Capitolo 10

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I giorni passarono e le lezioni ad Amici per Michele continuarono come al solito.
La maestra Peparini aveva intenzione di costruire una coreografia apposta per lui sulla canzone "PadreMadre" di Cesare Cremonini, perché dato il suo passato familiare, con quella musica i suoi sentimenti sarebbero usciti tutti come un fiume in piena.
Così lo fece chiamare in sala prove.

-Entra Miky. Vieni a sederti qui vicino a me-.
Veronica era seduta in una panca, e Michele le andò accanto.
-Allora, dopo quello che mi hai raccontato su di te e tuo padre, e sul vostro rapporto, ho deciso di creare una coreografia su una canzone che ora ti farò sentire- tirò fuori dalla tasca il suo cellulare e prese un paio di cuffie- ecco, metti queste-.
Michele fece come le era stato detto e Veronica spinse play.
La musica partì e Michele resistette dal piangere fino ad un certo punto, poi fu troppo persino per lui.

"Padre, e se mi manchi


è perché ho dato più importanza ai miei lamenti".

I suoi occhi divennero lucidi, gli pizzicavano, ma non voleva piangere. Non poteva.
Non lì.
Doveva essere forte, voleva essere forte!
La canzone continuò inesorabile.

"Madre, perché piangi?


ma non mi hai detto tu, che una lacrima è un segreto?


Ed io ci credo, ma non ti vedo


mentre grido e canto le mie prime note!"

Sua madre, la donna più importante della sua vita.
La donna più forte che avesse mai conosciuto.
Con una madre del genere si era ritrovato ad avere degli standard molto alti con le donne, non in senso fisico, ma caratteriale: Giada le aveva rapito il cuore con la sua dolcezza e con la sua umiltà.
Ma non era solo questo, era una ragazza forte, con un passato simile al suo, con un rapporto con la figura genitoriale maschile simile al suo.
Lei poteva capirlo, poteva amarlo veramente e comprenderne il dolore.
Lei era unica.
E la musica risuonava nelle sue orecchie.

"Ma se, una canzone che stia al posto mio non c'è,


eccola qua: è come se, foste con me!"

Ora le lacrime scendevano da sole, Michele non riusciva più a fermarle.
Vedeva caderle sul pavimento e si mise le mani davanti agli occhi, come per bloccarle.
Sentiva la mano della maestra Peparini accarezzare la sua gamba come per rassicurarlo e confortarlo.

La canzone finì ed il ragazzo rimase per qualche minuto con le mani davanti agli occhi, a singhiozzare senza riuscire a fermarsi.
-Piangi, Miky, sfogati- sentiva Veronica parlargli- lasciati andare, lascia uscire tutto, non può farti che bene-.
Michele si tolse le cuffie e guardò la sua maestra, sorridendo grato.
Lei lo abbracciò forte e poi cominciò a spiegargli tutto:
-Domani inizieremo a lavorare con la musica, per il momento mi limiterò ad insegnarti i passi, ok Miky?-
Annuì e cominciarono a lavorare

Una volta finite le lezioni salutò in fretta i suoi compagni e scrisse un messaggio a Giada.

Da Michele:
Panino al Colosseo?

Aveva voglia di vederla, di parlarle.
Voleva raccontargli quello che era successo oggi.
Voleva perdersi nei suoi occhioni color cioccolata e sentirsi finalmente in pace con il mondo, come sempre gli succedeva con lei.

Ciao a tutti!
Come promesso, ecco il capitolo di stasera. Vorrei pubblicarne un altro in tarda serata, ma non so se riuscirò. Farò del mio meglio in ogni caso!
Questo capitolo è molto intimista e personale, e forse è il capitolo che sento di più perché su certi aspetti (difficilissimo rapporto con la figura genitoriale maschile) io e Michele siamo uguali, e lo sento molto vicino a me. Quindi scrivere questo capitolo mi ha fatta sfogare più del dovuto e mi sono fatta prendere la mano.
Spero vi piaccia! 😊

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