Con le poche forze che mi rimanevano, tenendo conto che avevo passato la giornata a girare Londra, avevano tentato di rapirmi due volte, quella notte non avevo chiuso occhio e avevo visto la tomba di mia madre, riuscii a concentrarmi sul mio domino e accendere un fuocherello facendo bruciare i rametti ammucchiati al centro della grotta.
Con una foga nella quale stentavo a riconoscermi, strappai la sommità della mia maglietta e riuscii a bagnarla con un po' d'acqua con l'aiuto dei miei poteri.
Poggiai la testa di Uriel sulle mie gambe e tentai di pulirgli le ferite sulla faccia, ormai coperte di sangue rappreso.
Guardai il suo viso pallidissimo e privo di sensi, il viso di un angelo. Perfetto. I suoi lineamenti dolci e proporzionati gli donavano una bellezza eterea. Gli scostai i capelli neri e mossi dalla fronte per bagnargliela e rimuovere quel velo di sangue che si era coagulato.
Guardai le sue labbra carnose, il suo naso piccolo ma non troppo, le palpebre chiuse su quegli enormi e penetranti occhi neri. Non credevo fosse lui l'assassino di Jeliel. Me lo ripetei finché non ne fui del tutto convinta.
Quando anche lo straccio della mia maglietta fu colmo di sangue mi fermai appoggiando la testa alla parete della grotta, ma senza scostare quella di Uriel dalle mie gambe. Quel contatto mi piaceva, era come se una parte di me fosse felice di aver raggiunto quell'intimità con lui, un gesto innocente che fino a qualche tempo prima avrei giurato di non concedere a nessuno.
"Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?" chiesi ad alta voce, sfinita, guardando i rami che si contorcevano sulla mia testa.
"Ti sei affezionata alla persona sbagliata" sussurrò Uriel riprendendo conoscenza.
La sua voce mi riscaldò il cuore, avevo temuto di non riascoltarla mai più.
"Uriel! Stai bene! Mi dispiace così tanto!" gli dissi euforica di vedere che aveva ripreso conoscenza.
Alzò la testa dalle mie gambe e si sedette accanto a me.
Fuori il sole stava iniziando a sorgere e sapevo che Azazel sarebbe arrivato a momenti, fui felice di aver visto che almeno Uriel stava bene.
"Come ti senti?" chiesi con tono apprensivo.
Lui si scompigliò i capelli con una mano e poi appoggiò gli avambracci sulle ginocchia a poca distanza dal suo petto.
Guardò fuori dalla grotta con aria assente, poi si girò verso di me e sorrise. Quel sorriso era colmo di rammarico, mi gettò in un baratro nero... qualcosa, di grosso, non andava, ne ero certa.
"Che c'è?" chiesi insospettita.
"Dobbiamo parlare" fu la sua risposta secca.
Il mio respirò cessò per un secondo ma mi ripresi all'istante, decisa a mettere fine a quel girovagare di idee e pensieri confusi che mi turbinavano in testa.
Stava per parlare di nuovo quando si bloccò all'istante. La sua espressione mutò immediatamente, diventò cupa e agitata.
"Cosa vuol dire?" urlò strattonandomi il braccio sul quale Azazel mi aveva fuso il suo simbolo.
Ritrassi il braccio arrabbiata per quella sua incessante irascibilità.
"Hannah cosa vuol dire!?" chiese nuovamente con tono aggressivo.
"E' il simbolo di Azazel... ho dovuto farlo per salvarti... stavi morendo" gli spiegai sulla difensiva.
Lui scattò in piedi passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
"Non avresti dovuto farlo!" disse con un rammarico incomprensibile nella voce.
"Stavi morendo! Ed era colpa mia! Non potevo lasciarti lì aspettando che diventassi una statua!" continuai con voce spezzata da quel suo atteggiamento nervoso, mettendomi in piedi "La tua gratitudine mi lusinga!"
"Tu non capisci!" urlò lui in risposta.
"E allora spiegamelo!"
"Non posso proteggerti se hai stretto un patto con lui!" ma la risposta di Uriel venne interrotta da una densa nuvola di fumo rosso che inondò la grotta, poi sull'uscio comparve Azazel.
"Fatto le valigie, tesoro?" chiese con tono provocatorio senza distogliere i suoi occhi implacabili da Uriel.
Il mio tempo era scaduto e un patto è un patto.
"Uriel, quanto tempo. Sono felice di vederti ridotto in questo stato" ridacchiò lui con aria fiera.
"Cosa gli hai promesso?" mi chiese Uriel voltando il viso verso di me e mettendosi tra me e Azazel.
"Si è sacrificata per te! Che gesto eroico e... compromettente direi! Non credi di doverle almeno la verità?" continuò Azazel.
"Che verità?" chiesi ad Uriel con un filo di voce.
"Lei si fidava di te! Ne hai approfittato!" urlò mio padre ma la sua espressione tornò immediatamente seria e squadrò il viso dell'arcangelo con aria di sfida "Dai Uriel! Raccontale di come hai ucciso sua madre, raccontale di come le hai trapassato la carne tenera con la tua arma angelica. Raccontale di come l'hai portata lontano da me!" urlò il caduto indicandomi.
"No..." sussurrai incredula allontanandomi da entrambi.
"Non se lo meritava" disse Azazel sorridendo.
Uriel abbassò lo sguardo al suolo e tacque. Quel silenzio mi uccise come fosse il peggiore degli insulti, mi dilaniò l'unica certezza alla quale mi ero aggrappata.
"Sono contento di vedere che i sentimenti di mia figlia sono ricambiati. Spero tu patisca le stesse pene infernali che soffrii io quando decidesti di portarmi via l'unica donna che amavo" disse Azazel con aria solenne, poi mi tese una mano per incitarmi a raggiungerlo.
"Non ti è bastato uccidere il mio vecchio guardiano? Rendermi l'esistenza un inferno?" chiese Uriel con un'ira che mi spaventò.
Quindi Azazel aveva ucciso il precedente guardiano di Uriel, ecco spiegato il suo odio nei miei confronti i primi giorni nei quali eravamo stati costretti a convivere: guardandomi riaffiorava il dolore per aver perso la battaglia contro mio padre, IO ero la prova vivente che aveva fallito.
Ero tra due mari in tempesta, un passo falso e si sarebbero scontrati generando uno tsunami.
"Buffa la vita, non trovi? Hai UCCISO per ciò che credevi imperdonabile e adesso eccoti qui... a strisciare come un verme perché non ti porti via Hannah, ma la clemenza è un dono riservato solo a quelli di un certo livello" concluse Azazel abbassando la mano che mi aveva teso e che io non avevo afferrato.
"Hannah... io... avrei voluto dirtelo" cercò di spiegarmi tornando calmo ma la sua voce non era la sua solita voce sicura e dura.
Ecco cosa aveva tentato di dirmi cripticamente quando avevamo attaccato il lucchetto al Millennium Bridge.
"Sì... avresti dovuto!" tuonò nuovamente Azazel in tutta risposta.
Lo guardai con aria afflitta, il dolore che mi esplodeva nel petto ero certa che lo leggesse nei miei occhi lucidi.
"Perdonami" sussurrò lui con gli occhi deboli e pieni di dolore.
Sapevo che stava soffrendo quanto me, glielo leggevo nel viso frastornato e colmo di paura. Non paura di Azazel, paura che non appena avrei preso la mano dell'angelo caduto lui non avrebbe più potuto proteggermi come aveva promesso.
Poi si accasciò sulle ginocchia per terra, impotente di fronte al mio giuramento con Azazel e di fronte alla terribile verità del suo passato.
"Tempo scaduto, dille addio!" esclamò ridendo Azazel, stava consumando la sua terribile vendetta.
Poi con un movimento veloce e fulmineo mi afferrò la mano per trascinarmi con sé per sempre.
Ma, prima che la luce si spegnesse e i colori si offuscassero, vidi la testa di Uriel alzarsi per guardarmi mentre mi dissolvevo per sempre dalla sua vita, aveva gli occhi lucidi come i miei e sapevo che i suoi racchiudevano un misto di odio e rimpianto.
"Salvami" gli sussurrai.
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The Accursed- Life After Life
ParanormalSe passi 17 anni della tua vita pensando di essere normale... potresti avere seri problemi ad accettare di essere una specie di esperimento da laboratorio... Sono una mezzosangue: l'incrocio di due creature opposte. Sono un mostro e sono pericolosa...