Cap. XVI

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Correvo a perdifiato. Poi inciampai su una radice che emergeva dal terreno, quasi fosse lì in attesa che qualcuno cadesse nella sua trappola.

Mi graffiai i palmi delle mani tentando di addolcire l'impatto col suolo duro e freddo. Diedi anche una bella ginocchiata a terra. Il dolore non fu insopportabile ma per qualche secondo rimasi giù cercando di capire se fossi ancora tutta intera. L'odore di terra bagnata mi salì su per le narici e un po' mi tranquillizzò, amavo l'odore della natura e mi sentivo a casa pur non essendolo completamente.

Mi stavo rimettendo in piedi a fatica quando vidi una bottiglia di vetro schiantarsi e frantumarsi sull'albero accanto a me.

"Demonio! Muori!" sentii gridare dietro di me l'uomo che ero certa di aver seminato.

"Solo a me poteva capitare un pazzo ubriaco nel bel mezzo del nulla" brontolai tra me e me.

Mi misi in piedi e corsi, ma fui bloccata dall'energumeno che aveva deciso di rendermi quella serata più infernale di quando già non fosse.

Si gettò su di me e io caddi nuovamente per terra sbattendo la schiena.

"Credevi ti avrei lasciato scappare? Mostro!" urlò lui rabbioso.

Okay, adesso ero decisamente terrorizzata. Non mi spaventava a morte solo il fatto che fossi sola in un bosco con uno psicopatico, quanto il motivo per il quale lo avevo incontrato. Come aveva fatto a raggiungermi con tanta velocità? Era persino ubriaco, qualcosa non tornava. Qualcuno mi stava giocando un brutto scherzo.

Pensai ai caduti, ad Uriel, ma entrambi non avevano una scusa plausibile per terrorizzarmi.

Prima che riuscissi a mettermi in piedi l'uomo mi stava già correndo contro per bloccarmi per terra. Fu in quel momento che qualcuno lo spinse lontano da me: Uriel.

Era arrivato furtivamente e con uno spintone aveva catapultato l'ubriaco lontano da me.

Mi guardò e sorrise soddisfatto, sapevo mi avrebbe rinfacciato quel favore a vita, poi incrociò le braccia quasi annoiato.

"Hai finito?" chiese rivolto all'uomo.

"La ragazza è mia, l'ho vista prima io!" urlò quell'altro con tono poco stabile.

Era ubriaco fradicio.

Si rimise in piedi barcollando e sbatacchiandosi da un albero all'altro.

"Credimi, te la cederei volentieri, ma ho promesso di proteggerla e io mantengo sempre le mie promesse" rispose l'arcangelo con disinteresse, accennando un sorriso beffardo.

Strinsi gli occhi e gli lanciai un'occhiataccia colma dell'odio che provavo nei suoi confronti, poi ripresi a guardare l'uomo ubriaco che mi incuteva decisamente più paura.

L'uomo non badò minimamente a quello che gli aveva detto il ragazzo e cercò di correre verso di me.

Si muoveva a stento e barcollava ma continuavo a pensare alla velocità con la quale mi aveva raggiunto poco prima. Scattai in piedi e feci per allontanarmi ma Uriel si mise tra me e l'uomo.

"Forse non hai recepito bene il messaggio. Vattene!" disse l'arcangelo con tono gelido.

Pronunciò quell'ultima parola con odio e sentii il sangue gelarmisi nelle vene. Credo fosse una specie di loro 'potere': erano in grado di condizionare le tue scelte.

L'uomo esitò un attimo titubante, poi sbuffando si allontanò.

Uriel si girò verso di me e incrociò nuovamente le braccia.

"Non avevo bisogno del tuo aiuto... me la cavo benissimo da sola" gli dissi con freddezza voltandomi dall'altra parte per non incrociare il suo sguardo.

The Accursed- Life After LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora