Harry non sapeva con precisione come l'intera scuola fosse venuta a conoscenza di quel fatto, sapeva solo che Alex aveva un cugino che frequentava la sua stessa scuola.
Non aveva denunciato il ragazzo, perché, ormai, sarebbe stato inutile - e poi non sapeva neanche il cognome di quest'ultimo. Fatto sta che versi osceni uniti a prese in giro si sentivano per tutto il corridoio della scuola.
Ci risiamo.
Harry trattenne a stento le lacrime e continuò a camminare a testa bassa, i ricci gli coprivano la visuale e stava quasi per cadere, quando due braccia forti lo afferrarono per la vita.
Quest'ultimo lo mollò all'improvviso dandogli anche una spinta, Harry cadde rovinosamente a terra, battendo la testa sugli armadietti: una caduta sicuramente peggiore di quella che avrebbe fatto se fosse inciampato sui suoi piedi.
Harry si toccò la testa dolorante e poi si alzò aggrappandosi agli armadietti. Fece finta di nulla e si diresse verso l'aula di algebra.
Un coro di risate si sentì nel corridoio ed Harry preferì non voltarsi anzi, camminò più veloce, quasi correndo, verso l'aula.
Zayn sarebbe entrato a seconda ora quel giorno.
Il riccio entrò nella classe vuota e lasciò che le lacrime scivolassero sulle sue guance arrossate dal pianto mal trattenuto, non notando di essere fissato dal professore di algebra.
«Va tutto bene, Styles?» Chiese mettendogli una mano sulla spalla.
Harry sobbalzò e si voltò con gli occhi spalancati, si passò subito la manica del suo maglione sugli occhi ed annuì.
«Si ricorda la cosa di cui le ho parlato qualche giorno fa?» Chiese.
Harry annuì.
«Mi piacerebbe che lei iniziasse oggi, salterà l'ora di chimica e,come le ho già accennato, nessuno verrà a sapere il perché» spiegò.
Harry ebbe appena il tempo di annuire nuovamente che la campana suonò ed iniziarono ad entrare alcuni suoi compagni di classe.
Si sedette e cercò di ignorare gli sguardi pieni di disgusto che gli rivolgevano i suoi compagni di classe.
Non era di certo colpa sua se era gay.
***
Harry aspettò impaziente che passasse l'ora di algebra: aveva così tanta paura di rivedere uno psicologo.
L'ultima seduta oh, se la ricordava benissimo.
«Come faccio a sapere se riuscirò a non tentare nuovamente il suicidio?»
«Dipenderà da te, essere gay non è un crimine, né tanto meno una cosa da ripudiare.»
La campana suonò ed Harry balzò per lo spavento. Vide poco a poco tutti i suoi compagni di classe uscire. Raccolse le sue cose ed uscì anche lui.
Quando arrivò davanti alla porta del ripostiglio in disuso dei bidelli, si guardò intorno e poi entrò. Trovò subito un donna seduta dietro ad una scrivania. Si avvicinò titubante e poi si sedette. La donna alzò gli occhi e sorrise genuinamente.
«Tu devi essere Harry, io sono Jace» disse.
Harry annuì.
«Perché non parli?» Chiese la donna. Harry non rispose.
«Quanti anni hai?» Chiese. Harry digitò qualcosa sul suo cellulare, ma la donna lo bloccò.
«Voglio sentire la tua voce» disse gentilmente.
Harry ci pensò su, poi «S-Sedici» disse con voce roca e tremante.
«Raccontami qualcosa di te, cosa ti ha portato a fare quel gesto avventato? So che sei stato vittima di bullismo, giusto?» Chiese. Harry si chiese come la donna sapesse quelle cose, poi riflettendo dedusse che la donna aveva parlato anche con sua madre.
«I-Io... c-credo che, i-io, cioè..» abbassò lo sguardo e si guardò le mani.
«Cominciamo con qualcosa di più semplice, mh?» Lo interruppe la donna vedendo il suo imbarazzo.
«M-Mi farà vedere delle immagini strane o qualcosa del genere?» Chiese preoccupato.
La donna rise. «No, ti farò una serie di domande, tutto qui» concluse con un'alzata di spalle.
**
Harry raggiunse subito la classe di Inglese.
Tutti i suoi compagni di classe voltarono lo sguardo verso la porta e lo fissarono interrogativi. Zayn, per primo, si chiedeva perché Harry si era assentato nell'ora di Chimica; Harry non saltava mai una lezione.
Il corvino non riuscì a seguire la lezione, proprio non ci riusciva. Aveva passato un'intera mezz'ora a fissare Harry, che a sua volta fissava il muro con una mano poggiata sotto al mento.
«Harry..» sussurrò.
L'interpellato si voltò lentamente verso di lui.
«Va tutto bene?» Chiese. Harry scosse la testa, le lacrime ad un passo dallo scivolare dai suoi occhi verdi e lucidi.
Zayn fu più veloce, alzò la mano e «Professoressa, Harry non si sta sentendo bene. Posso accompagnarlo in infermeria?» Chiese.
«Ci credo, con tutto lo sperma che ha ingerito» intervenne il solito idiota. Un coro di risate si sentì nell'aula accompagnate da un flebile singhiozzo di Harry.
«Non è questo il modo di parlare, Halton. In presidenza, ora!» Gridò la professoressa. Poi si voltò dolcemente verso Harry.
«È la verità, sta davvero male, Styles?» Chiese.
Harry annuì. «Potete andare» disse solamente, rivolgendo un'occhiata preoccupata al riccio.
***
«Puoi dirmi cos'è successo? Perché non c'eri a lezione di Chimica? Va tutto bene? Ti hanno-»
Harry lo interruppe tirando la manica della sua felpa. Zayn si voltò subito e lo strinse a sé.
«Harry... voglio che mi parli, mi manca parlare con il mio migliore amico»
"Mi dispiace..." scrisse.
«Torniamo in classe, mh? Siamo qui da mezz'ora» disse.
***
«Non hai scusanti. Domani vieni a casa mia, voglio sapere che ti sta succedendo, okay?» Domandò il ragazzo.
Harry annuì. Si era stancato di annuire, prima o poi gli si sarebbe staccato il collo, ne era certo.
Zayn gli lasciò un bacio sulla guancia e se ne andò verso casa; Harry invece entrò in casa sua, pronto a ricevere una serie di domande.
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FanfictionDove Harry scrive un libro su wattpad, sulle sue disavventure virtuali, che diventa famoso sul sito. Louis ama particolarmente le storie gay ed è un concentrato puro di dolcezza, perversione e battute senza senso. Cosa potrebbe mai accadere se N...