ragazza alzò la testa e vide il drago nero che sputava fiamme, mentre Donovan e Adam evitavano di essere fatti arrosto.

- Non abbiamo tempo, temo- disse, allarmata.

Imprecando in greco antico, Michaela estrasse il proprio pugnale e borbottò qualche incantesimo, dopodiché tento di tagliare una delle catene. Il bronzo celeste scintillò e la lama vibrò forte, facendo tremare il braccio della semidea come fosse di gelatina. Michaela si piegò in due per il dolore.

- Stai bene?- le chiese Amanita.

- Più o meno- rispose Michaela, sbuffando- per Zeus, dovrò cambiare incantesimo!-

Voltò appena la testa, vedendo i compagni nascosti dietro una roccia lì vicino e fischiò, ottenendo la loro attenzione.

- Tenetela a bada, mi ci vorrà un po' per slegare Amanita!-

Più facile a dirsi che a farsi, Eris era una furia. Quando non sputava fuoco, sparava aculei velenosi dalla coda, oppure tentava di schiacciarli sotto le grosse zampe, oppure ancora schioccava la mascella per masticarli, i denti appuntiti che stridevano rumorosamente.

- Ora vorrei Riley- disse Adam- l'acqua ci farebbe comodo, giusto per affogarla un po'!-

- Non so quanto tempo abbiamo prima che Eris decida di fare uno spuntino con Michaela- fece Donovan- ma finchè spara fiamme, è impossibile avvicinarsi-

Adam annuì e si sporse appena dalla roccia. Il drago nero fece una specie di giravolta e sputò una fiammata. Il giovane si spostò per un pelo, ma il suo giubbotto andava a fuoco. Imprecò e tentò di spegnere le fiamme. Con l'aiuto di Donovan se lo tolse, gettandolo a terra.

- Tutto bene?- si preoccupò il figlio di Apollo, vedendo il suo braccio destro fumare.

- Credo di sì- rispose Adam, stringendo i denti. Si guardò il braccio. Era ustionato, ma poteva andargli peggio.

Donovan rovistò velocemente nella propria sacca, prendendo una boccetta di unguento e dell'ambrosia. Non aspettò il permesso di Adam e gli ficcò in bocca il quadretto, mettendosi a curare e bendare la ferita. Quando la pomata fredda entrò in contatto con la carne viva del braccio ustionato, Adam represse un grido.

- Scusami... resisti un altro po'. Mastica l'ambrosia, dovrai fartela bastare-

Annuendo, Adam inghiottì il cubetto nutriente, sentendo la terra tremare. Eris era vicina, li avrebbe trovati presto, ma altri nascondigli non c'erano, le rocce iniziavano a scarseggiare, le aveva incenerite o liquefatte quasi tutte. La priorità restava tenere il drago lontano da Michaela e la mortale.

- In questo momento una benedizione di Ares mi farebbe comodo- pensò, mentre Donovan finiva velocemente la fasciatura- ma io non sono una semidio... quindi mi ignorerai, vero, nonno?-

Donovan mise via le medicine e prese in mano l'arco.

- Ci serve una strategia- disse, con fare deciso.

Adam strabuzzò gli occhi. L'ambrosia sembrava fare effetto lentamente e il dolore gli appannava la vista. Si sentiva come se avesse la labirintite, l'equilibrio era precario e la testa vorticava. Sudava freddo e il braccio ustionato pulsava, la pelle sembrava volergli esplodere sotto le bende. Il cuore ormai galoppava talmente forte da rimbombargli nelle orecchie. Il sangue gli pulsava nelle tempie con fare molto fastidioso ed irritante.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora