23. San Valentino

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«...sarebbe fantasmagorico, non credi?»

«Io- cosa?»

«Andare a Hogsmaede insieme - sarebbe divertente.»

«...»

«Stai bene, Hugo? Sembra quasi che ti sia entrato un Gorgosprizzo in un orecchio.»

«S-sì, va benissimo. S-sarebbe molto divertente.»

«Magnifico! Non ho mai avuto un amico con cui andarci!»

«Ehm... Alice? Cos'è di preciso un Gorgosprizzo?»

Alice Longbottom era in assoluto la persona più stramba che avesse mai conosciuto e, allo stesso tempo, anche la più sincera.

Non sapeva come diavolo faceva ma diceva tutto quello che le passava per la testa con una spontaneità che lo spiazzata ogni volta.

Le lanciò un'occhiata furtiva, studiandola mentre mangiava tranquillamente il suo gelato al pistacchio, canticchiando una sottospecie di valzer.

Hugo sorrise flebilmente, mangiando stranamente con calma il suo al cioccolato. Solo lei era in grado di mangiare un gelato d'inverno... riuscendo per altro a convincerlo a fare lo stesso!

Distolse i suoi occhi azzurri da lei, pensieroso.

Era strano come i loro silenzi non pesassero a nessuno dei due.

Quel pomeriggio Hogsmeade era pieno di coppiette che si tenevano per mano e ridacchiavano per ogni cosa, godendosi il giorno degli innamorati. Tutti i locali erano a dir poco pieni di gente, indi per cui avevano optato per comprare qualcosa da mangiare e sedersi su una panchina in una piazzetta di periferia, chiacchierando tranquillamente e osservando senza interesse le persone che passavano.

Un piccione scese aggraziato in picchiata e andò a posarsi sul bordo della fontana ghiacciata in mezzo alla piazza, subito seguito da un altro, con cui iniziò a 'stuzzicarsi', svolazzando qua e là, uno dietro all'altro.

Alice e Hugo rimasero in silenzio, osservando i nuovi arrivati, una rapita e l'altro con disinteresse.

«Sono bellissimi, vero?» se ne uscì Alice dopo alcuni minuti, seguendo con lo sguardo uno degli uccelli che planava sul piano superiore della fontanella, per poi spostarsi nuovamente, inseguito dall'altro.

Hugo si voltò verso di lei, più o meno abituato alle sue stravaganze.

Aveva gli occhi sporgenti e sognanti incollati ai due volatili, come se il resto del mondo non esistesse. Ed era esattamente così stare con lei: perché concentrarsi su una cosuccia insignificante come l'universo circostante quando aveva accanto Alice?

Era una sensazione simile a quella che provava quando lui e Lily decidevano di staccare e si rifugiavano in una serra deserta a parlare o, più semplicemente, per estraniarsi da tutto il resto. Al tempo stesso, però, era qualcosa di più profondo e travolgente che passare il tempo con la propria cugina preferita.

Hugo sorrise nuovamente, senza farsi notare, ed alzò le spalle.

Era certamente più interessante fissare lei che degli stupidi uccelli.

Diede un morso al cono e continuò a guardarla, pensieroso.

Studiò attentamente i suoi boccoli castani che le scendevano disordinatamente sulle spalle e lungo la schiena, il naso leggermente all'insù, gli occhi color cioccolato, perennemente persi in qualche mondo a lui sconosciuto... le sue labbra a forma di cuore, di un invitante color ciliegia.

Unsuspecting Lovers | Scorily Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora