Alabaster

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Per quanto Alabaster si sforzasse di sembrare distaccato, il genuino interesse di Iris l'aveva turbato. Non era abituato a stare con le persone, dal suo esilio era praticamente sempre rimasto solo. Capiva perché sua madre Ecate gli aveva mandato Michaela, aveva intuito anche lui le potenzialità della sorella. Michaela era forse più forte di lui, ma doveva riuscire a tirare fuori ciò che aveva dentro, doveva abbattere quel blocco che le impediva di usare la magia: la paura.

- Perché una ragazza giovane e bella dovrebbe provare interessante me?- si domandò.

Più ci pensava, più trovava molto stramba quella figlia di Afrodite. Non solo non era vanitosa e altezzosa, ma aiutava gli amici ed era brava a combattere, decisamente una voce fuori dal coro. Alabaster non era solito dare credito ai pregiudizi, ma tutti sapevano quanto fossero vanesi e abbastanza inutili solitamente i figli di Afrodite.

Si riscosse dai suoi pensieri quando notò l'espressione abbattuta di Michaela.

- Cos'è, di preciso, che ti impedisce di fare magie?- le chiese, senza giri di parole.

- Non lo so... forse la paura di sbagliare- rispose lei, sincera.

Alabaster la guardò.

- Allora non ce la farai mai- le disse, brusco- i figli di Ecate possono essere forse i più potenti, ma solo se lo vogliono. La paura di deludere gli altri è stupida-

- Solo perché tu non hai nessuno, che ne sai?-

Michaela si morse un labbro, riprendendo il controllo di se stessa.

- Perché non hai chiesto di essere perdonato? Ti avrebbero dato l'amnistia-

- E rinunciare ai miei principi, rinnegare quello in cui credo? Mai-

- Ne valeva davvero la pena?-

- Questo non lo so, ma di certo non tornerei indietro per cambiare la mia decisione-

Dopo aver dato una veloce occhiata a Michaela, Alabaster la lasciò, andando in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Trovò Iris in piedi, intenta a versarsi l'acqua nel bicchiere.

- Acqua?- gli chiese gentilmente.

- Non puoi fare sul serio-

- Che?-

- Lascia stare. No, non ho più sete e voi dovete andarvene da qui, tutti... tra non molto dovrò andarmene di nuovo. Tornate al vostro campo e aiutate gli altri a sconfiggere Caos-

La semidea posò il bicchiere e fece un passo avanti.

- Vieni anche tu!- esclamò- Ci saresti di grande aiuto, sai? Non per gli dei, ma per i mortali... almeno loro meritano di essere salvati-

Alabaster accennò una risata.

- Sono una causa persa, Iris- le disse- te l'ho già detto, lasciami perdere, stai solo sprecando tempo-

La giovane aggrottò le sopracciglia. Era dannatamente carina quando pareva arrabbiata. Gli lanciò un'occhiata quasi torva.

- Bene- fece- dunque mi reputi una bambina e una sciocca, è questo il problema-

- Non ho detto questo...-

Lei lo bloccò con un gesto imperioso della mano.

- Sì, invece, lo so che è così- replicò con veemenza. Alabaster rimase immobile e Iris capì di aver involontariamente usato la Lingua Ammaliatrice- oh, dei... scusami. Non volevo farlo, mi è scappato. Non fa niente, so riconoscere una causa persa, comunque, non sono una stupida adolescente che si lascia influenzare da tutto ciò che è nuovo e diverso-

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora