24. Guai in vista

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Quella mattina l'unico rumore presente nella Sala Comune di Serpeverde era il frusciare di una piuma su una pergamena ingiallita e un lieve brusio di voci sparse qua e là per il sotterraneo.

Se c'era un momento in cui il dormitorio verde-argento era calmo e silenzioso – quasi deserto – era senz'ombra di dubbio la domenica mattina. D'altronde le Serpi erano famose per il loro spirito festaiolo, e ovviamente dopo una notte passata a sbronzarsi e a fare casino, non c'era chi non fosse in una sottospecie di coma vigile, meglio conosciuto come "post-sbornia".

Erano tutti talmente distratti e mezzi addormentati da non accorgersi neanche che Lily Potter, conosciuta Grifondoro del quinto anno, era comodamente accucciata in una poltrona verde-argento, intenta a mettersi in pari con i compiti di Pozioni.

Quella mattina, appena si era svegliata, era scesa a colazione con la borsa in spalla, decisa a fare un salto in biblioteca subito dopo essersi riempita la pancia, ma una volta uscita dalla Sala Grande aveva incrociato Adam. Si erano messi a camminare parlando del più e del meno e, con una naturalezza disarmante, erano entrati insieme nella Sala Comune del moro, che era andato a sedersi accanto ai suoi amici, seguito da Lily.

Nessuno aveva avuto niente da ridire a proposito della presenza della rossa, quasi nemmeno l'avevano notata – in realtà, un paio di occhi grigi le avevano lanciato un'occhiata particolarmente intensa, ma per il resto gli altri sembravano dei cadaveri.

Nott si era prontamente immerso nella Gazzetta del Profeta del giorno, mentre Malfoy – stravaccato su una grande poltrona verde e con i piedi poggiati sul tavolo – si era acceso una sigaretta con un accendino argentato che emanava una fiamma violetta; Harper e Zabini, entrambi con sigaretta alla mano e sguardo perso nel vuoto, erano sdraiati su un divanetto nero di fianco a Lily.

Visto che nessuno proferiva parola la Grifondoro aveva tirato fuori i suoi compiti di pozioni e, senza far caso agli altri, vi si era immersa.

Era giusto a metà lavoro quando fu sommersa da una nuvola biancastra che le mandò a fuoco gli occhi e la fece tossire.

«Ti dispiace evitare di fumarmi addosso?» sbottò infastidita in direzione di Harper, che nemmeno la calcolò.

Lily scosse la testa: probabilmente l'alcol e il fumo avevano ucciso l'ultimo neurone che gli era rimasto.

Stava per tornare al suo tema quando i suoi occhi furono attratti come calamite da quelli di Malfoy. Argento e celeste rimasero intrecciati per alcuni lunghi istanti, poi entrambi distolsero lo sguardo senza proferir parola.

Era ormai da una settimana che andavano avanti quegli sguardi: a pranzo, a cena, nei corridoi, quando – davvero spesso nell'ultimo periodo – passavano del tempo insieme in compagnia degli altri...

Litigavano ancora, ma al contrario degli anni precedenti lo facevano solo per il gusto di farlo; per irritarsi falsamente davanti al ghigno di uno e per trattenere a malapena un sorriso alle guance rosse e alle occhiate minacciose dell'altra.

Era una situazione abbastanza strana, a pensarci bene.

«Devi organizzare una festa, Lentiggini.»

Lily si voltò verso Harper.

Aveva davvero parlato?

«Come, scusa?» chiese cortesemente al Serpeverde, che sembrava essersi risvegliato dallo stato catatonico di poco prima.

«Devi organizzare la festa mia e di Zabs» borbottò passandosi stancamente una mano sugli occhi e facendo Evanascere la sigaretta ormai finita. «Hai presente?»

Unsuspecting Lovers | Scorily Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora