Adam

155 14 4
                                    

Ci sarebbe voluto un po' per far decidere gli adulti, erano peggio dei bambini, quindi i ragazzi avevano deciso di iniziare a darsi da fare. La casa di Efesto era la più attiva, con Ian che dava istruzioni a destra e manca per portare il materiale occorrente nel Bunker 9; costruire una nave in pochi mesi non era così semplice. Anche la casa di Ecate era al lavoro, provavano diversi tipi di magia per trovare quella più adatta da utilizzare con la nave. Tutti si chiedevano come era stato possibile creare una cosa spettacolare come l'Argo II, dato che sembrava una difficoltà estrema creare una Argo III. La casa di Atena e quella di Apollo si davano da fare per studiare le mappe e capire la strada migliore per raggiungere il monte Elicona, mentre la casa di Afrodite correva avanti e indietro a portare bibite fresche o a incoraggiare semplicemente. Insomma, in poche parole ogni casa si dava da fare, tranne quella di Ares, naturalmente, loro non avevano la minima voglia di fare qualcosa.

Questa cosa che il dio della guerra non aiutava in battaglia, se non quando c'è da ammazzare, dava sui nervi ad Adam in maniera incredibile. E non era solo quello il problema.

Michael Stone, capogruppo, aveva deciso che non era assolutamente possibile che un semplice mortale andasse in battaglia, mentre un semidio restava a trastullarsi al campo. Lui e Adam non si erano mai amati particolarmente, a dire il vero, ma Adam aveva lasciato perdere solo per evitare divisioni tra i ragazzi della casa, che sembravano sul punto di andare nel panico ogni volta che loro due facevano scintille. No, non è che Adam pensasse di essere meglio di Michael, sapeva che i ragazzi di Ares lo sopportavano solo perché era figlio di Clarisse La Rue.

Nonostante tutto, non faceva della cosa un problema personale, non come Billy, almeno. Lo rispettavano solo per via di sua madre? Niente piagnistei, si sarebbe fatto valere da solo e dimostrato che dovevano rispettarlo e basta, perché lo meritava.

Michael tollerava appena la sua presenza, non aveva mai nascosto il suo fastidio per il trattamento dei fratelli, tantomeno la sua antipatia per lui. Però, Adam stava al campo solo d'estate e quindi la convivenza si poteva sopportare.

La faccenda della missione sul monte Elicona, però, quella no che non l'aveva mandata giù e ne aveva fatto una questione personale di onore e orgoglio (del cavolo, pensava Adam) da figlio di Ares.

- Ehi, Rodriguez, vieni un attimo qui!-

Adam stava uscendo dalla casa di Ares, quando sentì la voce gracchiante di Michael. Si voltò e vide il ragazzo raggiungerlo. Michael era grande e grosso, forse solo Ian Magnussen lo superava in altezza e non solo in quello, dato che era almeno dieci volte più simpatico di lui.

- Non puoi dirmi quello che devi dirmi più tardi?- gli chiese Adam- Vorrei andare ad aiutare i miei amici-

Michael Stone fece un verso di scherno.

- Saresti abbastanza inutile, dato che sei solo un mortale- rispose, volutamente pungente. Quando vide che Adam non reagiva, si sentì frustrato- e comunque, io sono il tuo capogruppo, ricordatelo!-

- Lo sei solo quando ti fa comodo- ribattè Adam, voltandosi di nuovo.

Il figlio di Ares prese quella risposta come un affronto. Un ragazzo più piccolo e per giunta nemmeno semidio osava trattarlo così... no, non poteva tollerarlo. Sapeva che era difficile attaccare briga con Adam, malgrado fossero entrambi piuttosto sanguigni e questo lo irritava pesantemente e gli faceva pensare che il ragazzo si sentisse superiore. Per fermarlo gli mise una manona sulla spalla, stringendo.

- Dove credi di andare?- ringhiò- Non ho finito, pivello!-

Michael non avrebbe dovuto farlo. E Adam sapeva che nemmeno lui avrebbe dovuto farlo, ma reagì senza poterlo evitare, voltandosi e stampandogli un destro dritto sul naso. Anche se era più basso, più magro e meno forte, faceva pugilato e questo lo avvantaggiò. Il cazzotto arrivò dritto dove doveva, facendo barcollare il ragazzone. Un rivoletto di sangue gli uscì dalle narici leggermente schiacciate. Si portò una mano al volto, toccando con le dite il sangue e strabuzzò gli occhi, che presto si iniettarono di sangue.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora