POV ERIC
21 novembre ore 1:30 P.M.
"Eric inizia pure a mangiare, tuo fratello arriverà a momenti.", dice mamma appena tornato da scuola. Ogni giorno è tutto uguale. Mi sveglio alle 7:30 del mattino, mi lavo, faccio colazione e vado a scuola in pullman. Quando finiscono le lezioni torno a casa e aspetto mio fratello Matt per pranzare con lui, ma rientra sempre in ritardo!
"Ogni giorno torna da scuola sempre più tardi!", esclamo e subito mia madre ribatte, "Sai come è fatto tuo fratello, deve sempre salutare tutti altrimenti non è contento."
La porta di casa si apre e finalmente entra Matt. È mio fratello maggiore, ha da poco compiuto 16 anni, il 27 agosto, e ha voluto subito imparare a guidare. Mio padre l'ha aiutato molto infatti ha superato l'esame ed ora è ufficialmente patentato. Sono molto orgoglioso di lui.
"Allora Eric tutto bene oggi a scuola?", mi chiede iniziando a mangiare la sua bistecca.
"Sì e tu?", "Come al solito", sbuffa e continua, "Tra mezz'ora ho appuntamento con Sophie, deve aiutarmi in scienze."
"E' così gentile quella ragazza... Sarebbe davvero perfetta per te!", commenta mia madre e Matt le risponde, "Mamma è la mia migliore amica, niente di più lo sai."
"Quando giochiamo alla play dato che devi uscire con lei?", gli chiedo un po' deluso.
Io e lui abbiamo un nostro rito prima di iniziare a fare i compiti cioè giocare assieme alla play station dopo pranzo, tutti i giorni ed è il momento che amo di più della giornata... Ridere, scherzare e fare il cretino con mio fratello!
"Rimandiamo a stasera? Solo per oggi Eric va bene?", mi domanda e sto per rispondergli, ma mia madre lo precede, "Non hai gli allenamenti di basket oggi?"
"Fino alle sette quindi dopo cena possiamo scassarci a FIFA!", esclama ridendo.
Finiamo di mangiare ed inizio a fare i compiti. Sento dalla mia stanza mio fratello che gli chiede a mia madre se può usare la macchina per andare più tardi agli allenamenti e lei risponde che va bene. Pochi minuti dopo Matt entra per salutarmi e ricordarmi della partita alla playstation di più tardi. Lo guardo uscire dalla porta senza sapere che quella è l'ultima volta in cui lo vedrò vivo.
Sono le sette e Matt non è ancora tornato. Il telefono di casa squilla e mio padre dopo aver risposto diventa scuro in volto, scambia due parole con mia madre ed esce di casa. Cosa sta succedendo?
"Mamma cosa succede?", "Non preoccuparti Eric."
Tre semplici parole, così ritorno a guardare la televisione. Dopo dieci minuti il cellulare di mia madre emette un suono e lei dopo aver letto il messaggio inizia a piangere.
"Eric dobbiamo andare in ospedale, Matt ha avuto un incidente."
Il mondo si ferma. Mio fratello ha avuto un incidente.
Arriviamo in ospedale ed entriamo nella camera dove fuori ci sono alcuni suoi amici. Lui disteso sul letto attaccato a dei tubi e a un certo punto i macchinari emettono un bip lunghissimo. Mio padre tira un calcio alla poltrona ed esce dalla stanza, mia madre prende la mano di Matt e non smette di piangere e continua a ripetere, "Torna da noi."
Matt è morto. Non c'è più. Esco da questo posto. Inizio a correre. Non so dove andare. Mi ritrovo davanti casa di Sophie ed entro fregandomene dei suoi, salgo e la trovo sul letto.
Lei mi tempesta di domande, ma le uniche parole che mi escono sono, "Non c'è più."
Ed ecco che questo ricordo si fa largo nella mia testa come se stesse succedendo in questo momento. Così reale, così cupo e così indelebile.
Non posso neanche definirlo un incubo perché è una cosa accaduta realmente.
Oramai quando è il giorno dell'anniversario della sua morte, la notte prima non riesco mai a dormire e continuo a rivivere quei momenti.
Sono già passati 5 anni. Sono successe moltissime cose e io nonostante tutto mi ricordo di lui come se fosse ieri. Una parte di me è sicura che non riuscirà mai a superare la sua perdita.
Come ogni 21 novembre da 5 anni a questa parte, non vado a scuola, resto a casa circondato da mille ricordi.
Passo la mattinata in palestra evitando di parlare con qualsiasi persona mi rivolga la parola, sono molto suscettibile in questa giornata particolare. Lo so forse sembro un po' patetico, ma ognuno di noi ha un diverso modo di reagire, per esempio mia madre passa tutta la giornata al centro benessere chiusa nel suo studio a fare chissà che cosa per evitare di pensare a lui.
Nel pomeriggio dopo aver preso una cassa di birre inizio a giocare alla play station come ai vecchi tempi, brindo in memoria di lui.
*****
Mi sveglio sentendo il telefono che squilla. Ho la bocca impastata, la testa pesante e il mio corpo è pieno di alcool.
Faccio una doccia fredda e prendo il cellulare. È da ieri sera da quando sono andato a dormire che non lo guardo. Sono le otto di sera, devo essermi addormentato mentre cercavo di finire l'ultima bottiglia di birra.
Ho un messaggio da Peter, un altro da Isabell e non so quanti da parte di Arya.
Non rispondo a nessuno, non voglio vedere nessuno. Salgo in camera, accendo la televisione e mi distendo sul letto cercando di seguire il film.
A un certo punto sento delle urla provenire dal piano di sotto e poi mia madre entra in camera dicendo, "Eric ti sembra il caso? Hai lasciato tutte quelle bottiglie vuote sul tavolino in salotto, scendi a mangiare qualcosa, almeno fallo per Hannah."
Appena esce dalla stanza Arya compare sulla soglia. Mi guarda in modo strano. Non mi ha mai visto in questo stato.
"Non rispondevi al cellulare così ho pensato di venire a trovarti, ma sei a letto per cui torno a casa non volevo disturbarti."
"Te ne vai perché per te è troppo vedermi così? Vai pure non preoccuparti per me, tutti quelli che fanno parte della mia vita prima o poi se ne vanno.", mi accorgo solo dopo aver pronunciato le parole di averle fatto molto male. Sta piangendo.
"Arya non volevo...", cerco di rimediare e le vado incontro.
"Io non me ne vado, lo sai.", mi sussurra.
Restiamo accoccolati sul letto per tutta la sera poi verso mezzanotte mi saluta dicendo che deve tornare a casa altrimenti domani mattina non riuscirà ad alzarsi.
"Eric lo sai che ci sarò sempre per te.", "Grazie piccola, non sono niente senza di te."
Ritorno a letto cercando di dormire, ho le palpebre pesanti e un mal di testa atroce, il sonno non tarda ad arrivare.
SPAZIO AUTRICE
Ed ecco un capitolo dove si racconta esclusivamente di Eric e di quello che prova, non è lungo, ma penso basti per capire quanto soffre per la morte di suo fratello.
Spero vi piaccia, Giulia :)
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Toglimi il fiato
RomanceIl destino di Arya è a New York, la sua vera casa. Lì la aspetta una nuova scuola, nuovi amici, nuovi amori, ma anche nuovi problemi. Inizialmente andrà tutto bene, poi, dovrà affrontare tensioni, tradimenti e difficoltà. Grazie all'affetto della s...