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8.

«E levati dalle palle!» Esclamò Nick spingendolo contro gli armadietti.

Harry sospirò, si sistemò le spalline dello zaino e riprese a camminare come se niente fosse. Si diresse verso l'aula in cui doveva andare quella mattina ed entrò posando lo zaino per terra.

Ormai c'era abituato: reagire sarebbe stato solo inutile e controproducente. Quella era la sua vita e doveva farsene una ragione.

A volte le cose non vanno come le hai programmate, niente va come avevi pensato e, a volte, devi imparare a fartene una ragione; Harry stava ancora imparando.

Però le cose non sono sempre state così; c'era un tempo, ormai remoto, in cui Harry e Zayn erano felici, nessuno che picchiasse il più piccolo o cose del genere, niente problemi.

Per sua fortuna era l'unico in classe e ciò lo rallegrava ma al contempo lo deprimeva: stare da solo con i suoi pensieri non gli piaceva.

«Hey..» esordì il suo migliore amico, facendo ingresso in classe.  Harry si voltò subito con un sorriso enorme sul viso.

Non gli diede neanche il tempo di togliersi le spalline dello zaino che lo abbracciò forte. «Tutto bene?» Chiese con fare protettivo. Harry scosse la testa.

«Di nuovo Nick? Lo posso picchiare solo una volta? Ti prego» lo pregò.

«Se gli rompo un dente ci fa qualcosa? No, perché-» continuò ma spalancò gli occhi quando lo sentì ridere di gusto. Non si era ancora abituato, e mai flo sarebbe mai stato.

E fu solo quando la campanella suonò ed i primi ragazzi entrarono in classe che Harry si staccò dall'abbraccio e Zayn si schiarì la gola, fingendo di non avere appena avuto un colpo al cuore.

Il ragazzo si tolse lo zaino e si sedette accanto al riccio, scompigliandogli i capelli.

«Oggi vieni da me?» Gli chiese fingendo di non aspettarsi nervosamente un "Sì."  

Harry finse di pensarci, beccandosi uno scappellotto dall'amico.