XIV

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ERIC POV

Mi sveglio cercando di rimettere assieme i pezzi della sera precedente.

Dalla finestra entrano dei raggi di sole che illuminano la sedia dove c'è un vestito spiegazzato e un reggiseno, mi giro e nel letto c'è Audry che dorme beata. Credo di avere capito come è andata a finire, scendo in camera per prendere un cambio pulito e incontro mia madre "Ben svegliato! Ho visto che non c'eri in camera tua così non sono venuta a svegliarti... noi abbiamo pranzato, puoi riscaldare gli avanzi.", "Va bene, grazie mamma."

Credo che l'abbia capito più o meno un anno e mezzo fa che se non sono in camera mia significa che sono in mansarda in compagnia quindi non va oltre. Salgo e trovo Audry con addosso la mia maglietta che mi dice "Eric era mia madre mi ha chiamata infuriata perché ho saltato il brunch della domenica, mi puoi portare a casa?", "Cinque minuti che faccio la doccia."

Ogni volta che mi lavo sembra che tutte le cattive azioni che ho compiuto vengono lavate via dal mio corpo, ma so benissimo che non è così, l'unico responsabile delle mie azioni sono e sarò sempre e solamente io. I miei pensieri vengono interrotti dalla voce stridula di Audry "Pronto telefono di Eric Collins.", e subito dopo "Eric è sotto la doccia"

Cosa cazzo sta facendo? Spengo il rubinetto, metto l'accappatoio e le urlo "Cosa hai fatto?" strappandole il telefono di mano.

"Niente ho solamente risposto al cellulare mentre eri occupato!" risponde lei infilandosi il vestito e i tacchi vertiginosi.

Guardo lo schermo e vedo che la chiamata era di Arya, cazzo che casino!

"Muoviti a vestirti che ti riporto a casa." le dico e lei risponde sorpresa "Che cosa ti prende? Stai calmo sono pronta! Devo andare solo un attimo in bagno."

La accompagno a casa e al ritorno faccio una strada diversa allungando il tragitto solamente per passare dalla casa di Arya. Non so bene se sia la cosa giusta, o la va o la spacca oramai il casino l'ho fatto più di così cosa altro potrebbe accadere?

Scendo dalla moto e suono. Suo padre mi risponde dicendomi che Arya dovrebbe scendere a momenti, aspetto seduto sulla panchina. Al solo pensiero di rivederla mi blocco, vorrei dirle troppe cose, ma non riesco neanche a salutarla.

"Ciao biondina bel giardino." Cosa cazzo hai in testa Eric? Ancora con questo biondina? E poi che bel giardino?! Potevi inventarti qualcosa di migliore...

Lei fa una smorfia e posso immaginare il perché, so che non le piace essere chiamata biondina.

"Ciao cosa vuoi?" dice lei. 

Io vorrei tante cose, vorrei baciarti, vorrei raccontarti i miei problemi, il mio passato e il perché mi comporto così. Ma niente di tutto questo esce dalla mia bocca. 

"Volevo scusarmi se la mia amica ti ha detto qualcosa e poi volevo parlarti." Quando pronuncio la parola amica la sua faccia si rabbuia ancora di più, non so cosa aspettarmi da lei.

"Non mi ha detto niente, ti ascolto."

Forza e coraggio è il tuo turno, vediamo di non dire cazzate.

"Oggi dovevamo passare la giornata assieme, ma devo curare mia sorella quindi non posso." dico la prima scusa che mi passa per la testa e continuo "Vedi Arya io non sono il ragazzo adatto a te, ti farei solo del male quindi è meglio evitare tutto, andremo al concerto assieme anzi possiamo invitare anche Peter e gli altri, ma per il resto è meglio se ..." vengo interrotto da una voce maschile alle mie spalle che dice "Ciao piccola"

Proprio adesso doveva arrivare questo tipo? E perchè l'ha chiamata piccola?

Lui le chiede se lei è pronta per la loro uscita. Hanno un appuntamento. Arya esce con un altro ragazzo, più grande di lei, più grande di me. Anche se non mi convince molto, io questo ragazzo l'ho già visto... Ora mi ricordo! Andava a scuola con mio fratello, ma non erano molto amici, direi solamente conoscenti ed era venuto alla sua festa di compleanno, alla sua ultima festa.

Toglimi il fiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora