Cap. XXXVIII

23 2 0
                                    

Dopo i primi giorni iniziai ad ambientarmi a quell'atmosfera cupa e macabra che regnava un po' in tutto il castello.

Non era cambiato molto da quando Azazel aveva deciso di segregarmi in quell'enorme posto.

Prendevo parte solo al pranzo e alla cena ma continuavo a passare il resto delle giornate chiusa nella mia camera distrutta. Azazel mi aveva proposto di spostarmi in un'altra stanza, mi aveva detto che il castello era immenso e che certamente avrei trovato un'altra camera di mio gradimento ma io mi ero spudoratamente rifiutata. Quella stanza mi ricordava la tristezza che persisteva dentro di me. Non ero felice e non volevo che Azazel lo pensasse. Volevo che capisse quanto tutta quella situazione mi stesse distruggendo dentro ma non mi sarei mai abbassata alle suppliche. Se era quello il destino che era stato inciso sulle pagine della mia vita l'avrei affrontato a testa alta.

Quella sera, dopo la cena, ero tornata nella mia camera e, come al solito, avevo trovato gli indumenti per la notte delicatamente appoggiati sul letto.

Avevo scoperto i nomi dei due demoni che si erano presi cura di me in quei pochi giorni.

La più giovane si chiamava Jamie e la più anziana Clare. Sapevo che una volta marchiati da una setta i demoni smettevano di invecchiare e dedicavano il loro stesso essere al loro padrone.

Non ero ancora riuscita a sentire la voce né di Jamie né di Clare ma non le avrei obbligate a parlarmi, avevano paura di me benché non mi fossi mai mostrata aggressiva nei loro confronti.

Misi la camicia da notte di seta bianca, decorata da delicato merletto riproducente un motivo floreale che impreziosiva il bordo della gonna e delle maniche lunghe. Mi lavai denti e faccia e mi distesi rimanendo per una buona ora a fissare il tetto in legno. La prima notte era stata un vero incubo. Di ritorno dalla cena con Azazel mi ero accasciata sul letto, senza nemmeno togliere l'abito blu di mia madre, e avevo fatto incubi incessantemente finché, all'alba, non avevo sentito Jamie e Clare girare la chiava nella serratura della porta della mia stanza da letto.

Col trascorrere delle notti seguenti mi ero abituata all'oscurità incessante per l'assenza di finestre e al perenne senso di claustrofobia.

Mi rannicchiai sotto le lenzuola di seta rosso fuoco. Il letto era malconcio e sbrindellato, esattamente come l'avevo conciato io pochi giorni prima ma Jamie e Clare si erano occupate di cambiarmi le coperte e adesso, se non fosse stato per il perenne odore di bruciato, era quasi decente.

Jamie e Clare piegarono gli abiti nell'armadio, sistemarono la camera e poi uscirono dalla mia stanza. Qualcosa in quell'azione abituale era però stata diversa, un rumore che conoscevo bene, e che avrei dovuto sentire anche quella notte, non era echeggiato tra le mura: la serratura della mia porta, che mi costringeva fino alla mattina seguente in quella stanza.

I due demoni non avevano chiuso a chiave la porta. Impossibile, erano ai servigi di Azazel da troppo tempo per commettere un simile errore, eppure ero convinta di non aver sentito il rumore fastidioso della chiave che girava nella sua serratura.

Aspettai almeno una buona mezz'ora prima di andare a controllare. Scalza e con la camicia da notte così lunga da rischiare di inciamparci sopra, mi avvicinai alla porta e con una cautela e una delicatezza di un fuggiasco abbassai lentamente la maniglia... e la porta era davvero aperta come pensavo!

Di fronte a me si aprì un immenso corridoio buio e macabro. Avevo la mia occasione, potevo scappare, tornare a casa... chissà dove mi trovavo, quanta strada dovevo fare e cosa mi aspettava fuori dal castello. Sicuramente sarebbe stato meglio che vivere come un topo in gabbia, stavo impazzendo.

Le mie ali strisciavano leggermente per terra mentre i miei piedi scalzi correvano alla ricerca di un qualsiasi portone che potesse farmi evadere da quell'inferno.

The Accursed- Life After LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora