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«Se la lezione non è di suo gradimento, può anche uscire dalla classe, signorino Grimshaw» esordì arrabbiata l'insegnante di storia.

Nick alzò gli occhi al cielo per poi ridere ad una battuta da un ragazzo del suo gruppetto. «Con molto piacere» disse ed uscì.

I suoi amici, per tutto il tragitto verso la porta, gli lanciarono fischi e complimenti.

«Qualcun altro vuole fare compagnia a Grimshaw?» Chiese infastidita. Ciò bastò a farli smettere per l'intera ora.

**

«Avanti.»

«Styles? Non la aspettavo oggi..» Chiese la donna togliendosi gli occhiali e guardandolo interrogativa.

«Lo so, ma ho veramente bisogno di parlarle» disse Harry a corto d'aria. Aveva corso per quasi tutta la scuola; non riusciva a ricordarsi quale fosse il ripostiglio.

La donna annuì preoccupata. «È successo qualcosa?» Domandò.

«Io credo di aver fatto qualcosa di sbagliato» Rispose.

«Sono pochi i ragazzi della tua scuola che vengono qui, ma credo che convenga ad entrambi quello che sto per proporti: ti voglio nel mio vero studio domani alle 15:30. Tua madre è già al corrente di tutto» disse la donna.

Harry si limitò a tornare in classe, ancora più turbato di prima.

***

«Ora tu mi dici che ti sta succedendo.» Esordì il più grande, chiudendo la porta della sua stanza a chiave.

Harry si sedette sul letto del pakistano e sospirò.

"Nulla che non tu sappia" scrisse.

Il liscio non si lasciò abbindolare dalle sue parole, alzò un sopracciglio e si mi mise a braccia conserte. «Perché ieri non c'eri alla lezione di Chimica? E poi che ti ha detto il professor Austin l'altro giorno?» Chiese arrabbiato.

Harry iniziò a scrivere sulle note del suo cellulare.

«Che cosa mi stai nascondendo?» Chiese.

Harry smise di scrivere ed alzò la testa. Poi gli passò il cellulare.

"Avrei dovuto dirtelo giorni fa, lo so, non ci sono scusanti. Il professor Austin mi ha consigliato di frequentare la psicologa della scuola, ha detto che ha già parlato con mi mamma e che lei ha approvato. L'ho incontrata ieri nel ripostiglio in disuso dei bidelli, ecco perché ho saltato Chimica. Non ho voluto dirtelo perché non volevo che tu mi forzassi ad andarci."

Zayn si morse il labbro. «Lo sai vero che odio quando mi nascondi qualcosa?» Sospirò. Harry annuì. «Harry, sono il tuo fottutissimo migliore amico, devi fidarti di me. Se avessi voluto abbandonarti non credi che lo avrei già fatto?»

Harry distolse lo sguardo.

Magari sta solo aspettando il momento giusto.

«E non provare a nemmeno a pensarci, Harry! Non sto aspettando il momento giusto per farlo!» Batté i piedi arrabbiato, mettendosi le mani sui fianchi, fissandolo. Harry non si sorprese neanche.

"Scusa."

Zayn addolcì o sguardo e pensò che, magari, per quella volta avrebbe anche potuto evitare di fargli la paternale sul perché e sul come; Harry non era un bambino e lui non era suo padre, per una volta doveva attenersi al suo ruolo di amico.

«Scusa un corno. Devi farti perdonare ed ho anche la soluzione: Domani usciamo, andiamo dove vuoi tu. E poi è da tanto che non usciamo. Ti va?» Chiese, sviando il discorso.

Harry sorrise.

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