Sentii qualcuno urlare il mio nome ma sembrava più un'eco che un suono vero e proprio. Era buio e vuoto intorno a me. Poi la voce si fece vicina, forte, quasi assordante.
"Hannah!" gridò Uriel.
Aprii di scatto gli occhi mettendomi seduta. Ripresi fiato, sembrava che i miei polmoni si fossero presi una pausa dal respirare.
Il rumore che mi circondava era assordante. Vidi gli occhi grigi di Uriel essere attraversati da un lampo di paura, per la prima volta lo vidi quasi spaventato nel vedermi.
Era inginocchiato accanto a me e mi sollevava un braccio per aiutarmi ad alzarmi.
"Mi ero quasi illuso fossi morta. Troppo bello per essere vero" disse lui reggendomi sempre dal braccio.
Stronzo!
Non risposi, ero troppo presa a guardare cosa succedesse attorno a me: era il caos.
Vedevo oggetti volare, aria spostarsi convulsamente, gente che si picchiava a sangue ma non riuscivo a distinguere nessuna figura concreta. Poi la mia attenzione venne catturata da un corpo accanto a me.
Il dannato che mi aveva toccato il braccio prima che esplodessi come una bomba era morto, aveva il naso e la bocca ricoperti di sangue e non respirava più.
Gettai un urlo colmo di terrore. Spinsi tutto il peso del mio corpo su Uriel senza smettere di urlare. Non potevo averlo ucciso io! Non potevo aver ucciso un ragazzo!
Senza rendermene conto mi ero praticamente aggrappata al braccio di Uriel e adesso lo stavo stringendo come fosse l'unica fonte di salvezza, lo lasciai immediatamente e indietreggiai verso il muro dietro di me.
"Hannah, calmati!" gridò lui tentando di sovrastare il frastuono intorno a noi.
Mi misi una mano sulla bocca cercando di reprimere indietro le grida che mi uscivano spontaneamente dalla bocca.
Uriel mi strinse le spalle con le sue mani, tentando di obbligarmi a guardarlo negli occhi.
Rivedevo il corpo del ragazzo dannato che si accasciava insieme a me poco prima che fosse tutto così confuso. Cosa gli avevo fatto? Cosa stavo diventando?
"Dobbiamo andarcene, è pericoloso" continuò Uriel tentando di guardarmi negli occhi ma poco dopo li distolse disgustato.
Non capivo quale fosse il suo problema, ma era davvero l'ultimo dei miei pensieri adesso. Sentii un urlo sovrastare il resto e rabbrividii tentando di guardare da dove e soprattutto da chi provenisse.
"Dammi la mano e svuota la mente" mi disse Uriel lasciandomi le spalle e cercando la mia mano.
Probabilmente se fossi stata in un contesto normale, con attorno gente normale e in una casa normale avrei dissentito vigorosamente. Io odiavo Uriel e dargli la mano era l'ultimo dei miei pensieri. Ma adesso avevo bisogno di sentire che almeno lui, pur essendo obiettivamente il più odioso del gruppo, che almeno lui fosse davvero lì accanto a me.
Mi prese la mano di scatto e me la strinse più forte che poté.
Poi fu solo un mescolarsi di suoni, figure, urla, colori e sfumature di oggetti non ben identificati.
Quando Uriel mi lasciò la mano ero in un bosco, era tardo pomeriggio e il sole era quasi scomparso del tutto all'orizzonte. Gli alberi coprivano la visuale su qualsiasi cosa e il vento rendeva il tutto ancora meno ospitale.
Mi allontanai di scatto da lui e mi raggomitolai accanto ad un albero in preda alle convulsioni.
Poi le lacrime uscirono spontanee rigandomi il viso freddo.
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The Accursed- Life After Life
ParanormalSe passi 17 anni della tua vita pensando di essere normale... potresti avere seri problemi ad accettare di essere una specie di esperimento da laboratorio... Sono una mezzosangue: l'incrocio di due creature opposte. Sono un mostro e sono pericolosa...