41.

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Harry si era stancato. Era già passata una buona mezz'ora e del liscio non vi era ancora alcuna traccia.

Stava proprio per andarsene quando un braccio gli afferrò il gomito facendolo votare di scatto.

«Non andartene» Parlò una voce a lui famigliare.

Harry fissò il ragazzo dinnanzi a sé schiudendo le labbra per la sorpresa.

E quando i suoi occhi verdi incontrarono quelli azzurri del ragazzo, in quel momento, tutti gli insulti che aveva pensato di dirgli andarono a farsi benedire.

«Louis?» Chiese pur sapendo già la risposta.

«Ho passato gli ultimi venti minuti a fissarti non sapendo se avvicinarmi o no» continuò il ragazzo cercando di non guardarlo negli occhi, a detta sua, troppo verdi.

«Possiamo sederci?» Chiese. Harry annuì mordendosi il labbro, dirigendosi poi verso un tavolo libero.

Una ragazza arrivò per prendere le loro ordinazioni e quando "un tea" risposero entrambi all'unisono, risero guardandosi negli occhi.

La ragazza si congedò con un "Torno subito" sorridendo divertita.

«Quindi...» esordì il maggiore.

«Quindi» ripeté Harry.

«Hai sedici anni, giusto?» Chiese.

Harry annuì per poi «Tu diciotto, giusto?» Chiedere.

Il ragazzo annuì guardandosi intorno. Dopo quelle semplici domande ci fu solo il silenzio.

Fu solo quando la ragazza arrivò con le loro ordinazioni che iniziarono un vero e proprio discorso, iniziato a causa del tea troppo bollente.

Quando alla fine si salutarono, Louis promise al più piccolo che, non appena avrebbe messo piede sul marciapiede di casa sua, gli avrebbe scritto.

E quello fu solo l'inizio.

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