Quando Harry aprì gli occhi, in quella calda stanza d'ospedale, si guardò intorno con aria confusa.
Abbassò lo sguardo verso il proprio braccio, notando la flebo, e poi gettò uno sguardo verso l'altro braccio, distogliendo subito lo sguardo per poi puntarlo verso il soffitto bianco.
Si morse il labbro sospirando ed una lacrima scese lungo la sua guancia.
Quello per lui era come una sorta di deja-vu anzi, lo era.
Ricordava benissimo quel giorno di un anno prima eppure gli sembrava fosse passata un'eternità.
Codice rosso.
Le funzioni vitali del paziente sono state compromesse.
«Ci servono subito due unità di zero negativo!» Ordinò un medico mentre, insieme ad alcuni paramedici che erano appena scesi dall'ambulanza, portavano di corsa la barella verso un punto, ad Harry, indefinito.
Tutto questo mentre uno dei paramedici praticava su di lui il massaggio cardiaco.
In mezzo a tutto quel trambusto, Harry aveva gli occhi chiusi ed era immobile.
Sentì indistintamente diverse voci e sentì la voce di sua madre dirgli che sarebbe andato tutto bene, ma sapeva stesse mentendo.
Come sarebbe potuto andare tutto bene se lui aveva fallito in ciò che più ambiva?
Eppure non capiva cosa fosse andato storto!
Credeva di aver fatto tutto nei minimi dettagli, pensava che ci sarebbe riuscito.
Aveva scelto un ponte fuori città per fare in modo che nessuno potesse fermarlo, si era portato con sé un taglierino ed un foglio di carta dove aveva scritto alcune righe per spiegare il motivo a sua sorella Gemma e a sua mamma ed aveva semplicemente fatto ciò che più desiderava.
Non aveva di certo intenzione di buttarsi dal ponte, oh no! Aveva paura delle altezze.
Ma allora perché non era riuscito morire? Perché Zayn non poteva ritardare di una ventina di minuti?
Perché?
E così, con gli occhi chiusi e mille domande per la testa, Harry venne salvato dal suo tentato suicidio.
Il rumore di qualcuno che si schiariva la voce lo distolse dai suoi pensieri, facendolo voltare di scatto verso il diretto interessato.
Zayn lo guardò negli occhi e sospirò mordendosi il labbro inferiore.
«Scusami» mormorò, stupendolo.
Harry si mise a sedere.
Perché si stava scusando? Non era affatto colpa sua!
Harry lo guardò confuso.
«Ero così preso da Liam che non ti ho dato molta importanza e mi dispiace così tanto, Harry» sussurrò.
Harry rimase in silenzio a fissarlo.
«Il fatto è che speravo che, se mi fossi un pochino allontanato da te, tu avresti iniziato ad aprirti di più» continuò, abbassando lo sguardo verso le loro mani unite.
«Ma, in fondo, sapevo che non avrebbe portato a nullo di buono» sussurrò. «Ho fallito come amico, Harry» disse con una punta di rabbia nella sua voce, rabbia indirizzata solo ed unicamente a se stesso.
«Se non ti avessi trovato tu-» un singhiozzò interruppe il discorso del pakistano.
Zayn sgranò gli occhi prendendo una mano di Harry fra le sue.
Harry singhiozzò, calde lacrime scivolarono lungo le sue guance mentre la sensazione di aver deluso una delle persone più importanti della su vita gli stava attanagliando lo stomaco.
«Hey..» sussurrò Zayn, accarezzandogli dolcemente una guancia. «Non piangere, okay?» Disse il pakistano.
«Non ti odio o altro, Harry» esordì Zayn, guardandolo intensamente negli occhi. «Sei il mio migliore amico, non potrei mai odiarti» concluse.
Harry lo ascoltò con le lacrime agli occhi, stringendo la sua mano.
«N-Non è c-colpa t-tua» sussurrò.
Zayn lo abbracciò, facendo attenzione alla flebo, accarezzandogli piano la schiena.
**
«Comunque Liam è fuori, tua mamma sta per arrivare e Gemma è con Liam» disse Zayn.
Harry rimase in silenzio ad osservare il proprio polso avvolto da bende e garze.
«Per entrare ho dovuto dirgli che sei mio cugino di terzo grado» ridacchiò il pakistano nella speranza di alleggerire almeno un pochino quella situazione.
Harry lo guardò e poi sgranò gli occhi. «Lo hai detto a mia mamma?» Chiese.
Zayn sospirò. «Harry, dovevo..» spiegò Zayn «se ti fosse successo qualcosa come lo avrei spiegato a tua madre?» Domandò.
Harry annuì. «Hai ragione, scusa» mormorò il riccio.
Zayn si schiarì la gola. «L'ho detto anche a Louis» sussurrò.
Harry rimase in silenzio e riprese a fissare il proprio polso.
Non voleva assolutamente vedere Louis in quel momento, aveva cose più importanti a cui pensare come, ad esempio, come spiegare a sua mamma quello.
Cosa avrebbe dovuto dirle?
Harry era sicuro che, non appena Anne lo avrebbe visto, lo avrebbe guardato con lo stesso sguardo con cui lo aveva guardato un anno prima.
E quella era l'ultima cosa che voleva accadesse.
Harry aprì gli occhi cercando di mettere a fuoco. Sentì una mano accarezzargli i riccioli e si morse il labbro inferiore, voltando piano il viso verso sua madre.
Anne lo guardò senza dire una parola ed Harry si morse il labbro ed abbassò lo sguardo, non riuscendo più a reggere quello della donna.
Quello sguardo..
Anne era delusa da suo figlio ma era anche tremendamente triste.
Cosa aveva spinto suo figlio a compiere quel gesto così estremo?
Perché non le aveva detto nulla?
Ma soprattutto: perché non si è era resa conto di nulla?
La donna prese una mano del riccio fra le sue e gli accarezzò il dorso con i pollici.
«Andrà tutto bene, tesoro» mormorò con gli occhi ludici.
Harry non osò alzare lo sguardo.
«Ce la faremo, troveremo chi sarà in grado di aiutarti..»
**
Oi oii
Se siete arrivati fino a questo punto della storia allora posso darvi un biscotto!🍪
Ne avete di coraggio per leggere le cose che scrivo lmao
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Have a lovely day.
All the love,
InsaneLarryGirl .Xx
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Nine sites to find love ▶l.s
FanfictionDove Harry scrive un libro su wattpad, sulle sue disavventure virtuali, che diventa famoso sul sito. Louis ama particolarmente le storie gay ed è un concentrato puro di dolcezza, perversione e battute senza senso. Cosa potrebbe mai accadere se N...