Billy

153 19 8
                                    

Ci sono persone che sbagliano e comprendono e persone che non capiscono mai i moniti e continuano a fare scelte sbagliate.

Billy Grace apparteneva alla seconda categoria, purtroppo. Non aveva voluto restare al Campo Giove anche a studiare e, come Riley, aveva ottenuto il permesso di frequentare una scuola nel mondo mortale. Ma era stato più difficile del previsto ambientarsi.

Non era riuscito ad andare alla stessa dell'amica, purtroppo, ma sentendo cosa raccontava lei, forse era stato meglio così. L'istituto in cui era finito Billy, però, non era tanto meglio o almeno non lo era dal punto di vista della gente.

Sembravano tutti degli adolescenti appena usciti da Hanna Montana o High School Musical, tutti perfetti, tutti così moderni. Le ragazze andavano in giro truccate come star già a dodici o tredici anni, i ragazzi invece si davano delle arie pazzesche, con i loro jeans firmati, i capelli sempre in ordine e l'aria da duri, nemmeno avessero vent'anni e fossero al college; e poi c'era Billy: i capelli non gli stavano mai come voleva, ogni mattina si alzava con la sensazione di aver lottato con un'arpia la notte precedente, che gli aveva fatto il nido in testa. Non sembrava per niente un James Dean delle scuole medie e il fatto che tutti fossero così "bianchi" non lo aiutava a passare inosservato− il che era quello che avrebbe preferito, essere anonimo− perché il suo sangue cherokee non si poteva mascherare, a meno di un'immersione totale in un barattolo di cipria chiarissima.

Il fatto era che si trattava della seconda scuola che cambiava e si era ripromesso di mettercela tutta per non mollare alla prima difficoltà.

Quel giorno, però, capì che non avrebbe resistito più di altri cinque minuti.

- Ehi, Grace!-

Chiudendo la porta dell'armadietto, Billy vide avvicinarsi alcune sue compagne di classe. Ancora non aveva imparato i loro nomi, ma la capobanda, una biondina ossigenata con le labbra a canotto, gli ricordava la Barbie e così, per lui era diventata Barbie.

- Ehm, ciao- disse timidamente lui, guardandosi attorno, come se Barbie avesse sbagliato persona.

- Senti, dei miei amici più grandi fanno una festa, dato che tra pochi giorni iniziano le vacanze invernali- parlò Barbie, mentre le sue amiche Midge e Skipper ridevano alle sue spalle con fare sciocco- perché non vieni anche tu? Sei nuovo, dopotutto e potresti conoscere gente-

Billy scosse il capo e frugò nella borsa, sospirando. Riaprì l'armadietto, aveva dimenticato di prendere un quaderno.

- No, grazie, non mi interessa- rispose.

Barbie parve delusa e lo fissò col broncio. Billy si costrinse a cercare di non fissare quelle sue orrende sopracciglia nere, che stonavano con i capelli ossigenati in maniera oscena.

- Ma sei gay per caso?- chiese lei, facendo una smorfia.

Il nipote di Giove si accigliò.

- No- disse velocemente- ma poi, anche se fosse, che problema c'è? Non è per questo che non voglio venire. Non mi va-

Al campo c'era tanto da fare. Reyna gli aveva promesso di addestrarlo personalmente e nelle ultime settimane il suo aiuto iniziava a dare dei frutti, Billy non poteva permettersi di perdere quelle preziose lezioni.

Dei ragazzi chiassosi passarono nel corridoio e alcuni si misero a stuzzicare una ragazzina un po' più piccola che cercava di ficcare velocemente la propria roba in una zaino. Uno dei ragazzi le prese senza permesso un peluche rosa a forma di maialino e lei tentò disperatamente di riaverlo, pareva sul punto di piangere.

- Maya, va tutto bene?-

Chiudendo di scatto lo sportello, Billy si avvicinò al gruppo. Maya Zhang era una sua conoscenza, aveva un paio d'anni meno di lui ed era una bambina gentile e riservata. Stava al Campo Giove anche lei, i suoi genitori erano semidei romani, eroi della Legione.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora