Riley

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Per Riley, quella fu una delle notti più tremende di sempre, dove dormì da schifo e quasi per niente. Era troppo agitata per riposare, malgrado la stanchezza.

Il mattino seguente, a colazione, scoprì che anche gli altri amici convocati non avevano dormito bene, avevano tutti occhiaie e arie assonnate.

- Ho dovuto ascoltare tutta la notte i miei compagni russare, sentivo anche una foglia che si muoveva- sospirò Adam, prendo da mangiare.

- Io ho provato ad andare sul tetto, di solito all'aperto mi sento meglio, ma ho finito per fissare le stelle per ore come un idiota- replicò Billy.

- Mi consolo, non sono la sola che non ha dormito- fece Riley, che poi si voltò verso Amanita- tu ci sei riuscita, almeno?-

La ragazza osservò con interesse un muffin ai lamponi con glassa al cioccolato bianco.

- Penso di sì, sta mattina Luke ha dovuto chiamarmi dodici volte per svegliarmi- rispose, sorridendo tranquilla.

Riley la invidiò, era sempre abbastanza tranquilla, era peggio di Adam. Andò a sedersi al proprio tavolo e cercò di mangiare. Anche suo padre pareva fresco e riposato ed era certa che avesse dormito come un sasso, lo aveva sentito russare beatamente quasi tutta la notte.

Terminata la colazione, venne l'ora di salire sull'Olimpo. Sia per Riley che per Billy e Adam, i genitori semidivini avevano deciso di accompagnarli e nessuno di loro protestò. Amanita era l'unica che sarebbe salita da sola, ma all'ultimo ci fu un cambiamento.

- Chirone, vorrei accompagnare Amanita- disse Luke, davanti alla Casa Grande- so che probabilmente sono l'ultima persona che gli dei vorrebbero vedere, ma preferirei andare-

Amanita sorrise e guardò Chirone con aria supplichevole. Il centauro rise.

- Per me non ci sono problemi, Luke, accompagnala pure- acconsentì.

Montarono tutti sui pegasi e si diressero spediti verso la cima dell'Empire State Building. Malgrado fossero passate solo 24 ore, sembrava trascorso un secolo da quella battaglia cruenta.

Saliti al seicentesimo piano, trovarono l'Olimpo nuovamente splendido, come rinato: i giardini lussureggianti e rigogliosi sfoggiavano il loro miglior verde, le siepi fiorite sbocciavano di colori e profumi, caprifogli, edere dalle foglie sgargianti e viti si arrampicavano sui porticati bianchi, le fontane zampillavano e gorgogliavano gioiosamente e le cupole d'oro splendevano come gioielli, in contrasto col bianco purissimo degli edifici. Ninfe, dei minori e muse cantavano e suonavano lungo i sentieri, creando un'atmosfera paradisiaca e senza tempo.

- Direi che sta volta hanno fatto prima così- disse Annabeth, sorridendo- ci avrei messo un po' troppo a riprogettare tutto io, anche se mi hanno lasciato qualcosina-

Riley si guardava attorno, estasiata. Ebbe l'impressione che fosse ancora più bello di prima, gli dei lo avevano abbellito ulteriormente, un vezzo che si erano concessi dopo la battaglia. Beh, in fin dei conti rendere ancora più magnifico un simile posto era il minimo, per festeggiare la vittoria.

Quando giunsero alla sala dei dodici troni, trovarono il consiglio al completo ad attenderli. Gli olimpi erano nella loro forma XXL, seduti sui troni, col fuoco che crepitava al centro della stanza, nel braciere di bronzo custodito da Estia. Imitando i genitori, Riley e i compagni s'inginocchiarono.

- Alzatevi, eroi- disse la voce possente di Zeus- intendo tutti voi-

Riley sentì un tuffo al cuore nel venire definita "eroe". Lesse lo stesso orgoglio negli occhi di Billy e Adam.

Zeus li squadrò e così fecero gli altri dei. Tra tutti, l'unico sguardo che Riley non riuscì a decifrare fu quello di Era. Afrodite pareva raggiante, Atena seria e imperscrutabile come sempre, Ares ghignava beffardo, Poseidone le sorrideva con condiscendenza e così via. Era, invece, li fissava e basta.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora