7. L'incidente

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In quel piovoso e gelido venerdì pomeriggio di fine ottobre, Lily Potter, per una ragione apparentemente nota soltanto a lei, dopo le lezioni pomeridiane aveva inseguito due Serpeverde del terzo anno nei sotterranei, che, a loro insaputa, le avevano mostrato il freddo e umido muro di pietra viva che faceva da ingresso alla loro Sala Comune.

Quando, però, sforzandosi di essere gentile, aveva garbatamente chiesto ai due ragazzi se potevano cortesemente lasciarla entrare, quelli in risposta le avevano sguaiatamente riso in faccia e, schernendola, l'avevano lasciata chiusa di fuori al freddo.

Era almeno da mezz'ora, infatti, che, mezza congelata e tremante, se ne stava in piedi a braccia conserte di fianco a quello stramaledetto muro, quasi come se stesse facendo la guardia.

Erano passati un mucchio di Serpeverde da quand'era lì, ma non ce n'era stato uno che si fosse dimostrato disposto ad aiutarla, nemmeno quando aveva goffamente cercato di sedurre un ragazzo smilzo e brufoloso del quarto anno, beccandosi per altro un'occhiata disgustata e degli epiteti per niente gentili.

Era stata appena derisa da due oche starnazzanti del settimo anno, e si era ormai arresa, quando una figura alta e silenziosa entrò elegantemente nel cono di luce della torcia appena poco sopra la testa di Lily, fermandosi davanti a lei.

«Ehm... ciao» disse cautamente la Grifondoro, sforzandosi di accennare un sorriso.

Adam Nott, però, non si degnò nemmeno di rispondere al saluto, ma si limitò ad alzare le sopracciglia, guardandola interrogativo con quei suoi occhi smeraldini, facendola sentire leggermente a disagio.

«Devo parlare con Malfoy» aggiunse con voce decisa, quando l'altro rimase in silenzio.

Nott le riservò uno sguardo leggermente incredulo, poi, ritornando alla sua solita espressione d'indifferenza, la sorpassò, dirigendosi verso il muro che faceva da entrata.

«Buon per te» disse con voce inespressiva, senza nemmeno guardarla.

Infastidita per quel trattamento di superiorità e distacco, Lily si voltò e guardò in cagnesco la sua schiena, stringendo forte i pugni.

«Nott» sbottò Lily, infiammandosi improvvisamente e guardandolo con aria minacciosa, «giuro che se non mi fai entrare buttò giù il muro».

Le sue parole parvero colpire nel segno, perché il Serpeverde smise di darle le spalle e si voltò scettico, incatenando i suoi occhi d'un verde brillante a quelli celesti della Grifondoro.

Lily resse con fierezza il suo sguardo, quasi senza sbattere le palpebre.

Lo stupore di Nott, però, sfociò presto in palese divertimento, e dopo averle rivolto un sorrisetto strafottente, la scrutò da capo a piedi, come aveva fatto al loro primo incontro ufficiale, innervosendola ancora di più.

«Okay» accettò infine, tornando a guardarla negli occhi con un bagliore d'astuzia nello sguardo, «vieni».

Lily, che non aveva minimamente sperato in una risposta positiva, rimase alquanto sbalordita da quell'affermazione, tanto che spalancò la bocca e gli lanciò un'occhiata stralunata.

Nott, d'altro canto, non ci fece minimamente caso, e facendosi comparire sul volto la sua solita aria noncurante si piazzò davanti al muro e sussurrò la parola d'ordine, in modo che la Grifondoro non potesse sentirla.

«Già cambiato idea?» chiese sarcastico, arricciando un po' l'angolo destro della bocca in un sorriso ironico.

Lily, che era rimasta immobile dov'era anche quando il muro si era magicamente fatto da parte, lanciò un'occhiata di sfida al Serpeverde e, sotto il suo sguardo divertito, lo precedette decisa.

Unsuspecting Lovers | Scorily Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora