Amanita

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Come se mostri e altre faccende orribili non bastassero, quando si videro attaccare da un enorme drago, Amanita pensò che la prossima volta che decideva di fare una gita, sarebbe stata nel New Jersey.

Stavano attraversando una distesa di terra quasi appiccicosa, nella quale scorrevano rivoli del fiume Stige come fossero vene, quando un boato enorme fece tremare la terra. Seguì un ruggito degno di Godzilla e poi di nuovo la terra che veniva scossa, come se qualcosa di grosso e pesante si stesse avvicinando.

- Che cos'è?- chiese Amanita, guardandosi attorno.

- Niente di buono, suppongo- rispose Luke tra i denti, sguainando la spada.

Aguzzando la vista in quella nebbiolina grigia e fumosa che avvolgeva il luogo, Amanita lanciò uno strillo suo malgrado: un gigantesco drago, dalla coda lunga e frustante, un collare di spine e le fauci spalancate si dirigeva a passo svelto verso di loro. Rimase pietrificata per qualche secondo, incapace di muoversi o parlare. Erano completamente all'aperto, non c'era possibilità di nascondersi da nessuna parte e temeva che con quella vista acuta, il bestione li avesse già individuati. Luke la fece indietreggiare, la lama bene in vista, ma Amanita lesse una certa paura anche sul suo volto. Aveva già affrontato un drago, in passato e la sua cicatrice era il risultato.

- Non possiamo scappare, quindi dobbiamo abbatterlo- le disse.

- Come no, un drago lungo dodici metri e alto altrettanti- ribattè Amanita, scuotendo il capo. Si riprese e in mano le comparve la sua falce nera- almeno, se dobbiamo venire disintegrati, facciamolo con un briciolo di onore-

La creatura fece un verso che gelò loro il sangue (un modo di dire, essendo spiriti non lo avevano più), ma incredibilmente rallentò, fermandosi a pochi passi da loro. Le fauci schioccarono e una specie di museruola gliele avviluppò, impedendogli di mordere o sputare fuoco. Sulla sua groppa c'erano due persone, anzi, due esseri giganteschi. Luke e Amanita rimasero a fissare la scena dei due che smontavano dal drago, abbastanza sbigottiti.

- Mortali?- chiese uno dei due.

- Sì, ma sono spiriti- rispose l'altro.

Dopo aver deglutito più volte, Amanita riconobbe il Titano Giapeto grazie alla lunga criniera argentata. L'altro, un po' più piccolo e che, per qualche ragione, le ricordava un vichingo, doveva essere il gigante Damaseno.

- Oh, grazie agli dei!- esclamò, abbassando la propria arma.

Luke si voltò verso di lei, confuso. Amanita lo oltrepassò, appoggiandogli una mano sul braccio per fargli abbassare la spada.

- Cercavamo giusto voi-

Damaseno alzò un sopracciglio, sorpreso.

- Hai sentito, Bob? Cercavano noi!- tuonò, divertito- E perché mai delle anime mortali dovrebbero scendere qui per cercare noi?-

- Beh, perché siamo diretti al castello di Nyx, per parlare con lei e convincere i suoi figli a sostenere Erebo contro Caos- spiegò velocemente Amanita- io sono una delle guide dei morti al servizio di Caronte, mi chiamo Amanita. E lui è...-

Si fermò quando vide l'espressione di Giapeto.

- Lui è Luke Castellan- la interruppe il Titano- so chi è. Me lo ricordo-

Luke rinfoderò la spada, ma lui e il Titano si guardarono qualche istante in maniera strana. Amanita impallidì, non aveva pensato che Giapeto avrebbe potuto decidere di non aiutarli per via della faccenda di Crono. Damaseno notò la sua espressione preoccupata.

- Oh, Bob non ce l'ha mica con lui- la tranquillizzò- al contrario!-

Come volevasi dimostrare, Bob fece un passo avanti, facendo venire un colpo a Luke, lo afferrò e lo stritolò in un abbraccio titanico davvero possente.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora