2. In punizione

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I giorni che seguirono furono un vero e proprio inferno.

Nella pausa tra una lezione e l'altra non c'era persona che non si voltasse a fissarla con occhi sgranati, facendole venire il serio dubbio di aver appeso al collo un cartello con scritto "GUARDATEMI".

Tralasciando le attenzioni indesiderate e l'infarto che puntualmente ogni mattina si prendeva guardando la sua immagine riflessa allo specchio, la cosa più difficile da sopportare erano le battutine e i commenti dei Serpeverde, che sembravano seguirla in ogni posto decidesse di andare.

Anche i professori non approvavano quell'eccentrico colore di capelli, cosa che dimostravano riservandole occhiate di non poi così velata disapprovazione.

La cosa che più la infastidiva, però, restava comunque Malfoy. Era davvero difficile non scagliarli contro una Fattura ogni volta che assumeva quell'aria soddisfatta e divertita di uno che è riuscito a farla franca. In ogni caso, molto saggiamente, il Serpeverde sembrava aver deciso che era ancora troppo presto per stuzzicarla, o più precisamente aveva capito che non se la sarebbe cavata con poco se si fosse azzardato a infrangere la distanza di sicurezza che Lily aveva silenziosamente eretto tra di loro, il tutto per non cedere agli istinti omicidi che non era ancora riuscita a far tacere.

Per questo, se non per la stupida aria tronfia che assumeva quando la vedeva, non lo dovette soffrire più di tanto.

Quella mattina, quando entrò in Sala Grande per fare colazione, Lily fu sorpresa di vedere che la pioggia era stata sostituita da una coltre di nuvole grigie che non facevano presagire nulla di buono. Osservò il soffitto ottimista, sperando di riuscire a scorgere qualche raggio di sole di cui però non c'era neanche l'ombra.

Rassegnata a passare il fine settimana chiusa in Sala Comune sommersa dai compiti con la sola compagnia del rumore incessante della pioggia che sbatteva contro i vetri della torre, abbassò lo sguardo e automaticamente guardò verso il tavolo di Corvonero, dove incrociò all'istante dei brillanti occhi azzurri che si illuminarono appena la videro.

Sorrise lievemente, ricevendo in cambio un occhiolino.

Quando prese posto al tavolo di Grifondoro vide che sia Rose che Al erano già intenti a fare colazione chiacchierando allegramente.

«Buongiorno» sbadigliò Lily versandosi del tè e addentando un toast.

Gli altri due non fecero in tempo a rispondere al saluto che furono interrotti dall'arrivo della posta; un grosso gufo reale atterrò proprio davanti a Lily, tendendole la zampa a cui era appesa una lettera malconcia.

«Ciao, Harold» disse dolcemente prendendo la sua posta e porgendo al gufo di famiglia un pezzo di toast, che accettò di buon grado prima di volare via.

«Chi ti ha scritto?» chiese curioso Al, rinunciando a parlare con Rose visto che aveva il volto nascosto dall'ultimo numero della Gazzetta del Profeta.

«Mamma e papà» rispose Lily con voce soffocata per la bocca piena.

Strappò la busta senza tante cerimonie e sbuffando lesse la marea di rimproveri che la signora Potter le aveva puntualmente inviato. Alzò gli occhi al cielo e dopo aver buttato da parte la lettera continuò a far colazione come se non fosse successo niente.

«Novità?» chiese interessato Albus, servendosi un'altra porzione di porridge.

«Solite cose» sbuffò lei. «Ti salutano tutti, comunque».

«Oh, era ora!» esclamò improvvisamente Rose, facendo sobbalzare tutti nel giro di dieci metri.

Sotto gli sguardi sgomenti dei cugini, abbassò il giornale e gongolando come una bambina che scopre che quell'anno il Natale è arrivato in anticipo annunciò la notizia.

Unsuspecting Lovers | Scorily Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora