Luke

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Il resto dell'estate in Texas non era stato affatto male. C'era stato un bel da fare per richiudere le fenditure di Caos, ma per il resto, sembrava di essere in vacanza.

Il nonno di Amanita era una persona deliziosa, gentilissimo e ospitale, ma anche molto discreto e attento. Aveva una vera adorazione per la nipote e avrebbe fatto qualunque cosa per lei.

In un certo senso, Luke poteva immaginare come si sentiva. Era strano saperla tornata dalla morte e forse aveva paura che potesse essergli strappata di nuovo. Era probabilmente per questo che, quando Amanita non era in giro, gli chiedeva continuamente di restare con lei e proteggerla.

Ormai era iniziato settembre e l'aria iniziava a farsi meno afosa, anche se Jodie pareva ancora immersa nel caldo estivo.

- Non sono il solo che fa fatica a dormire- disse il signor Hamilton, sorridendo, quando vide Luke scendere in cucina piuttosto presto.

- I semidei hanno, ehm, qualche problema con i sogni- rispose Luke- dormire, quasi sempre equivale a fare sogni premonitori o incubi-

- Oh, buon dio! Non deve essere facile- commentò l'uomo, trafficando con la macchina del caffè- anche Amanita mi dice che spesso fa sogni-

- Beh, lei è speciale, non mi meraviglia-

- Caffè?-

- Sì, grazie-

Mentre spostava la sedia per mettersi al tavolo della colazione, Luke notò qualcosa, una sorta di nuvoletta di vapore nell'aria. Un messaggio Iride. Si avvicinò, riconoscendo il viso barbuto di Chirone e il campo sullo sfondo.

- Grazie agli dei vi ho trovato, Luke- esordì il centauro, accennando un sorriso.

- Che succede, Chirone?- chiese lui, confuso.

- Ho bisogno che tu e Amanita torniate al campo appena vi è possibile. Pensi di poterlo fare?-

- Beh, sì, le fenditure qui le abbiamo richiuse... ma perché?-

Chirone esitò un momento.

- Amanita non è qui- lo rassicurò il semidio- avanti, parli-

- Forse abbiamo capito alcune cose che la riguardano e che riguardano la possibile sconfitta di Caos. Ne dobbiamo parlare prima del solstizio, in modo da offrire a Zeus una soluzione alternativa alla sua, che temo sarà drastica-

- O menefreghista- fece Luke, sospirando- ho capito. Partiamo appena possibile, ma ci vorrà un po'. Ad ogni modo, saremo lì prima del solstizio-

L'espressione sollevata di Chirone nell'apprendere quella notizia fece pensare a Luke che qualcosa di grosso bolliva in pentola. Passò una mano sull'immagine e la nebbiolina scomparve.

- Curioso metodo per comunicare- commentò il nonno di Amanita, ridendo.

- Altra cosa da sapere sui semidei: non posso usare i telefoni o è come lanciare un razzo di segnalazione verso i mostri- spiegò Luke.

- Ragazzo mio, ma che vita difficile fate, voi semidei?-

Luke non rispose. Si limitò a bere la sua tazza di caffè bollente e a trangugiare un paio di biscotti, poi corse di sopra, doveva svegliare Amanita e spiegarle la questione, in modo da partire il prima possibile. Come sospettava, la ragazza dormiva tranquilla, non aveva sentito nemmeno lui e suo nonno parlare al piano di sotto. Gli dispiaceva svegliarla così presto, ma doveva farlo. Si sedette sul bordo del letto, scuotendola delicatamente.

- Amanita-

La giovane si mosse appena, nascondendosi sotto le lenzuola. Luke sorrise e gliele tirò via.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora