Avevo un gran mal di testa. Ma passò quasi immediatamente e mi resi conto di essere distesa.
Mi ci volle qualche istante per capire dove fossi e cosa fosse successo prima.
Poi tutto fu limpido come l'acqua, cristallino come il vetro. Ricordai tutto.
Che Connor mi avesse condotta in un vicolo cieco e con la collaborazione di chissà chi mi avesse sequestrato. E poi... ero stata sedata?
Mi guardai in torno, c'era poca luce. Mi trovavo in una stanza semivuota e decisamente poco di lusso. Ero distesa su un lettino, piccolo ma abbastanza comodo. C'era solo una minuscola finestra posizionata in un angolo alto della stanza, dalla quale filtrava una flebile luce.
Mi misi di scatto seduta. Sentii tutto in torno a me come fosse in un vortice. Ma poi ci fu la pace e il silenzio. Chiusi di nuovo gli occhi in preda al panico, poi una voce familiare parlò.
"Come ti senti Hannah?" disse Connor da un angolo della stanza.
Era seduto su una sedia vecchia, poco lontano dai piedi del letto sul quale ero stesa.
Aprii di nuovo gli occhi di scatto e con un'occhiata veloce lo fulminai, ero certa di riuscire a far trasparire tutto il mio odio e il dolore in un solo sguardo.
Cosa mi chiedeva a fare come stavo, se era stato lui a causarmi tutto questo?
Stavo per rispondergli a tono quando la mia attenzione venne catturata da una seconda figura di lato a me. Era appoggiata al muro e aveva le braccia conserte e un'aria decisamente da capo. Ma la cosa che veramente mi colpì fu la sua bellezza. Sembrava quasi finto: i lineamenti delicati ma non infantili gli davano quel tocco da bellezza eterea che non saprei spiegare. Aveva i capelli biondissimi e lunghi sino alle spalle, lisci e splendenti. I suoi occhi erano blu oceano, così intensi e profondi che, se non avessi avuto decisamente altri pensieri per la testa, probabilmente mi ci sarei persa dentro. Era giovane, possente e muscoloso.
La prima cosa che pensai fu che non poteva essere umano, non avevo mai visto nessuno di così bello e delicato allo stesso tempo.
Poi parlò.
"Ben svegliata" disse con tono amichevole e un enorme sorriso si impossessò del suo volto.
Quasi inquietante direi, dato che ero chiusa in una stanza, chissà dove, con due ragazzi che non avevo la minima idea di cosa volessero farmi.
"Sei una tosta. Anche gli altri si sono dati da fare, devo dire" continuò il ragazzo con aria serena e rincuorante.
Che cavolo voleva dire 'anche gli altri si sono dati da fare'? Altri erano stati sequestrati come me? Dov'erano e cosa volevano farci?
Non ce la facevo a stare con le mani in mano mentre osservavo la mia vita sfuggirmi lentamente di mano.
Mi girai di scatto verso il comodino accanto al letto sul quale ero seduta, c'erano una bottiglia d'acqua e un bicchiere di vetro vuoto. Presi il bicchiere e lo scagliai con tutta la forza che avevo sul bellissimo ragazzo.
Forse non fu una grande pensata, ma era l'unica cosa che mi venne in mente.
Lui con altrettanta velocità e maestria schivò il bicchiere che si distrusse in mille pezzi quando sbatté sul muro.
Dalla sua faccia scomparì finalmente quell'odioso sorriso, sostituito da un'espressione incerta tra la confusione e l'incertezza.
"Ehi, sta calma, non voglio farti del male" mi disse lui con la solita voce pacata che iniziava a darmi sui nervi.
"Non vi avvicinate!" gridai in maniera quasi isterica mettendomi in piedi sul letto.
Connor si alzò di scatto e si avvicinò a me.
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The Accursed- Life After Life
ParanormalSe passi 17 anni della tua vita pensando di essere normale... potresti avere seri problemi ad accettare di essere una specie di esperimento da laboratorio... Sono una mezzosangue: l'incrocio di due creature opposte. Sono un mostro e sono pericolosa...