18. Tra rivalità, mezze dichiarazioni e anche un po' di vischio

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Quella fredda sera del 23 dicembre, nonostante fossero solo le otto e mezza, i corridoi di Hogwarts erano stranamente deserti; non a caso, infatti, il giorno dopo la maggior parte degli studenti avrebbe fatto ritorno a casa per le vacanze di Natale. Tra questi c'era anche Lily Potter, indaffarata come non mai a cacciare tutte le sue cose sparse per il dormitorio nel suo baule, che da vuoto era diventato un ammasso indefinito di vestiti, libri e vecchi fogli di pergamena. Le sue compagne di stanza osservavano basite i preparativi della Grifondoro, chiedendosi perché mai fosse così frettolosa e, soprattutto, per quale motivo avesse addosso il suo vestito migliore.

Ebbene, la risposta alle loro silenziose domande si trovava nel bel mezzo della Sala d'Ingresso, impersonata in un affascinante ragazzo biondo e in un giovane con dei capelli neri come la pece, che sembravano essere in attesa di qualcuno, rispettivamente l'uno impaziente e l'altro con un'espressione d'indifferenza dipinta sul bel viso dai tratti aristocratici.

Alle loro spalle, da un elaborato portone in legno massiccio, provenivano le lievi note di una delicata quanto noiosa musica da sala, che faceva da sottofondo musicale ai silenziosi pensieri dei due Serpeverde.

«Per Salazar, dove diavolo si è cacciata?» ringhiò Scorpius, serrando la mascella e lanciando un'occhiata infastidita alla rampa di scale davanti a lui, come se fosse quella la ragione del ritardo. «Perché le donne devono sempre essere in ritardo?»

«Ti ricordo che siamo appena arrivati» gli rese noto il cugino con voce atona, infilandosi le mani in tasca e dondolandosi distrattamente sul posto.

«E lei sarebbe già dovuta essere qui!» scattò inviperito l'altro, trattenendosi a malapena dal pestare un piede a terra. «Da mezz'ora! Mezz'ora!»

«Anche noi» commentò pacato il moro, ignorando bellamente l'occhiata raggelante che gli venne rivolta.

«Ti devo ricordare chi siamo noi e chi è lei?» domandò sprezzante Scorpius, infilandosi a sua volta le mani in tasca e iniziando a muovere nervosamente la gamba.

Adam si limitò a roteare gli occhi per poi sbuffare sommessamente.

«Sai, Scorps, certe volte sei peggio di mio padre» disse con aria vagamente infastidita, storcendo impercettibilmente le labbra.

«Senti, adesso non iniziare con questa storia che-» iniziò come se fosse sull'orlo di chissà quale lungo discurso, ma le sue parole si persero chissà dove, interrotte dalla comparsa di una ragazza che dalla cima delle scale si torturava le mani.

Sia Scorpius che Adam puntarono gli occhi su di lei, incuriositi e improvvisamente trepidanti, giusto in tempo per vedere la ragazza iniziare a scendere le scale.

Il fiato di entrambi si mozzò allo stesso tempo nel momento in cui il loro cervello elaborò quello che i loro occhi, increduli e meravigliati, gli stavano inviando.

Aveva addosso uno stupendo vestito color albicocca con una lunga gonna svasata che arrivava a coprirle le caviglie e ondeggiava ad ogni passo come se il tulle fosse dotato di volontà propria. Il corpetto era adorno di intarsiature in pizzo che disegnavano dei delicati motivi a fiori lungo tutto il petto, dalla scollatura a cuore fino al bordo delle maniche a tre quarti.

Nel complesso era molto elegante: si era persino impegnata ad acconciarsi i capelli vermigli in una treccia laterale che le ricadeva morbidamente sulla spalla destra, e le labbra disegnate con un rossetto rosso erano appena incurvate in un accenno di sorriso.

Stando ben attenta a non inciampare, sollevò appena l'orlo del vestito e puntò gli occhi sui due Serpeverde, incantandosi per un minuto a guardarli di rimando.

Indossavano due tipici completi neri e una camicia bianca, ben visibile visto che entrambi avevano la giacca aperta. Le poche differenze che Lily riuscì a notare erano che Scorpius portava al collo una cravatta nera, mentre Adam aveva optato per un papillon del medesimo colore abbinato a un gilet.

Unsuspecting Lovers | Scorily Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora