Adam

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Il tenue bagliore dorato delle gabbie degli dei era la sola fonte di luce in quell'infinito buio e nulla. Se prima almeno una sagoma Caos l'aveva, ora nessuno lo vedeva più. Adam aveva lasciato la presa assieme ai compagni e si guardava attorno, disorientato. Le gabbie stavano sopra le loro teste, come fossero appese.

- Non mi piace- disse- c'è troppo... buio-

- Sono sicurissimo che Caos sia qui da qualche parte, o forse è questo "da qualche parte"- replicò Billy, facendo più luce alzando l'Egida.

- Oh, dei!- esclamò Amanita, sussultando. Tutti si voltarono verso di lei e la ragazza fece un sorriso imbarazzato- Scusate, l'Egida mi ha spaventata-

- Succede a tutti- le disse Riley.

Billy accennò un sorriso di scuse, non era colpa sua se aveva uno scudo terrificante. Adam si rese conto che quella, per tutti loro, era la prima, vera battaglia senza Donovan. Si sentì di colpo sguarnito malgrado elmo, armatura, spada e scudo. Fosse stata una delle stupide prove di Era, ci avrebbe riso sopra, ma quella era la battaglia e dovevano affrontarla senza quello che avevano sempre considerato il loro miglior battitore. Non si era reso conto di quanto la presenza di Donovan fosse fondamentale per lui.

Roteò nervosamente la spada nella mano destra. Non riusciva a non pensarci. Per una ragione sconosciuta, gli tornò in mente quella volta in cui lui e Donovan avevano avuto la conversazione più stupida del secolo, perché Adam gli aveva chiesto "ma non diventi strabico a forza di fissare da vicino le frecce?".

- Io non sento provenire alcun rumore- bisbigliò Riley, come se il suono della propria voce in quel silenzio la infastidisse- questo è il nulla. Questo è Caos-

- Come sconfiggiamo il nulla, quindi?- domandò Amanita, facendo saettare lo sguardo attorno a loro.

Adam si voltò verso Riley.

- Ehm, la tua spada brilla- le disse.

La nipote di Poseidone sussultò. Sguainò la nuova spada riforgiata, che mandò un bagliore accecante. Quella luminosità parve fendere le tenebre eterne del luogo.

- Ma certo, la luce sconfigge le tenebre- borbottò Billy- ma senza un corpo, come facciamo a combattere contro Caos?-

La lama della spada di Riley vibrò, assorbendo parte dell'oscurità. Una specie di vortice nero si creò davanti a loro e prese una forma umanoide, una figura alta e possente, indistinta. La sola cosa luminosa erano gli occhi, rossi e antichi come il mondo.

- Hai avuto la tua risposta- fece Adam, alzando lo scudo- Caos ci sta facendo il favore di mostrarsi a noi-

Ma non fu così. Le tenebre si dissiparono in riccioli di fumo grigiastro e apparve un uomo. Era proprio un uomo, di media statura e corporatura, con i capelli corti e castani e una barba un po' lunga e ispida. Indossava un'armatura greca e i suoi occhi erano poco amichevoli, ma era decisamente mortale, forse troppo. Sorrise quando vide le loro espressioni sbigottite.

- Davvero siete stati così ingenui da credere che Caos potesse prendere una forma mortale? Suvvia, non parliamo di un dio o un Titano, ma di un'entità primordiale praticamente immensa! Forse Caos ha sopravvalutato la vostra intelligenza-

Non aveva un'aria familiare, ma Adam iniziò a credere che, esattamente come Kyle, anche lui fosse un semidio passato al nemico. Ma chi era? Tutti avevano sempre creduto che il capo dell'avanguardia di Caos fosse proprio il figlio di Ares, ma Kyle era rimasto sull'Olimpo, per così dire nelle retrovie.

L'uomo parve intuire i suoi pensieri e fece una risatina.

- Kyle e gli altri non sono che pedine- disse- abbiamo fatto credere a tutti che Caos volesse dividere il proprio potere per una sorta di battaglia per conquistare l'Olimpo o distruggerlo, ma non è così. Caos è un'entità particolare, diciamo che non ha questo genere di volontà, o meglio, le manifesta in maniera differente. Non desidera distruggere l'Olimpo-

Adam vide chiaramente Riley trasalire e l'uomo misterioso sorrise quasi trionfante.

- Sì, tu avevi già capito. Caos vuole inghiottire il mondo intero e ricreare nuovamente l'inizio di tutto-

Prima che chiunque di loro potesse replicare o attaccare, l'uomo alzò una mano, smorzando ogni loro tentativo di fare qualcosa.

- Lasciate che vi spieghi una cosa che sicuramente avete trascurato- continuò- riguarda il sangue di Urano con cui avete purificato quella spada che la ragazza tiene tra le mani. Forse vi è sfuggito un particolare della storia. Caos non è stato sconfitto da Urano, è stato solo ridimensionato. La sua essenza è troppo estesa perché la si possa annientare completamente, persino gli dei sono troppo limitati per lui-

- Questo vuol dire che il massimo che possiamo fare è farlo diventare un po' meno immenso?- chiese Adam.

- Esattamente. Ma c'è un ostacolo− anzi no, dodici. E sono esattamente sopra la vostra testa-

Tutti e quattro alzarono gli occhi. Le prigioni degli olimpi sembravano lontanissime e brillavano appena.

- Nessun dio è dalla nostra parte- mormorò di colpo Riley, abbassando la spada.

L'uomo annuì. Gli dei non si erano schierati con loro, anzi, li avevano semmai creduti dei traditori ed era stata proprio la mancanza di fiducia degli dei nella loro progenie mortale e nel genere umano a permetter a Caos di prosperare a quel modo, fino ad un livello tale da essere praticamente incontrollabile. La sentenza pareva incontrovertibile.

- Quindi Urano è inutile- brontolò Amanita.

- Non è inutile, ma non è sufficiente- la corresse l'uomo, calmo- vi serve l'aiuto almeno di un dio, ma ormai la frattura tra il mondo divino e quello mortale pare insanabile. Caos si nutre di questo-

Li osservò tutti, soppesandoli.

- Comunque, ormai avrete capito che la vera battaglia non è qui, ma sull'Olimpo- aggiunse, sorridendo con fare inquietante- a Caos non interessa cosa farà il suo esercito, tanto s'impadronirà di ogni cosa. I vostri compagni perderanno, mostri, divinità minori, semidei e mortali sono contro di loro... quanti sono i vostri amici del campo, contando anche qualche aiuto esterno e l'ormai decimato esercito romano? Un centinaio, poco di più? La matematica della sconfitta. Il nostro esercito è molto più numeroso, vinciamo minimo tre a uno-

Un brivido corse lungo la schiena di Adam. Aveva dannatamente ragione. L'attacco al Campo Giove non era servito solo a rubare l'oro imperiale, ma anche a dimezzare il miglior esercito di semidei al mondo. Al Campo Mezzosangue, i semidei non arrivavano nemmeno a una quarantina. Certo, Cacciatrici e Amazzoni erano corse ad aiutare, più i loro genitori e qualche altro aiuto, ma quell'uomo aveva fatto bene i calcoli.

- Ma tu chi diavolo sei?- gli chiese Billy.

- Nessuno. Davvero, anche se ti dicessi il mio nome, non ti cambierebbe nulla. Sono mortale? Sì. Sono un mezzosangue? Sì, esatto. Sono figlio di una divinità minore, ovviamente, un signor nessuno in piena regola. Da bambino ho combattuto nell'esercito di Crono, ma mi è stata risparmiata la vita da un semidio mio nemico... sono riuscito a sopravvivere e mi sono schierato dalla parte dei Giganti, ho perso anche quella battaglia, poi finalmente è arrivato Caos-

- Ora ho capito!- esclamò Riley, spalancando gli occhi- Tutto questo... era una dannata trappola per imprigionarci qui! Nessuno potrà aiutarci e noi non potremo aiutare nessuno. Tutta questa fatica sarà stata inutile-

Allargando le braccia in un gesto conciliante, l'uomo sorrise.

- Un po' tardi per questo, signorina- rispose, uno scintillio trionfante negli occhi.

La situazione si era ribaltata in maniera inaspettata. Erano stati tutti ingannati fin dall'inizio. La spada di Riley sarebbe stata inutile, se l'Olimpo veniva distrutto e i loro amici morivano tutti. Adam strinse forte lo scudo, serrando la mascella.

Alle loro spalle, l'oscurità parve improvvisamente prendere fuoco. Si voltarono tutti e il sorriso vittorioso dell'uomo svanì lentamente dalle sue labbra. Uno squarcio fumante si aprì e una ventata calda e piacevole investì tutti quanti. Dalle fiamme, che danzavano morbidamente ai lati dello squarcio, emerse una figura femminile.

- Ti sbagli se pensi che nessun dio li aiuterà- disse la figura, diventando sempre più solida. Era una bella ragazza con un semplice abito marrone e i capelli castani legati in una coda di cavallo- è proprio quando la speranza sembra venir meno che arriva un aiuto. Il mio aiuto. Quando tutto è perduto, quando gli dei sono lontani, io sono colei che mantiene acceso il fuoco sacro. Io sono Estia, guardiana del focolare. L'ultima dea-

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora