3.

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«Psst» sussurrò uno del gruppetto di Grimshaw. 

«Psst, frocio» continuò.

Harry non voleva voltarsi, ma era più forte di lui.

Lo guardò aspettando una risposta.

«Qual è la quattro della b?» Chiese. Harry, con pura gentilezza, non perse tempo a guardare sul suo foglio e a comunicargli la risposta facendogli vedere direttamente il suo foglio.

«Grazie, frocetto» sorrise sadicamente.

Zayn cercò di ignorarlo, ma la sua pazienza oltrepassò il limite quando un altro ragazzo del gruppetto degli idioti - come lo chiamava lui - chiamò Harry nello stesso identico modo.

Harry stava per alzare il foglio, quando Zayn lo interruppe.

«Harry al momento non è raggiungibile, lasciate un messaggio dopo il bip» esordì senza voltarsi.

La professoressa di chimica era seduta comodamente sulla sedia, le gambe poggiate sopra la cattedra e una limetta per le unghie fra le sue dita.

«BipGrandissimaTestaDiCazzoTiSpaccoLaFacciaDiCuloCheTiRitrovi» concluse.

Harry ridacchiò e Zayn si voltò verso di lui sorridendo dolcemente. 

Quel ragazzo era un fottuto angelo

**

«Harry, va tutto bene?» Chiese il corvino all'uscita da scuola.

Harry annuì anche se poco convincente. Zayn storse le labbra fingendo di crederci e poi lo abbracciò. «Sai che puoi contare su di me, vero?» Domandò; Harry annuì.

«Ci vediamo domani, ti voglio bene» concluse staccandosi dall'abbraccio.

Harry sorrise. Entrò dentro casa e lanciò lo zaino in un angolo remoto della stanza.

Venne accolto subito dalle braccia calde della sorella. Harry sorrise e la strinse forte a sé, inalando il dolce profumo che emanavano i suoi capelli lilla.

«La mamma ti ha fatto le lasagne, vieni a mangiare» disse staccandosi dall'abbraccio.

«Arrivo subito, Gems» disse dirigendosi verso le scale per andare nella sua stanza.

***

Harry lesse l'orario sullo schermo del suo samsung: 22:30.

A differenza di molti lui aveva un samsung e non se ne lamentava, gli piaceva.

Non aveva ancora sonno, quindi decise di scrivere qualcosa su wattpad.

***

*Capitolo tredici*

Harry stava aspettando da dieci minuti, quando finalmente Zayn arrivò con la sua moto. Entrò dentro al bar e si diresse subito verso il riccio. Lo trovò seduto ad un tavolo con una cioccolata calda fra le mani tremolanti. Il proprietario vedendolo in quello stato non aveva potuto far altro che offrirgli qualcosa di caldo da bere.

«Hey..» sussurrò sedendosi di fronte a lui. Il riccio alzò lo sguardo, gli occhi colmi di lacrime.

«Mi sono fidato, Z-Zay... Mi s-sono fidato di uno sconosciuto, non avrei dovuto..» mormorò lasciando scivolare le lacrime lungo le sue candide, ora arrossate, guance.

Zayn si alzò subito dalla sedia e si accovacciò davanti alla sedia del riccio. Harry abbassò lo sguardo incatenandolo a quello del moro.

«Ora andiamo fuori da qui, ti porto a casa mia... chiamo io tua madre, okay?» Harry si asciugò le lacrime ed annuì.

Zayn volle pagare ciò che aveva offerto il titolare al riccio, ma questo glielo impedì. Ringraziò ed uscì, una mano impegnata a tenere il bicchiere di plastica del caffè, (che si era preso per guidare senza rischiare di fare incidenti) ed un'altra a stringere la mano tremolante di Harry.

«Stanotte tu dormi con me, ti stringerò a me così forte da farti dimenticare persino il tuo nome, ci sarò sempre Har, non dimenticarlo» Harry annuì ringraziandolo con lo sguardo, stringendo più forte la sua mano.

Per tutto il tragitto in auto Harry pianse silenziosamente fissando ciò che gli si presentava al di fuori dal finestrino dell'auto. Zayn voleva consolarlo, ma non aveva intenzione di staccare gli occhi dalla strada. Chiamò invece la madre di Harry, che, preoccupata, rispose subito.

Le disse che lo avrebbe accompagnato lui stesso a scuola il giorno dopo, passando prima a casa del riccio, per permettergli di cambiarsi e di prendere lo zaino.

Quel piccolo ragazzo riccio era il suo migliore amico, era una parte di sé, non lo avrebbe mai abbandonato.

Aprì la porta di casa, si tolse le scarpe calciandole e prese sulle sue spalle il minore. Harry sorrise. «So camminare» disse. «Lo so, ma così è tutto più bello» rispose il corvino.

Harry gli diede un bacio sulla spalla. «Grazie...» mormorò.

Quando arrivò al piano superiore Harry si era già addormentato sulle sue spalle. Lo mise nel letto e gli tolse le scarpe, i jeans, la maglia e lo lasciò con solo i boxer, stringendolo a sé tutta la notte.

Per Harry avrebbe fatto mille eccezioni.

**

Harry pubblicò il capitolo e bloccò il cellulare, voleva solo andare a dormire; quella era stata la giornata peggiore di tutta la settimana.

Zayn non era potuto venire a scuola e gli amici di Grimshaw lo avevano picchiato, gli avevano rubato i vestiti e lo avevano lasciato nudo negli spogliatoi durante l'ora di educazione fisica.

Aveva dovuto chiamare sua sorella Gemma, pregandola di non dire nulla alla madre.

Posò il cellulare sul comodino accanto al suo morbido letto e si infilò sotto le coperte. Ebbe appena il tempo di spegnere la luce della sua piccola lampada, che il rumore di un fischio riempì la sua stanza.

TheTommoconda ha votato a favore della tua storia *Capitolo tredici*

Accanto alla scritta, a destra, c'era l'immagine di copertina del suo libro. Harry sorrise, poi si sentì il suono di un altro cinguettio e nonostante il labro spaccato, le costole ammaccate ed il braccio dolorante, esultò di gioia come non aveva mai fatto, leggendo.

TheTommoconda24 ha commentato sulla tua storia *Capitolo tredici*

Mi piacerebbe essere al posto di Zayn. Harry è così..

Harry si accigliò notando che dal pannello delle notifiche non si leggeva il commento per intero. Premette sulla notifica e subito gli comparve la pagina.

Si sedette sul letto a gambe incrociate e lesse il commento.

"Mi piacerebbe essere al posto di Zayn, Harry è così fottutamente tenero. Gli spaccherei la faccia a quello stronzo di Alex."

Se sapesse...

Pensò Harry riponendo il cellulare sul comodino.

Chiuse gli occhi ed aspettò che il sonno arrivasse anche quella notte.

***

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