Gennaio 1980
Nessuno poteva immaginare che in quella notte di tempesta nella quale il vento soffiava e portava con sé tutto ciò che trovava, la pioggia fendeva l'aria e creava enormi pozzanghere sull'asfalto nero come il carbone, qualcuno o qualcosa decidesse che quella monotonia andava spezzata, che quella realtà andava invertita, che tutto doveva cambiare rotta.
Jeliel si era appena incarnata. Quel corpo la rendeva debole, aveva crampi allo stomaco e i piedi nudi le facevano male sulla terra ghiacciata. Indossava solamente un leggerissimo vestito bianco che le arrivava sino ai piedi, le braccia scoperte e un profondo strappo sulla gonna.
I capelli scuri e ondulati erano zuppi d'acqua e le aderivano sulle spalle e sulla schiena.
Era stanca, confusa e spaventata. Era stata addestrata per questo ma adesso trovarsi in mezzo ad una bufera era così confusionario e freddo, ghiacciato, le battevano i denti e si stringeva le braccia mentre arrancava nel buio. Ma aveva un compito, era più un sacrificio, ma andava fatto e lei era pronta.
Per Azazel invece quella notte infernale era un bel panorama, lo faceva ridere come la gente si facesse prendere dal panico per qualche goccia d'acqua e qualche bagliore nel cielo che tuonava.
Era stanco ma soddisfatto, aveva appena strappato la vita ad una creatura che non meritava, secondo lui, nemmeno di averla ricevuta.
Anche lui era interamente bagnato ma quella sensazione era piacevole, aveva il viso sporco di sangue e un labbro rotto, l'acqua avrebbe pian piano portato con sé qualsiasi cosa.
Doveva solamente trovare un posto appartato per potersi trasportare nel suo castello.
Il buio avvolgeva entrambi, Azazel immerso nei suoi contorti pensieri e Jeliel che zoppicando cercava riparo da quel caos che le stava facendo esplodere la testa.
Dovevano passare inosservati, erano questi gli ordini dei loro superiori ed entrambi avevano intenzione di tener fede alle promesse fatte prima di intraprendere quel cammino infinito.
Immersi ognuno nella propria confusione, nemmeno si resero conto di essere a pochi metri l'uno dall'altra e in men che non si dica era troppo tardi.
Sbatterono violentemente ma mentre Azazel arretrò confuso e infastidito, Jeliel cadde dolorosamente a terra sul cemento bagnato.
"Guarda dove vai, sgualdrina!" tuonò Azazel serrando la mascella e costringendosi a non ucciderla.
Le parole le rimbombavano nella testa, non era abituata a quel genere di comunicazione. La botta che aveva subito le era bastata per distruggere definitivamente le poche forze che le erano rimaste.
Non trovando la forza per rimettersi in piedi si girò per guardare chi le avesse urlato contro. Non appena gli occhi celesti e puri di lei incontrarono quelli scuri e penetranti di lui qualcosa successe. Forse persino le stelle smisero per un momento di bruciare e il tempo cessò. Ma durò un istante, nessuno dei due aveva tempo da perdere.
Azazel si chiese come mai non l'avesse ancora fatta fuori, era la notte perfetta per ucciderla e farla sparire, nessuno avrebbe visto o sentito nulla.
Però qualcosa glielo impedì, qualcosa come la visione di quella donna bellissima ai suoi piedi. Non era certo la prima bella signora che aveva il piacere di ammirare ma lei era più ingenua, più delicata, quasi finta.
Il vestito era ormai lacerato e sporco e faceva a botte con la pelle bianca e candida e gli occhi chiarissimi che lo guardavano spaventati e persi.
Jeliel fu immediatamente affascinata ed incuriosita da quella creatura che le si era materializzata davanti. Era decisamente una bella creatura. Era alto e magro, i capelli scuri erano zuppi mentre il viso era coperto da una leggera barba. Aveva un'aria arrogante e autoritaria e fu probabilmente questa la cosa che più le rimase impressa.
Era diverso, irrimediabilmente diverso da lei.
Fu mentre ammirava quella bellezza dannata che si accorse che l'uomo stava sanguinando. Aveva profondi tagli sul viso perfetto e un labbro quasi del tutto ricoperto di sangue.
Raccolse tutta la sua buona volontà e barcollando si mise in piedi. Si strappò un pezzo del suo vestito zuppo e si avvicinò senza troppe formalità all'uomo che l'aveva sgridata.
Riuscì solamente a tamponargli leggermente un taglio sul sopracciglio che Azazel le afferrò il braccio e si trovarono l'uno di fronte all'altra.
"Sanguinate signore, lasciate che vi aiuti" trasalì lei spaventata.
"Cosa ti fa pensare che io abbia bisogno del tuo aiuto" sussurrò con voce inquietante lui.
I loro visi erano a pochissimi centimetri e Jeliel provò una sensazione strana, inaspettata e incontrollabile.
Ma era sbagliata e lei aveva una missione da compiere.
Quel contatto imprevisto, quei gesti istintivi e inopportuni. Non era previsto, non le era stato detto come comportarsi in una situazione del genere.
Azazel le si avvicinò pericolosamente e proprio mentre le loro labbra si stavano inadeguatamente incontrando qualcosa pulsò in entrambi.
Azazel si allontanò da lei strattonandola.
Anche Jeliel sussultò e una dolorosa fitta le iniziò a pulsare nel braccio, anche lui era esattamente nella stessa situazione e si stringeva la pelle che non smetteva di vibrare.
Jeliel guardò il triangolo nero tatuato sul suo braccio, il suo marchio, e istintivamente anche Azazel fece lo stesso. I tatuaggi erano identici se non fosse stato per una piccola rosa rossa posizionata alla punta del triangolo del tatuaggio di Azazel.
"Che diavolo vuol dire!? Ti hanno mandata loro? Che vuoi da me?" tuonò lui assumendo un'espressione macabra.
Non era spaventato o preoccupato, solamente confuso e preso alla sprovvista.
Jeliel era pietrificata, terrorizzata, poteva usare il suo dominio ma non aveva molte forze, non avrebbe retto ad uno scontro con uno di loro. Ma doveva onorare la promessa fatta alle altre caste, non poteva abbandonare la sua missione adesso.
"Sei qui per i guardiani non è vero? La nuova generazione di 'salvatori'. Non è così?" disse lui con aria quasi divertita.
Poteva ucciderla, il suo padrone ne sarebbe stato felice, aveva l'occasione di eliminare una di loro, anzi proprio quella che presto o tardi avrebbe generato un guardiano, poteva creare scompiglio, raccontare di aver ucciso uno dei sacrifici.
Ma non lo fece, chissà perché quella bella donna era diversa e speciale. O forse era semplicemente troppo bella per essere uccisa per mano sua.
Azazel le si avvicinò nuovamente e lei ebbe un sussulto quando si trovarono esattamente come prima, poca distanza eppure infinita e insormontabile.
"Mi devi un favore angioletto. Sparisci dalla mia vista, tanto ti rimane poco da vivere" sussurrò lui, stringendole il mento per obbligarla a guardarlo negli occhi.
Lei si scostò dalla sua presa con un gesto insolente e al contempo di disprezzo, poi se ne andò e il mondo riprese a girare, le stelle a brillare e la poggia a bagnare ma in cuor loro sapevano entrambi che non era tutto esattamente come prima.
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The Accursed- Life After Life
ParanormalSe passi 17 anni della tua vita pensando di essere normale... potresti avere seri problemi ad accettare di essere una specie di esperimento da laboratorio... Sono una mezzosangue: l'incrocio di due creature opposte. Sono un mostro e sono pericolosa...