Christmans crisis

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Dopo due settimane i due non volevano ancora rivolgersi la parola.

- Lily, forse dovresti fare tu la prima mossa - propose Marlene sottovoce mentre passavano accanto ai Malandrini e Lily ignorava vistosamente Potter.

- Non ci penso minimamente, è stato lui a sbagliare!- esclamò Lily come al solito.
James con l' udito soprafino la sentí.

- Io avrei sbagliato?!- esclamò voltandosi verso di lei.
La rossa fece lo stesso, aveva fuoco nelle iridi verdi, fuoco, un enorme quantitativo di odio e un infinito amore.

- Si, tu hai sbagliato, hai sbagliato tutto!- urló Lily.

- Sempre colpa mia, tu sei l' angelo della relazione, infatti!- contrattaccó James stringendo i pugni, la vena sulla tempia prese a pulsare e il cuore batteva talmente forte a causa della passione che cercava di uscire fuori.
James provava rabbia e in contemporanea amore per quella ragazza, anzi, bambina, Lily Evans non si poteva definire una ragazza, ma una viziata, innocente, capricciosa bambina.
Lily si avvicinò fremente di rabbia: gli allievi piú giovani corsero via, quelli più coraggiosi restarono a guardare curiosi, i professori non avevano il coraggio di intervenire e i fantasmi si coprivano gli occhi con le mani trasparenti.
La rossa gli tiro giù dalla spalla la borsa e prese a picchiarlo, lui non reagiva solo perché sua madre e suo padre gli avevano sempre insegnato che le donne non si piacchiano nemmeno con i fiori.
Ad un certo punto le prese i polsi e la mise con le spalle al muro.

- Evans, non cerco rogna, smettitela - sussurró a pochi centimetri dal suo viso delicato spruzzato di lentiggini.
La ragazza non riuscì per un momento a parlare, incantata dalle labbra e dagli occhi di quel maledetto ragazzo.
James la lasciò andare lentamente e lei lo fissò per un altro paio di secondi prima di andare dalle sue amiche e cominciare a sfogarsi su di loro mentre le mal capitate cercavano di ascoltare anche se ormai conoscevano i suoi discorsi a memoria.

- Lily, fra poco è natale, torni a casa e non sei più costretta a pensare a lui - cercò di rassicurarla Emmeline.

- Non ce la faccio a non pensare a lui io...- cominciò Lily, ma Marlene la precedette.

- Lo amo più di qualunque altra cosa - completò, Lily fece per parlare, ma questa volta fu Alice a precederla.

- Ma lo odio più di prima - Lily un po' irritata fece per aprire nuovamente la bocca ma Emmeline diede voce alle parole che stava per dire.

- Che dite? Si può amare e odiare in contemporaneo?-.

- Sai che c' è? Fottetevi tutte - disse e corse verso la torre.

************
Era il giorno della partenza per le vacanze.
Lily si aspettava che James fosse rimasto con quei tre scemi dei suoi amichetti.... Mai na gioia proprio.
Il moro stava salutando gli amici prima di salire sul treno.
La presa di Lily intorno alla maniglia del baule si fece più salda.

- Lily, abbi pazienza - disse Emmeline.

- E se mi parla?- chiese lei voltandosi verso l' amica.

- Ignorarlo - rispose prontamente Alice.

- E se bacia un' altra?-.

- Ignoralo- ripeté Marlene.

- E se si siede nel mio stesso scomparto?-.

- Mhh, ignorarlo - fece Emmeline irritata incrociando le braccia e portando gli occhi al cielo.

- E se...-.

- IGNORALO!- urlarono le tre in coro alzando le braccia al cielo mentre tutti i ragazzi presenti nella stazione le fissavano.

- Bastava dirlo - disse Lily e salì nel treno mentre le sue amiche fumavano di rabbia.

Lily stava guardando fuori dalla finestra quando...

- Scusa, posso sede... Evans!- Lily si voltò e incontro gli occhi di James, si guardarono in cagnesco.
James fece per uscire ma andò a sbattere contro il controllore.

- Il treno sta per partire, si sieda - disse l' uomo con i lunghi baffi grigi attorcigliati.

- Io... stavo infatti cercando posto - disse James.
Il controllore si affacciò nello scomparto dietro alle spalle del ragazzo.

- qui ci sono cinque posti liberi, si sistemi - disse.
James sospiró e si sedette su un sedile, quello opposto a Lily, accavalló le gambe e girò la faccia per non guardare la rossa.
Il controllore se ne andò chiudendo la porta.
Lily lo fissava con odio.

- Neanche io sono contento di essere qui, non fare la preziosa - disse James alzando lo sguardo su di lei.

- Io non faccio la preziosa, sei tu che fai lo stronzo- disse Lily.

- Se dai a me dello stronzo siamo freschi, la stronza sei tu - e le puntò un dito contro.

- Io? Non mi sembra di essere stata io a baciare qualcun' altro davanti a te -.

- Ancora con questa storia?!-.

- Io le cose me le lego al dito James Charlus Potter -.
James la guardò male, continuarono a bisticciare anche quando arrivarono in stazione.
Stavano persino litigando per cose avvenute cinque anni prima.

- Sei stato tu a far esplodere la biblioteca!- disse Lily.

- Non è affatto vero!-.

- Ma va là, cervide cornuto!- disse lei e continuò a procedere verso l' uscita della stazione sotto gli sguardi interrogativi dei Potter e dei suoi genitori.

- Io cervide cornuto? Allora tu viziata figlia del papi -.
Lily gli saltò addosso e anche lí tutta la stazione prese ad osservarli mentre lei lo picchiava e lui si parava il viso con le braccia.

- Idiota!- urló la rossa.

- Psicopatica!- esclamò a sua volta James.
Quando due guardie, cinque turisti, i loro genitori e sei capotreno riuscirono a far placare la furia di Lily entrambi tornarono a casa.

- Quanto lo odio!- strilló Lily tirando un pugno al vetro della porta che si frantumò in mille pezzi.

- Quanto la detesto!- urló James calciando un sasso che prese in piena fronte un bambino di sette anni.
Lily in macchina pianse e strilló come una scema mentre i suoi la guardavano insicuri se portarla in una casa di cura o meno.
James appena tornato a casa sfasció la cucina e poi prese ad ingozzarsi di gelato mentre i suoi lo fissavano mangiare in mezzo alla cucina con intorno le sedie e il tavolo fracassati, le spezie sparse sul pavimento, le statuine di porcellana in frantumi e la porta della credenza sulle ginocchia.
Sia per i coniugi Potter che per i Evans sarebbe stato un lunghissimo Natale

I Malandrini e il morso del vampiro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora